Frosinone, tra le città italiane con la più alta dispersione idrica

Lazio

Pina Esposito

Secondo l’ultimo report di Legambiente oltre il 62% dell’acqua immessa nella rete non arriva ai rubinetti

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l 62,5% di acqua non raggiunge le case e si perde nel tragitto. Acqua sprecata. È quanto, secondo i dati del rapporto annuale Ecosistema urbano di Legambiente, accade a Frosinone. In tema di dispersione idrica, nel Lazio soltanto Latina regala una performance peggiore. Allo stesso tempo, come emerge dal report dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, Frosinone si aggiudica la palma di città dalla bolletta dell’acqua più cara in Italia, con una spesa media annuale di oltre 5 volte superiore ad una metropoli come Milano. Come a dire il danno e la beffa.

Legambiente: "Su dispersione dato preoccupante"

Una fotografia impietosa, che riguarda l’intera provincia. “Negli ultimi anni c’è stato qualche miglioramento in termini di riduzione della percentuale di dispersione - dice Stefano Ceccarelli, presidente circolo Legambiente Frosinone - ma il dato ancora oggi è molto preoccupante”. Situazione che diventa ancora più critica se inserita nel quadro dei cambiamenti climatici “in un’ottica di adattamento - aggiunge Ceccarelli - ridurre la dispersione dovrebbe essere uno degli obiettivi primari. Si tratta di un investimento importante, ma che non si può più rinviare. Non possiamo più permetterci reti colabrodo”. 

Il racconto

Operai al lavoro per riparare un guasto o cambiare un giunto, a Frosinone sono la norma. “Da 7 - 8 mesi l’Acea tentava di intercettare il guasto - racconta Luciano Bracaglia, dell’associazione ‘Frosinone Bella e Brutta’ - qui in via Napoli, al centro della città l’acqua è entrata nelle case al piano terra del civico 20. Nemmeno una lettera dell’avvocato è servita. Poi negli ultimi giorni sono intervenuti ancora”. “Ma serve a poco – aggiunge - perché se una rete è vetusta e il gestore idrico interviene soltanto per metterci una toppa, i problemi si ripropongono”. E a volte si arriva a situazioni paradossali. È lo stesso Bracaglia a raccontare “mio figlio ha ricevuto una bolletta da 28.000 euro per 5 mesi di fornitura. Gli è stato addebitato un consumo di migliaia di metri cubi di acqua quando una famiglia media ne consuma circa 300 l’anno”. “Acea  - aggiunge - oltre al contatore dentro casa, ha posizionato a monte, in strada, un altro contatore con l’obiettivo di misurare le perdite idriche di una anno”. Solo che poi il costo di quelle dispersioni è finito nella bolletta del figlio. Solo dopo diverse diffide da parte degli avvocati, la bolletta ‘monstre’ è stata stornata e ridotta a 6.800 euro. Il contatore, però, è ancora lì. Storie assurde che dimostrano, se ce ne fosse bisogno, che c’è una sola strada da percorrere: aggredire il macroscopico deficit infrastrutturale.

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