"Vuole la mia morte": così Becciu in chat parlava del Papa

Lazio

L'esistenza e parte dei contenuti delle chat sono stati resi noti in aula dal promotore di giustizia Alessandro Diddi e sono il frutto di un'indagine della Guardia di Finanza di Oristano sulla Cooperativa Spes di Ozieri, su rogatoria del Vaticano

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"Vuole la mia morte", "non pensavo arrivasse a questo punto": così il cardinale Giovanni Angelo Becciu, imputato in Vaticano nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, parlava di papa Francesco in una chat con amici e familiari. L'esistenza e parte dei contenuti delle chat sono stati resi noti in aula dal promotore di giustizia Alessandro Diddi e sono il frutto di un'indagine della Guardia di Finanza di Oristano sulla Cooperativa Spes di Ozieri, su rogatoria del Vaticano. Il nuovo fascicolo aperto dalla magistratura vaticana è per un'ipotesi di associazione a delinquere, reato per il quale Becciu è indagato insieme ad altre persone.

I messaggi

"Non pensavo arrivasse a questo punto: vuole la mia morte", scrive Becciu in un messaggio a una familiare il 22 luglio dello scorso anno, due giorni prima che, con l'aiuto della figlia di questa e nipote di Becciu, registrasse una telefonata con papa Bergoglio, fatta sentire ieri a porte chiuse durante l'udienza al Tribunale vaticano. Nella chat la donna invita il cardinale ad avere coraggio, "vedrai che la verità trionferà". E lui: "Per ora sono loro a trionfare e trafiggerci!", "Ma la vittoria sarà degli onesti". Il cardinale risponde: "Non vuole fare brutta figura per la condanna iniziale che mi ha dato". E ancora: "Mai avrei immaginato (che) non un Papa ma (che) un uomo arrivasse a tanto". La donna allora gli risponde: "E' un grande vigliacco, ma tu combatti e fai risplendere la verità, è dura lo so, coraggio vinceremo in pieno", "c'è del marcio in Vaticano". In una delle chat, un amico della famiglia Becciu - ha riferito in aula Diddi - scrive anche che al Papa "bisognerebbe dare un colpo in testa".

La documentazione esito della rogatoria, trasmessa in Vaticano dalla Procura presso il Tribunale di Sassari, oltre che nel nuovo fascicolo d'indagine è finita per la sua rilevanza anche negli atti del processo attualmente in corso.

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