Cimitero feti a Roma, la procura chiede l’archiviazione dell’indagine

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L’indagine era stata avviata nell'ottobre scorso sulla vicenda del cimitero dei feti al Flaminio con il nome della madre, che avevano interrotto la gravidanza, scritto sulle croci. Nel procedimento si ipotizzavano i reati di violazione della legge sull’aborto e sulla diffusione dei dati personali. All’archiviazione si oppone l’Associazione Differenza Donna

La procura di Roma ha chiesto di archiviare il procedimento avviato nell'autunno scorso sulla vicenda del cimitero dei feti al Flaminio con il nome delle madri che avevano interrotto la gravidanza scritto sulle croci. Nel procedimento si ipotizzavano i reati di violazione della leggi sull'aborto e sulla diffusione dei dati personali. All'archiviazione si opporrà l'associazione Differenza Donna che sulla vicenda presentato un esposto.

La richiesta di archiviazione

Nella richiesta di archiviazione il pm afferma che "le indagini svolte hanno documentato come le violazioni riscontrate non siano da imputarsi a condotte dolose e volte a danneggiare la riservatezza delle donne o ad un vantaggio personale, finanche di natura morale, ma unicamente da colpa nell'errata interpretazione dei regolamenti comunali" e quindi "si ritiene che non vi siano i presupposti per utile esercizio dell'azione penale".

L'associazione: "Continuiamo a sostenere le donne"

"Continuiamo a sostenere le donne - afferma Elisa Ercoli, presidente dell'associazione Differenza Donna - nella richiesta di approfondimento delle responsabilità per le violazioni riscontrate ed è stata presentata opposizione all'archiviazione. L'esposizione non autorizzata e massiva dei nominativi delle donne che si sono sottoposte a interruzione di gravidanza per esigenze terapeutiche costituisce, infatti, solo l'ultimo dei trattamenti inumani e degradanti cui sono esposte le donne che vi ricorrono".

Avvocati: "Dalle indagini emersa fondatezza violazioni che abbiamo denunciato"

Per gli avvocati Teresa Manente e Ilaria Boiano "il dato certo, evidenziato anche dal Garante dei dati personali, è che dalle indagini è emersa la fondatezza delle violazioni che abbiamo denunciato: i nomi di migliaia di donne sono stati oggetto di un trattamento senza fondamento giuridico ed è necessario approfondire ruoli e responsabilità di chi è incaricato del trasferimento presso il cimitero Flaminio. Con l'atto di opposizione sottolineiamo innanzitutto la necessità di approfondire caso per caso nei confronti di ciascuna donna che ha denunciato, due condotte: la rivelazione della propria identità in quanto donne che si sono sottoposte alle procedure indicate dalla legge 194, punita dall'art. 21 e il successivo trattamento illecito dei dati personali, chiedendo di approfondire le indagini con riguardo ai costi che comporta il seppellimento non richiesto per l'erario e di verificare se quei lotti sono scenario di manifestazioni o eventi di ogni tipo con finalità antiabortiste".

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