Covid Roma, sarà un'infermiera di 29 anni la prima a essere vaccinata

Lazio

Si chiama Claudia Alivernini e lavora presso il reparto malattie infettive dello Spallanzani, ma in questi mesi di emergernza Covid ha anche curato molti anziani presso il loro domicilio

Ha 29 anni è romana e lavora presso il reparto malattie infettive dello Spallanzani, ma in questi mesi di emergernza Covid ha anche curato presso il loro domicilio molti anziani. Si chiama Claudia Alivernini la prima infermiera che sarà vaccinata all'Istituto Nazionale di Malattie Infettiva Lazzaro Spallanzani, in occasione del V-Day il 27 dicembre. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI – MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

Chi è Claudia Alivernini

Claudia, laureata in scienze infermieristiche presso la Facoltà de La Sapienza, ha dato la disponibilità per lavorare nelle unità mobili Uscar e questo l'ha portata, oltre all'esperienza in reparto, anche presso i domicili delle persone anziane che avevano più bisogno di assistenza. Nonostante l'intensa attività lavorativa in reparto e nelle Uscar, Claudia sta proseguendo il suo percorso formativo in un master in infermieristica forense. È la più giovane e la prima nel Lazio che si sottoporrà alla vaccinazione.

Medico tra i primi vaccinati: "Dal 28 nelle Rsa"

Anche Pier Luigi Bartoletti, vicesegretario nazionale Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale, e segretario Fimmg Roma, si sottoporrà al vaccino contro il Covid domenica all'ospedale Spallanzani, dopo i primi cinque sanitari. Già il 27 stesso verranno vaccinati 50 medici e 50 infermieri e dal 28, Bartoletti annuncia che se non ci saranno intoppi si partirà con le vaccinazioni nelle RSA, iniziando dalla ASL Roma 4, per quante se ne potranno fare al giorno, considerato un insieme tra medici e degenti di circa 5mila persone. "Su questo vaccino abbiamo letto tanto, sappiamo tutto-rileva il segretario Fimmg Roma- ma non lo abbiamo mai fatto, non sappiamo che effetti avrà sulle persone. In generale non sono effetti preoccupanti, secondo le testimonianze di colleghi che lo hanno fatto. Il nostro problema è pratico: se vacciniamo cinquanta colleghi domenica e non si verificano effetti collaterali sappiamo che possono essere utilmente impiegati ad esempio martedì, se invece si riscontrano effetti collaterali, anche i più banali, come un lieve rialzo febbrile assolutamente frequente, ci dovremo porre il problema di vaccinare i colleghi e gli infermieri in modo da consentire turni sempre coperti".

"Ho chiesto già - prosegue - di poter vaccinare tutti i colleghi che stanno a più stretto contatto col Covid. I medici di famiglia sono quelli che stanno più in contatto con le persone, la priorità deve essere al più presto vaccinarli. Dobbiamo avere logistica necessaria e dosi sufficienti: non sono grossi numeri nel Lazio 5mila medici. Non penso sia un problema, con l'arrivo del vaccino Moderna, vaccinare tutti quanti, in tempi rapidi". "Dopo le RSA- conclude Bartoletti- per quanto riguarda invece la popolazione, si andrà avanti per fasce di rischio e poi a scendere".

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