San Pietro e Paolo, Papa Francesco: “Solo una Chiesa libera è una Chiesa credibile”

Lazio

"Siamo chiamati a essere liberi dalle ipocrisie dell'esteriorità, a essere liberi dalla tentazione di imporci con la forza del mondo anziché con la debolezza che fa spazio a Dio, liberi da un'osservanza religiosa che ci rende rigidi e inflessibili, liberi dai legami ambigui col potere”, ha detto il Pontefice

"Solo una Chiesa libera è una Chiesa credibile", ha detto Papa Francesco nel giorno della festa dei santi Pietro e Paolo. "Siamo chiamati a essere liberi dal senso della sconfitta dinanzi alla nostra pesca talvolta fallimentare, a essere liberi dalla paura che ci immobilizza e ci rende timorosi", ha detto il Pontefice durante la Messa. "Siamo chiamati a essere liberi dalle ipocrisie dell'esteriorità, a essere liberi dalla tentazione di imporci con la forza del mondo anziché con la debolezza che fa spazio a Dio, liberi da un'osservanza religiosa che ci rende rigidi e inflessibili, liberi dai legami ambigui col potere e dalla paura di essere incompresi e attaccati".

Le parole di Papa Francesco

Ripercorrendo nell'omelia la testimonianza dei due santi apostoli, "due colonne portanti della Chiesa", patroni della Città di Roma, Francesco ha ricordato che "Pietro e Paolo sono liberi solo perché sono stati liberati". "Al centro della loro storia non c'è la loro bravura, ma l'incontro con Cristo che ha cambiato la loro vita - ha spiegato il Papa - Hanno fatto l'esperienza di un amore che li ha guariti e liberati e, per questo, sono diventati apostoli e ministri di liberazione per gli altri". "La Chiesa guarda a questi due giganti della fede e vede due Apostoli che hanno liberato la potenza del Vangelo nel mondo, solo perché sono stati prima liberati dall'incontro con Cristo", ha detto ancora. "Pietro e Paolo - ha sottolineato il Papa - ci consegnano l'immagine di una Chiesa affidata alle nostre mani, ma condotta dal Signore con fedeltà e tenerezza; di una Chiesa debole, ma forte della presenza di Dio; di una Chiesa liberata che può offrire al mondo quella liberazione che da solo non può darsi: la liberazione dal peccato, dalla morte, dalla rassegnazione, dal senso dell'ingiustizia, dalla perdita della speranza che abbruttisce la vita delle donne e degli uomini del nostro tempo".

Pope Francis leads a Holy Mass on the Solemnity of Saints Peter and Paul, Apostles in Saint Peter's Basilica at the Vatican City, 29 June 2021. ANSA/GIUSEPPE LAMI
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Papa Francesco: “Chiediamoci quante catene vanno spezzate”

“Chiediamoci oggi - ha proseguito - le nostre città, le nostre società, il nostro mondo, quanto hanno bisogno di liberazione? Quante catene vanno spezzate e quante porte sbarrate devono essere aperte!". "Noi possiamo essere collaboratori di questa liberazione, ma solo se per primi ci lasciamo liberare dalla novità di Gesù e camminiamo nella libertà dello Spirito Santo", ha aggiunto il Pontefice. Bergoglio si è quindi soffermato sul fatto che "oggi i nostri fratelli arcivescovi ricevono il Pallio", e che "questo segno di unità con Pietro ricorda la missione del pastore che dà la vita per il gregge". "È donando la vita che il Pastore, liberato da sé, diventa strumento di liberazione per i fratelli", ha aggiunto. Ha infine ricordato che "oggi è con noi la Delegazione del Patriarcato Ecumenico, inviata in questa occasione dal caro fratello Bartolomeo: la vostra gradita presenza - ha osservato - è un prezioso segno di unità nel cammino di liberazione dalle distanze che scandalosamente dividono i credenti in Cristo. Grazie per la vostra presenza". "Preghiamo per voi, per i Pastori, per la Chiesa, per tutti noi - ha concluso il Papa -: perché, liberati da Cristo, possiamo essere apostoli di liberazione nel mondo intero".

"Grazie a Benedetto XVI, contemplativo del Vaticano"

"Oggi per noi ricorre un anniversario che tocca il cuore di tutti noi: "70 anni fa papa Benedetto veniva ordinato sacerdote”, ha poi detto all’Angelus. "A te, Benedetto, caro padre e fratello, va il nostro affetto, la nostra gratitudine e la nostra vicinanza", ha affermato. "Lui vive nel monastero - ha proseguito - un luogo voluto per ospitare le comunità contemplative qui in Vaticano perché pregassero per la Chiesa. Attualmente è lui il contemplativo del Vaticano, che spende la sua vita pregando per la Chiesa e la diocesi di Roma, della quale è vescovo emerito”.

"Oggi per noi ricorre un anniversario che tocca il cuore di tutti noi: "70 anni fa papa Benedetto veniva ordinato sacerdote”, ha poi detto all’Angelus. "A te, Benedetto, caro padre e fratello, va il nostro affetto, la nostra gratitudine e la nostra vicinanza", ha affermato. "Lui vive nel monastero - ha proseguito - un luogo voluto per ospitare le comunità contemplative qui in Vaticano perché pregassero per la Chiesa. Attualmente è lui il contemplativo del Vaticano, che spende la sua vita pregando per la Chiesa e la diocesi di Roma, della quale è vescovo emerito”.

Il pontefice si è poi rivolto anche ai cittadini della Capitale: "Benedico voi, cari romani - ha proseguito -. Auguro ogni bene alla città di Roma, che grazie all'impegno di tutti voi, di tutti i cittadini, sia vivibile e accogliente, che nessuno sia escluso, che i bambini e gli anziani siano curati, che ci sia lavoro e che sia dignitoso, che i poveri e gli ultimi siano al centro dei progetti politici e sociali". "Prego per questo e anche voi, carissimi fedeli di Roma, pregate per il vostro vescovo. Grazie", ha concluso il Papa.

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