Afghanistan, l'arrivo degli italiani a Fiumicino. VIDEO

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Il Kc767 dell'Aeronautica Militare proveniente da Kabul ha riportato in Italia 74 persone che hanno lasciato il Paese dopo l'avanzata dei Talebani. È il primo volo del ponte aereo messo a punto dalla Difesa

Il Kc767 dell'Aeronautica Militare proveniente da Kabul ha riportato in Italia 74 persone che hanno lasciato l'Afghanistan dopo l'avanzata dei Talebani: si tratta di personale dell'ambasciata, connazionali che si trovavano in Afghanistan ed una ventina di ex collaboratori afghani a rischio ritorsioni se fossero rimasti in Patria. (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - TUTTI I VIDEO - LO SPECIALE - LA MAPPA DELL'AVANZATA DEI TALEBANI - I VIDEO DELLA PARTENZA DEGLI ITALIANI DA KABUL) È il primo volo del ponte aereo messo a punto dalla Difesa per evacuare gli italiani dall'Afghanistan. 

Medico afghano arrivato a Roma: “Ci sentiamo traditi”

"Ci sentiamo traditi. I nostri collaboratori hanno creduto in noi e ora sono abbandonati e rischiano a vita. Abbiamo lasciato collaboratori a Kabul e non sappiamo ora come aiutarli, come dobbiamo fare. Donne che non possono muoversi, che hanno collaborato con noi , che abbiamo formato, ostetriche, medici, che lavoravano con noi ed ora sono abbandonati. I nostri ospedali sono abbandonati, non hanno farmaci, e malati muoiono. Bambini che non hanno da mangiare. La situazione è gravissima. Io sono un medico rifugiato che ha collaborato a progetti sanitari a Kabul e nelle province. Abbiamo costruito progetti ed ora sono abbandonati. Avevo creduto molto nella transizione ed ora sono deluso", ha detto un medico afghano che lavora con l'agenzia italiana per la Cooperazione e arrivato oggi a Fiumicino.

“L'esercito si è arreso? Non viene pagato da mesi”

"I nostri collaboratori sanitari, che abbiamo formato, rischiano la vita, hanno paura di morire. Lancio l'appello alla comunità internazionale: salvate i nostri collaboratori rimasti lì. Perché l'esercito non ha combattuto? Da un esercito che non ha ricevuto il salario da 6-7 mesi che cosa vi aspettate? Che combatta? Dopo 20 anni quale speranza ora ci può essere? ", ha proseguito il medico afghano, già rifugiato politico nel 1984 in Italia.

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