Il cancro colpisce più gli uomini che le donne: ecco perché

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L'incidenza di alcuni tumori presenta notevoli differenze tra uomini e donne (Getty Images)
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Uno studio rivela una presenza maggiore di geni protettivi nelle cellule degli organismi femminili

Il cancro è più comune negli uomini che nelle donne e il motivo è la differenza nel codice genetico. Questa la conclusione di uno studio congiunto, effettuato da ricercatori del Dana-Farber cancer institute, del Massachusetts General hospital, di Harvard e del Mit.

 

Uomini più colpiti delle donne - Secondo i dati del National cancer institute statunitense, i nuovi casi di cancro ogni anno sono 150mila in più negli uomini che nelle donne e gli organismi maschili hanno il 20% di possibilità in più di sviluppare un tumore. In Italia le cose stanno in maniera diversa: secondo i dati del 2016, forniti dall’Associazione italiana registro tumori, si contano sì 13mila casi in più negli uomini rispetto alle donne, ma il gap sta diminuendo (nel 2015 erano 26mila in più). “In alcuni tipi di tumore la differenza può essere minima - ha spiegato a "Medicalxpress" il ricercatore Andrew Lane del Dana-Farber Cancer Institute - mentre, in altri, gli uomini colpiti sono il doppio o il triplo rispetto alle donne”.

 

In passato spiegazioni insufficienti - Nel passato erano state proposte spiegazioni basate soprattutto sui differenti stili di vita delle persone di sesso diverso: secondo queste teorie gli uomini erano più soggetti all’insorgenza del cancro perché fumavano di più o perché erano maggiormente esposti ad agenti chimici durante il lavoro. Le proporzioni non sono però cambiate al variare del tasso di donne fumatrici, né con l’aumento dell’occupazione femminile negli Stati Uniti. Un altro dato che ha fatto insospettire i ricercatori riguarda la disparità nell’insorgenza del cancro fra ragazzi e ragazze, che ricalca quello fra uomini e donne adulti: se la predisposizione dipendesse dallo stile di vita, questo non dovrebbe accadere in maniera così rilevante.

 

I geni anti-cancro - Le donne, in realtà, sono meno soggette alla contrazione di tumori perché il loro corpo dispone di un numero maggiore di geni protettivi. L’esempio più chiaro riguarda un gene chiamato Kdm6a e situato nel cromosoma X. Si tratta di un gene soppressore del tumore, che previene la riproduzione incontrollata delle cellule tipica del cancro. In diversi casi una mutazione del gene elimina il meccanismo di controllo, permettendo la diffusione della malattia. La mutazione può avvenire sia negli organismi femminili che in quelli maschili, ma nelle donne entra in gioco una “copia” del gene, che risiede nel cromosoma X dormiente. Le cellule maschili hanno cromosomi XY e quindi non dispongono del gene “di riserva”mentre i geni del secondo cromosoma X femminile vengono generalmente “disattivati”, ma alcuni di essi riescono a sopravvivere.
Una ricerca effettuata su 4mila esempi di cellule tumorali e 21 tipi diversi di cancro ha mostrato come i geni più soggetti a mutazione si trovino sul cromosoma X e diversi di questi siano, come il Kdm6a, geni “Exits”, ovvero soppressori del tumore che non si disattivano (Escape from X-inactivation tumor suppressors). In pratica, conclude Lane, “le copie funzionanti di questi geni garantiscono alle donne una maggiore protezione, che aiuta a spiegare l’incidenza più bassa dei casi di cancro”.

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