Inchiesta nomine a Roma, Raggi assolta in appello: "Quattro anni di solitudine politica"

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Già in primo grado la sindaca era stata assolta con la formula "perché il fatto non costituisce reato". "È una mia vittoria. Credo che debbano riflettere in tanti, anche e soprattutto all'interno del M5s", il commento della prima cittadina. Di Maio: "Continua a resistere grande donna"

La sindaca di Roma, Virginia Raggi, è stata assolta in appello nel processo alla prima cittadina, accusata di falso per  la nomina di Renato Marra, fratello dell'ex capo del personale del Campidoglio Raffaele, a capo del dipartimento turismo del Comune di Roma (LA VICENDA - L'INCHIESTA). La nomina venne poi ritirata. In primo grado la sindaca era stata assolta con la formula "perché il fatto non costituisce reato". La decisione della corte di oggi è stata accolta con un applauso dalle persone presenti in aula. Raggi ha abbracciato il marito.

Raggi: "Vittoria mia, M5s rifletta"

"Questa è una mia vittoria, del mio staff, delle persone che mi sono state a fianco in questi quattro lunghi anni di solitudine politica ma non umana. Credo che debbano riflettere in tanti, anche e soprattutto all'interno del M5s", il primo commento della sindaca dopo la sentenza. "Ora - ha aggiunto - è troppo facile voler provare a salire sul carro del vincitore con parole di circostanza dopo anni di silenzio. Chi ha la coscienza a posto non si offenda per queste parole ma tanti altri, almeno oggi, abbiano la decenza di tacere. Se vogliono dire o fare qualcosa realmente, facciano arrivare risorse e gli strumenti per utilizzarle ai romani e alla mia città - ha detto ancora Raggi -. C'è una legge di bilancio per dimostrare con i fatti di voler fare politica. Il resto sono chiacchiere".

"È la soluzione che ci aspettavamo, non ci siamo mai sentiti condizionati dal significato politico che i più volevano dare a questa sentenza”, affermano i legali difensori Pierfrancesco Bruno, Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori.

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Le reazioni

Sull'assoluzione ha espresso la propria soddisfazione anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: "Oggi Virginia Raggi è stata assolta. Ancora una volta. Continua a resistere grande donna, il MoVimento 5 Stelle resiste insieme a te", ha scritto su Facebook. "L'assoluzione di Virginia Raggi in appello è una notizia bellissima che conferma la trasparenza del suo operato. Roma è una città complessa e Virginia la sta amministrando con tanta dedizione e tanto coraggio", le parole invece del ministro ai Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà.

"La giornata di oggi purtroppo non cancella il fango con il quale è stata messa in discussione la dignità di Virginia, talvolta con toni più che scomposti - si legge nellanota diramata dal Movimento 5 stelle dopo la sentenza -. Siamo contenti per lei e per la sua squadra, che in questi anni per Roma ha sempre lavorato con un unico obiettivo: fare il bene dei cittadini romani. Ora Virginia vada avanti a testa alta".

"Virginia è stata assolta. Ancora una volta assolta - afferma dal canto proprio Alessandro Di Battista -. Adesso iniziate a rispettarla. Per quattro anni è stata diffamata, dileggiata, calunniata... È stata colpita dal sistema politico e mediatico per non aver avallato le olimpiadi di Malagò, Montezemolo e Caltagirone e dal fuoco amico partito da chi non sarà mai alla sua altezza ma non vuole accettarlo".

La requisitoria del pg e la richiesta di condanna

Nell'ambito del processo il pg di Roma, Emma D'Ortona, aveva chiesto "dieci mesi di reclusione per Virginia Raggi". Nella breve requisitoria il procuratore generale ha affermato che la "sindaca conosceva la posizione di Raffaele Marra e ha omesso di garantire l'obbligo che Marra si astenesse nella nomina del fratello Renato". Per il rappresentante dell'accusa "l'errore del precedente giudice (che ha assolto Raggi, ndr) è di avere trasformato una indagine documentale in dichiarativa".

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