Frosinone, detenuto spara nel carcere: nessun ferito

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Oggi lo stesso capo del Dap, su indicazione della ministra della Giustizia, sarà nel carcere di Frosinone per capire come tutto ciò sia potuto succedere. Il detenuto è stato trasferito in un altro penitenziario

Un detenuto ha sparato nel carcere di Frosinone con una pistola con matricola abrasa che gli è stata recapitata con un drone sulla finestra della sua cella: nessuno sarebbe rimasto ferito. Una vicenda che i sindacati della polizia penitenziaria, che l'hanno resa nota, definiscono "gravissima e incredibile". Oggi lo stesso capo del Dap, su indicazione della ministra della Giustizia, sarà nel carcere di Frosinone per capire come tutto ciò sia potuto succedere. Il detenuto è stato trasferito in un altro penitenziario. I fatti si sarebbero verificati, ricostruisce Donato Capece, segretario generale del Sappe, nel pomeriggio, quando "un detenuto di 28 anni, ristretto in Alta Sicurezza per reati connessi alla criminalità organizzata - camorra - una volta autorizzato a uscire dalla cella per fare la doccia ha puntato una pistola in faccia al poliziotto penitenziario e si è fatto consegnare le chiavi delle altre celle altrimenti lo avrebbe ammazzato. Poi ha raggiunto le celle di altri detenuti, che nei giorni scorsi lo avevano minacciato e picchiato, e, dopo avere tentato inutilmente di aprirle, ha sparato all'interno tre colpi di pistola".

Nessun ferito

Secondo Capece, nessuno è stato colpito, ma altre fonti penitenziarie riferiscono di alcuni detenuti leggermente feriti. In ogni caso, dopo gli spari "il detenuto, che possedeva illegalmente anche un telefono cellulare - continua il sindacalista del Sappe - ha chiamato il suo avvocato che lo ha convinto a consegnare la pistola al personale di Polizia Penitenziaria prontamente accorso. Cosa che ha fatto, non prima di ingoiare la sim card del telefonino. Assurdo e incredibile". Secondo Leo Beneduci, segretario del sindacato Osapp, "il fatto è di una gravità inaudita e probabilmente solo il caso fortuito non ha portato a più gravi conseguenze". Duro il commento di Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. "Mentre attendiamo invano da mesi che la ministra Cartabia batta un colpo, nella casa circondariale di Frosinone i colpi arrivano, ma dalla pistola in possesso di un detenuto verosimilmente introdotta con un drone. A questo punto, crediamo che serva costituire una vera e propria unità di crisi magari sotto l'egida di Palazzo Chigi" perché "le carceri sono fuori controllo" e "dal ministero continuano a mostrarsi inermi e inerti". Dura anche la reazione della Fp Cgil. "Non possiamo accettare - dice Stefano Branchi - una situazione così aberrante, il sistema penitenziario è ormai inevitabilmente compromesso. Carenze organiche, di strumenti, di formazione, di risorse e strutture obsolete sono ormai la punta dell'iceberg che portano ormai a ricadute sempre più frequenti e preoccupanti". Per Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia penitenziaria Spp, "il carcere è diventato il luogo di regolamento dei conti a colpi di pistola tra affiliali alla criminalità organizzata. Se non interverranno misure immediate, tra le quali il potenziamento di mezzi e personale, torneremo indietro agli anni bui dei terroristi detenuti".  Nella serata di ieri, da fonti di via Arenula si è appreso che la ministra Marta Cartabia, "a fronte della gravità di quanto successo", ha chiesto al capo del Dap, Bernardo Petralia, di annullare gli impegni per la giornata di oggi, per andare di persona nel carcere di Frosinone. Stamttina nel carcere ciociaro arriverà prima il provveditore del Lazio Carmelo Cantone, poi alle 16 ci sarà una riunione straordinaria nell'istituto con Petralia e i direttori generali del personale (Massimo Parisi) e dei detenuti (Gianfranco de Gesu).

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