Covid Roma, medici negazionisti e no vax: Ordine avvia procedimento disciplinare

Lazio

Tredici medici hanno negato l’esistenza del virus e sostenuto l’inefficacia dei vaccini sui social network e in tv. Per dieci di loro il procedimento si è già concluso

L’Ordine di medici di Roma ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di 13 medici, rei di aver diffuso in tv e sui social media posizioni negazioniste e no vax, sostenendo che il Covid non esiste, che si tratta di un'influenza e che i vaccini in generale non servono a niente (LE PAROLE DELLA PRIMA VACCINATA). Per dieci di loro, spiega all'ANSA il presidente Antonio Magi, il procedimento si è già concluso, mentre per gli altri tre è ancora in corso. (COVID: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEL CONTAGIO - LA SITUAZIONE A ROMA)

Magi: “Oltre 70% dei nostri medici ha aderito a campagna vaccinale”

Il presidente ha poi spiegato: ”Quasi il 70% dei nostri medici ha aderito all'invito a vaccinarsi contro il Covid. A livello scientifico le discussioni e i dubbi di alcuni non sono sulle reazioni avverse, finora in linea con quelle degli altri vaccini, quando sui tempi rapidi di sviluppo del vaccino e la durata della sua immunità”. Magi chiede però di vaccinare anche i medici privati e gli odontoiatri. "Oltre al vaccino comunque - continua - di cui non si conosce l'esatta durata dell'immunità, credo che un valido aiuto potrà arrivare anche dagli anticorpi monoclonali e la terapia con anticorpi, che darebbe immunità immediata, che si sta sperimentando nel Regno Unito". Una delle questioni da risolvere in tempi brevi, secondo Magi, riguarda i medici che lavorano nelle strutture private e gli odontoiatri, "che non hanno potuto aderire finora alla vaccinazione. Come Ordine abbiamo dato la nostra disponibilità alla Regione a raccogliere le loro adesioni". Infine, Magi guarda anche ai vaccini che verranno approvati nei prossimi mesi, come quello di AstraZeneca, "che non richiedono temperature di conservazione così basse - conclude il presidente - In questo modo sarebbe più facile gestire i vaccini e somministrali anche negli studi dei medici di famiglia”.

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