World Economic Forum: 460 milioni per vaccini contro le epidemie

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Bill Gates e la moglie Melinda (Getty Images)
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Febbre di Lassa, sindrome di Mers e il virus Nipah sono le prime patologie nel mirino del programma annunciato durante l'evento di Davos

Una coalizione di governi, filantropi e imprenditori ha annunciato di voler stanziare 460 milioni di dollari per mettere a punto un programma di vaccini che possano proteggere l'umanità dalla prossima epidemia. La notizia giunge dal World Economic Forum di Davos. Lo scopo è non ripetere l'errore fatto con l'Ebola.

 

I promotori del progetto - A rendere concreta l'operazione i governi norvegese, giapponese e tedesco, il Wellcome Trust e la Gates Foundation. Dei 460 milioni di dollari, la metà verrà impiegata nei primi cinque anni del progetto. La Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) indirizzerà il denaro verso la ricerca per mettere appunto vaccini contro le malattie infettive che affliggono i paesi sottosviluppati e in via di sviluppo. Uno degli obiettivi del CEPI è rendere questi vaccini accessibili a tutti e sviluppare due terapie preventive contro ognuna di queste tre patologie.

 

Il target sanitario - Le malattie nel mirino sono la febbre di Lassa, la sindrome di Mers e il virus Nipah. La febbre di Lassa è una malattia emorragica acuta, presente in Africa occidentale, causata da un virus trasmesso all'uomo dal contatto con cibo o oggetti contaminati da escrementi di roditori. La MERS (dall'inglese Middle East Respiratory Syndrome) è nota anche come sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus: è una patologia causata dal coronavirus MERS-CoV. Simile alla SARS, è più mortale. Infine, il virus Nipah è un'infezione che provoca gravi malattie come l'encefalite o altre malattie respiratorie. Tutte e tre le patologie sono zoonosi, cioè si trasmettono all'uomo dal contatto con le feci degli animali.

 

Cos'è successo con Ebola - I promotori dell'iniziativa vogliono scongiurare una nuova catastrofe sanitaria come quella a cui il mondo ha assistito con l'Ebola. Benché fosse nota sin dal 1976, questa patologia ha iniziato a mostrare la sua ferocia quando il virus ha iniziato a colpire le città africane, si è propagato attraverso l'Africa occidentale e ha minacciato l'America e l'Europa. L'Ebola ha ucciso più di 11.000 persone e ha devastato il sistema sanitario e le economie di Sierra Leone, Guinea e Liberia. La GlaxoSmithKline (GSK), incaricata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha sviluppato un vaccino per l'Ebola nel 2014: a gennaio 2017 partirà il trial. L'azienda intende sviluppare un laboratorio di ricerca a Rockville, Usa, per lavorare su operazioni non profit e non in perdita, per sviluppare vaccini che possano contrastare malattie potenzialmente endemiche.

 

Le cause delle epidemie moderne - Come riporta "The Guardian", Jeremy Farrar del Wellcome Trust ha spiegato che i cambiamenti ambientali, nelle interazioni umane con gli animali e l'urbanizzazione sono tutti fattori che possono innescare una nuova epidemia. "Non si fermerà. È per il mondo e la sua attuale struttura". C'è anche un altro elemento da tenere in considerazione: l'oblio. "La Sars ne è un esempio. L'epidemia si è fermata e l'interesse si è spostato su altro". Con l'Ebola invece, secondo Farrar, è stato diverso. "Era in tv e molte persone l'hanno visto con i propri occhi. C'era la sensazione che non potesse accadere ancora. È stato terribile. Molte migliaia di vite sono andate perdute. Ma allo stesso tempo c'era l'ottimismo e la speranza che forse, per la prima volta nella storia, si era trovato un vaccino sicuro ed efficace. Potevamo tornare a sognare e fare in modo di cambiare il modo in cui le cose accadono".

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