"Willy è morto tra le mie braccia, non ha avuto nemmeno il tempo di rendersene conto. Sono tutti colpevoli", racconta la giovane
"Gabriele Bianchi ha sferrato a Willy un calcione all'addome che l'ha fatto cadere a terra e non lo ha fatto più respirare, poi tutti, lui, il fratello più piccolo Marco, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, l'hanno colpito ancora. Senza pietà. Willy è morto tra le mie braccia, non ha avuto nemmeno il tempo di rendersene conto. Sono tutti colpevoli". Così, in un'intervista al Messaggero, una testimone dell'omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne picchiato a morte tra sabato e domenica a Colleferro, cittadina tra le province di Roma e Frosinone. Domani il premier Conte, che si era detto scioccato per la vicenda, sarà ai funerali del ragazzo (I FUNERALI - GLI ARRESTI - L'AUTOPSIA - LA BANDA - L'INTERROGATORIO DEGLI ARRESTATI - LE PAROLE DI CONTE).
"Le molestie? Non era la prima volta"
"I fratelli Bianchi qui li conoscono tutti. E conosco anche Pincarelli e Belleggia. Tutto il gruppo sta spesso tra i locali di largo Santa Caterina, danno fastidio, sono sempre su di giri, non si tengono", racconta la testimone. Sul fatto che la rissa sarebbe cominciata dopo degli "apprezzamenti inopportuni" rivolti a una ragazza da Pincarelli, la teste racconta: "Non era la prima volta e mica solo lui. La settimana scorsa ha molestato anche me. Ero al compleanno di mio fratello che festeggiava in uno dei pub. Mi si è messo addosso, non mi lasciava in pace, pretendeva che andassi in auto con lui ad Artena", dice la giovane. "Sono dovuta correre via per liberarmene, farmi accompagnare a casa perché non si fermava. Ha rovinato la festa di mio fratello".
Il racconto della rissa
La notte dell'aggressione "io ero con la mia amica e ci stavamo dirigendo verso i giardinetti per tornare a casa. Prima ho visto Pincarelli che litigava con F. Quindi mi sono avvicinata a F. per capire meglio, con Pincarelli c'era Belleggia, quello col braccio ingessato, stanno sempre insieme", racconta. "Ho visto che Belleggia si era allontanato un momento e stava telefonando, per me potrebbe essere stato anche lui a chiamare i fratelli Bianchi, ma questo lo debbono verificare i carabinieri". "Poco dopo che ho notato Belleggia telefonare, ho visto piombare in strada a folle velocità quell'auto scura con tre ragazzi a bordo: uno è rimasto dentro, ma sono scesi i fratelli Bianchi che hanno cominciato a sbracciare. Gabriele si è accanito subito su Willy", prosegue la ragazza secondo cui il colpo letale è stato "il primo calcio all'addome, dato a freddo da Gabriele. Willy è rimasto senza fiato, l'ho sentito tirare due respiri e poi emettere come un rantolo. È finito a terra e quelli gli sono andati sopra. È durato tutto pochissimo", conclude la giovane.
Nuovi testimoni e tre ragazze da identificare
Sono almeno cinque i nomi messi a disposizione della Procura di Velletri dai difensori dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi. Cinque persone che erano presenti la notte tra sabato e domenica scorsa a Colleferro che hanno assistito alle varie fasi della rissa culminata con il drammatico pestaggio di Willy. Tra i soggetti che i pm potrebbero convocare anche Omar S., il giovane che nelle ore successive ai fatti ha pubblicato su Facebook, per poi cancellarli, due post in cui si diceva pronto a raccontare "la verità" tirando in ballo Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, le altre due persone arrestate. Potrebbe,inoltre, risultare prezioso nel ricostruire tutte le fasi che hanno preceduto il drammatico pestaggio il racconto di tre ragazze che quella sera hanno trascorso alcune ore con i fratelli Bianchi e con un loro amico. Le tre ragazze quella sera si trovavano nel pub e si sono allontanate con i due arrestati. In base a quanto affermato dai Bianchi al gip, si sarebbero appartate nella zona del cimitero per consumare un rapporto sessuale. Gli indagati,però, non hanno saputo riferire il nome delle giovani. In base a quanto si apprende al momento le tre non sono state ancora identificate dagli inquirenti.
Ares 118: "Ambulanza arrivata in 12 minuti"
"La chiamata per il soccorso è stata trasmessa dal Nue 112 alla nostra centrale operativa alle ore 3.31 - spiega l'Ares 118 in una nota, ripercorrendo le tappe dei soccorsi -. La Centrale operativa, dopo aver effettuato il triage, ha inviato sul posto l'ambulanza della postazione di Montelanico alle ore 3.33", che "è giunta sul posto alle ore 3.45: dall'attivazione del mezzo all'arrivo sul posto sono trascorsi 12 minuti". "Si ricorda che tutti i tempi dei soccorsi sono informatizzati e quindi non suscettibili di 'interpretazione'" prosegue la nota.