Maria Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete parlano dopo il caso su cooperativa Karibu e Consorzio Aid: “Un mese dopo il suo ingresso in Parlamento, e subito dopo essere andato a Catania per difendere lo sbarco dei migranti, scoppia questo scandalo”
Parlano la suocera e la moglie del deputato dell'Alleanza Verdi e Sinistra dopo il caso su cooperativa Karibu e Consorzio Aid. "L'obiettivo è Aboubakar, vogliono affossarlo. Un mese dopo il suo ingresso in Parlamento, e subito dopo essere andato a Catania per difendere lo sbarco dei migranti, scoppia questo scandalo". Queste sono le dichiarazioni rilasciate oggi al quotidiano la Repubblica da Maria Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete, rispettivamente suocera e moglie di Aboubakar Soumahoro, deputato dell'Alleanza Verdi e Sinistra.
L’indagine
Il parlamentare italiano è dalla scorsa settimana al centro di polemiche per un'indagine della procura di Latina su mancati pagamenti di lavoratori e pessime condizioni di assistenza da parte della cooperativa Karibu e del Consorzio Aid, nei quali la moglie e la suocera hanno avuto dei ruoli. L'indagine è emersa senza ipotesi di reato né comparsa del nome di Soumahoro, che tuttavia ha tenuto a precisare la propria estraneità alla vicenda parlando con i media e in un accorato appello social del 20 novembre, in cui piangendo ha rivendicato la propria lotta per i diritti delle persone e contro qualsiasi forma di sfruttamento.
La versione della suocera e della moglie
La suocera Maria Therese Mukamitsindo ha detto che "tutto è stato speso per i rifugiati. Tutto è rendicontato e posso provarlo", mentre la moglie del deputato, Liliane Murekatete, ha dichiarato che Aboubakar "non si è mai interessato alla coop. In famiglia non ne parliamo mai". Sui mancati pagamenti ai dipendenti, Mukamitsindo ha affermato: "Non abbiamo soldi da dare perché lo Stato non ci paga in tempo". Rispetto a presunti maltrattamenti nel centro di accoglienza di Latina, le due donne hanno risposto: "I ragazzi, che hanno un tutore legale, non si sono mai lamentati con noi. La frase sul razzismo è riferita a uno dei posti dove sono stati portati dopo". Per la questione del cibo insufficiente, invece, "la cuoca è arrabbiata perché deve essere ancora pagata e il contratto le è scaduto. Dei ragazzi non so, forse sono manipolati dal sindacato". Riguardo un presunto contratto irregolare, entrambe ricordano un mediatore egiziano: "Diceva di avere i documenti in regola. Solo dopo abbiamo scoperto che non aveva documenti e, supponiamo, neanche il permesso di soggiorno. Quel caso è stato gestito con troppa leggerezza", hanno ammesso con un messaggio chiaro: il bersaglio di tutta la vicenda è Aboubakar Soumahoro per la sua difesa dei migranti dopo quanto accaduto al largo di Catania con le navi Ong all'inizio di questo mese.
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Soumahoro: “Il fango mediatico non ci fermerà”
"Sono molto preoccupato. Non sottovaluto questi attacchi mediatici. Ma, a chi vuole seppellirmi politicamente, dico: mettetevi l'anima in pace, il fango mediatico non ci fermerà". Lo ha detto Soumahoro, che nella giornata di ieri ha rilasciato dichiarazioni ai quotidiani Corriere della Sera e la Repubblica. "Non avendo vissuto nulla di questa vicenda finirei per fare un'informazione approssimativa con un'indagine della Procura in corso", ha affermato a proposito della vicenda, spiegando di non voler eludere le domande e che sua moglie "non possiede nessuna cooperativa, non fa parte di nessun Cda e non è mai stata all'interno del consorzio Aid. È vero che è stata una dipendente della Karibu, ma allo stato attuale è disoccupata". Quando "vorranno sentirla, fornirà tutti i chiarimenti", ha aggiunto.
Lo sfogo sui social
Il parlamentare ha anche pubblicato su Facebook un filmato in cui, con la voce rotta dal pianto, ha esordito: "Mi dite cosa vi ho fatto? Da una vita sto lottando per i diritti delle persone. Vent'anni per strada a lottare per dare dignità alle persone. La mia vita è stata caratterizzata dalla lotta contro qualsiasi forma di sfruttamento. Voi mi volete morto. Ho sempre lottato". E ancora: "Voi avete paura delle mie idee, di chi lotta". "Pensate di seppellirmi ma non mi seppellirete. Sono giorni che non dormo. Io non lotto solo per Aboubakar, non ho mai lottato per Aboubakar. Ho lottato per le persone che voi avete abbandonato. Mia moglie è attualmente disoccupata, è iscritta all'Inps, non possiede allo stato attuale nessuna cooperativa. Perché non parlate con lei? Quando l'ho conosciuta lavorava già nell'ambito dell'accoglienza. Parlate con mia suocera, chiedete a lei che è proprietaria della sua cooperativa, e io sarò il primo ad andare lì, a lottare, a scioperare con i dipendenti e difendere i loro diritti", ha continuato. "La montagna di fango non seppellirà le mie idee; probabilmente riuscirete a seppellirmi fisicamente, ma non riuscirete mai a seppellire le nostre idee, le idee degli invisibili", di "quel mondo che voi avete abbandonato". "Io sono una persona integra, pulita", ha rivendicato Soumahoro.
"Alzarsi, Resistere e Andare avanti"
"Alzarsi, Resistere e Andare avanti come mi state dicendo in tanti in queste ore. L'impegno deve andare avanti perché è il mandato popolare ricevuto e la nostra missione di vita. Da membro Commissione Agricoltura sono venuto qui nelle campagne pugliesi dai contadini e braccianti". Così su Twitter Soumahoro.