Roma, 13enne violentata scrive tema scolastico sugli abusi del padre: condannato a 5 anni

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La ragazza aveva trovato il coraggio di raccontare le violenze subite nel dicembre del 2019. Il genitore è stato condannato a cinque anni di reclusione e al pagamento di un risarcimento danni da 20mila euro

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Una tredicenne di Roma aveva trovato il coraggio di raccontare in un tema scolastico l’abuso subito dal padre 45enne il 26 dicembre del 2019. Nel testo si leggeva: “Quella notte era strana, io sentivo e vedevo tutto e solo a pensarci mi viene da dire: ma veramente era mio padre?” Il genitore, che ha sempre negato tutto e riferito all’avvocato che “è un gesto che non si può neanche pensare”, è stato condannato dalla quinta sezione collegiale a cinque anni di reclusione con l’accusa di violenza sessuale aggravata e al pagamento di un risarcimento danni da 20mila euro. La notizia è riportata da Il Messaggero.

La vicenda

Il 27 dicembre la tredicenne aveva chiesto di andare a dormire dalla nonna perché non vuole restare in casa con il padre, senza aggiungere altro. La madre aveva però notato un profondo disagio nella figlia e aveva chiesto spiegazioni al marito. L’uomo, riporta il quotidiano, ha dichiarato alla donna di aver solo “abbassato la maglietta del pigiama” alla figlia, perché “ansimava e l’ho dovuta coprire”. Alla nonna, però, la ragazzina mesi dopo ha raccontato la storia scritta nel tema: il padre era entrato nella sua stanza e, convinto che lei stesse dormendo, le aveva preso il braccio e lo aveva portato verso le parti intime. La ragazzina aveva provato a confidarsi con la madre, mandandole un video da casa della nonna, pronunciando le parole che avrebbe poi messo nero su bianco nel compito scolastico.

Il tema

Gli inquirenti hanno considerato quel tema una richiesta di aiuto e una prova fondamentale. In un passaggio del tema riportato da Il Messaggero si legge: “Ho toccato con il mignolo le sue parti intime, ho temuto che potesse succedere altro. Sono stata ferma, non mi sono mossa, per fingere di dormire. Aveva la mano sopra la mia e mi faceva il gesto, mi sono voltata dall’altra parte e lui ha capito che ero sveglia ed è andato via”. La ragazza ha inoltre descritto una situazione famigliare in declino, violenta ed esasperata: “Quando litigano e lui vuole picchiarla ci sono sempre di mezzo io mi prendo le botte per loro, ma non importa, preferisco fare da scudo a mamma perché lui, una volta, mi ha detto che l’avrebbe uccisa”.

La testimonianza del fratello

A confermare la versione della 13enne è stato il fratello, che ha raccontato agli investigatori che quella notte di dicembre stava giocando con i videogiochi e aveva sentito il padre rientrare in casa. Ha spiegato che l’uomo faceva avanti e indietro tra il salone e la camera con passi pesanti, per controllare che tutti fossero a letto. Ha riferito inoltre che dormivano sempre con le porte aperte, ma a un certo punto ha sentito quella di sua sorella chiudersi.

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