A presentarla in Regione la presidente della commissione Eleonora Mattia: "Siamo la prima Regione in Italia a mettere nero su bianco che c'è un problema con il lavoro delle donne e a mettere in campo soluzioni concrete”
Primo via libera all'unanimità alla proposta di legge della Regione Lazio per la parità retributiva tra i sessi e il sostegno all'occupazione femminile. Passata in commissione Lavoro, ora dovrà andare in Aula. A presentarla in Regione la presidente della commissione Eleonora Mattia: "Siamo la prima Regione in Italia a mettere nero su bianco che c'è un problema con il lavoro delle donne e a mettere in campo soluzioni concrete”, afferma. Mattia ha parlato delle "professioniste che ogni giorno si alzano e sanno che la loro voce sarà presa meno sul serio, a quelle che quando si sceglie un posto va sistematicamente ad un uomo, anche meno qualificato”.
Oltra a Mattia, presenti anche il vice presidente della Regione, Daniele Leodori, gli assessori regionali all'Agricoltura, Enrica Onorati, e alla Transizione ecologica, Roberta Lombardi, l'assessore al Lavoro, Claudio Di Berardino.
Il testo
Il testo approvato in Commissione si presenta come una legge quadro sul lavoro femminile e mette in campo strumenti per l'attuazione della parità retributiva, per l'inserimento e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro. Politiche attive del lavoro e formazione per le nuove competenze, educazione finanziaria e materie STEM, e incentivi alle imprese che assumono donne a tempo indeterminato; impegno contro le molestie nei luoghi di lavoro come previsto dalla convenzione ILO. Ancora: sostengo all'imprenditoria femminile e alle donne in condizioni di disagio con il microcredito, ma anche strumenti di conciliazione dei tempi di vita, per la diffusione di una cultura paritaria nelle imprese e per la rappresentanza equa dei generi nelle posizioni apicali.
Nel Lazio una donna su due non lavora
Nel Lazio ancora 1 donna su 2 non lavora (52,1%) e solo nell'ultimo anno, secondo i dati Eures e Istat, l’occupazione femminile è scesa del 3,1% contro l'1,1% degli uomini, 33mila unità perse su un totale di 44mila posti in meno. Se la contrattazione collettiva e i minimi retributivi contengono, almeno formalmente, il gap nel lavoro subordinato, la situazione è allarmante per le libere professioniste che guadagnano fino al 45% in meno dei colleghi uomini. Secondo l'ultimo rapporto Adepp, per esempio, se un medico nel Lazio dichiara un reddito di 52mila euro annui, per le colleghe il dato si ferma a 35mila. Invece un avvocato donna guadagna circa 27mila euro l'anno di fronte di 65mila dei colleghi uomini, il 41% in meno. “Con questa legge continuiamo a costruire un Lazio più giusto, innovativo, coraggioso. Lo dobbiamo - ha concluso Eleonora Mattia - a tutte le donne".