Caso processi sospesi a Roma, pm: "Su decisione intervenga il Csm"

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Polemiche sulla decisione presa dal presidente del tribunale di Roma di sospendere dal prossimo 15 ottobre le udienze collegiali. "È una situazione inedita - spiega Eugenio Albamonte, pubblico ministero nella Capitale e segretario di Area democratica - che da una parte ha il pregio di sottolineare la realtà in cui versa il nostro tribunale e dall'altro, essendo una misura draconiana, rischia di produrre dissensi e critiche all'amministrazione della giustizia"

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Ancora polemiche sulla decisione presa dal presidente del tribunale di Roma di sospendere dal prossimo 15 ottobre le udienze collegiali provenienti dalle decisioni dei gup a causa della carenza di organico negli uffici giudiziari della Capitale. "È una situazione inedita - spiega Eugenio Albamonte, pubblico ministero a Roma e segretario di Area democratica - che da una parte ha il pregio di sottolineare la realtà in cui versa il nostro tribunale e dall'altro, essendo una misura draconiana, rischia di produrre dissensi e critiche all'amministrazione della giustizia". Per il pm, inoltre, la decisione comunque dovrà "essere vagliata sia dal consiglio giudiziario di Roma che dal Csm". Lo riporta La Repubblica.

Le proteste

Secondo quanto riferisce il quotidiano, anche molti avvocati criticano la decisione. Il presidente dell'Ordine, Antonino Galletti, ha annunciato un ricorso per chiederne la revoca, mentre Giuseppe Meliadò, presidente della Corte d'Appello di Roma, ricorda che "il nostro è un problema nazionale per l'incidenza che ha il tribunale di Roma. I nostri arretrati incidono sui numeri del Paese, dunque non si tratta di una questione locale ma di una questione nazionale che deve essere valutata dal ministero della Giustizia e dal Csm con la rapida copertura dei vuoti di organico".

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