Lo ha affermato nel corso di dichiarazioni spontanee nel processo che lo vede imputato di concorso in omicidio del vicebrigadiere insieme a Gabriele Natale Hjorth
"Nel momento in cui stavamo lasciando la stanza ho messo il coltello nella tasca della mia felpa. E' stata una mia decisione e non so se Gabriel ha visto ciò che stavo facendo. Abbiamo indossato le felpe con il cappuccio perché' se Sergio Brugiatelli (il facilitatore dei pusher a cui avevano rubato lo zaino ndr) arrivava con i suoi amici non ci avrebbero riconosciuto e potevamo scappare". Lo afferma Finnegan Lee Elder nel corso di dichiarazioni spontanee nel processo che lo vede imputato di concorso in omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega assieme a Gabriele Natale Hjorth. "Stupidamente mi sentivo al sicuro col coltello - ha aggiunto -, mi rassicurava l'idea di averlo con me”.
Le dichiarazioni di Elder
Elder ha dichiarato: “Quando sono uscito con Natale l'ho preso ma non pensavo di usarlo: avevo una sensazione di paura e ansia per dover incontrare uno spacciatore che poteva arrivare con suoi amici. Ero in un Paese straniero di cui non capivo la lingua. Capisco che dopo quello che è successo si possono trovare molti argomenti ma quella era una stupida cautela dettata dalla mia paura, andare in giro con un coltello negli Usa non è strano. In quel momento non avevo la minima idea di che persone fossero Sergio e i suoi amici. Secondo me erano spacciatori criminali e per questo potenzialmente pericolosi".