Sciopero, Landini: battaglia per cambiare il Paese, senza risposte torniamo in piazza

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Così il segretario della Cgil dalla manifestazione a Roma: "Sta aumentando la distanza tra il palazzo della politica e il Paese. Noi invece diamo voce al disagio sociale che c'è nel Paese. Abbiamo bisogno di prendere la parola e farebbe bene chi è in Parlamento ad ascoltarci"

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"Sta aumentando la distanza tra il palazzo della politica e il Paese. Noi invece diamo voce al disagio sociale che c'è nel Paese. Abbiamo bisogno di prendere la parola e farebbe bene chi è in Parlamento ad ascoltarci". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dalla manifestazione in piazza del Popolo, a Roma, in occasione dello sciopero generale indetto dal sindacato e dalla Uil contro la riforma fiscale varata dal governo, ritenuta insoddisfacente soprattutto per quanto riguarda le risorse destinate a lavoratori e pensioni. "Oggi è l'avvio di una mobilitazione perché pensiamo che il Paese vada cambiato, con una riforma fiscale e delle pensioni degna di questo nome e cancellando la precarietà. È l'inizio di una battaglia", ha affermato.

“Senza risposte torniamo in piazza”

Landini ha poi attaccato: ”Se non si fanno le cose che stiamo chiedendo, noi scioperiamo e torniamo in piazza perché non dobbiamo rispondere ad alcun governo. Per noi questa non è la fine di un ciclo di manifestazioni, per noi è l'inizio perché non rinunciamo all'idea di una riforma delle pensioni, del fisco e della lotta alla precarietà. Ora ancora con più forza. Le piazza di oggi ci dicono che non siamo isolati".

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“Evasione divide il Paese, tasse vanno pagate da tutti”

"Quello che divide il Paese non è lo sciopero, è l'evasione fiscale, la precarietà, l'ingiustizia. Oggi abbiamo bisogno di un cambiamento, di cambiare le leggi sbagliate”, ha dichiarato ancora il segretario della Cgil, rilanciando la proposta di "un nuovo contratto di inserimento al lavoro fondato sulla formazione e sulla stabilità”. "Bisogna reintrodurre il principio che le tasse devono essere pagate da tutti e non essere abbassate a tutti, no. Bisogna rispettare la progressività e il principio che chi più ha, più deve pagare", ha proseguito Landini, rimarcando la necessità di rafforzare la lotta all'evasione fiscale. Quindi è tornato ad attaccare l'accordo di maggioranza sul fisco, chiedendo che gli 8 miliardi vadano tutti al taglio delle tasse ai lavoratori e ai pensionati a partire dai redditi più bassi e non al taglio dell'Irap, anche perché - ripete - alle imprese "sono già stati dati in questi anni 185 miliardi, senza condizionalità".

“Forze fasciste vanno sciolte ma non ci sarebbero voti”

Landini è anche tornato sull’assalto alla sede della Cgil dello scorso ottobre, chiedendo nuovamente lo scioglimento di "tutte le forze che si richiamano al fascismo. Ci è stato detto da rappresentanti del governo che purtroppo ancora questo provvedimento non si può fare, perché non ci sarebbero le forze in parlamento per votarlo".

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