Latina, al via demolizione edificio reattore centrale elettronucleare

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Il piano prevede lo smantellamento di circa 600 blocchi in calcestruzzo armato di 2,2 tonnellate ciascuno. L’operazione, da circa 280 milioni di euro, comporta l’abbassamento della struttura da 53 a 38 metri

Sono partite oggi le attività di demolizione dell'edificio reattore della centrale elettronucleare di Latina a Borgo Sabotino. In sette anni cambierà lo skyline di quella che fu la prima centrale ad essere realizzata in Italia e che rimase in esercizio dal '63 all'87.

L’operazione

Il maxi piano di Sogin prevede lo smantellamento di circa 600 blocchi in calcestruzzo armato di 2,2 tonnellate ciascuno per un totale di 1.200 tonnellate. Il via alle operazioni oggi con il primo tassello, prima sezionato e poi portato a terra da circa 50 metri di altezza. Si tratta in particolare di smantellare gli schermi che isolavano dall'esterno le condotte superiori di collegamento fra i sei boiler e l'edificio reattore. I lavori si concluderanno nel gennaio 2021. Poi toccherà ai boiler. L'operazione di decommissioning, programmata da qui al 2027 e dal costo di circa 280 milioni di euro, prevede l' abbassamento della struttura da 53 a 38 metri. L'intervento aveva ricevuto l'autorizzazione lo scorso maggio dal ministero dello Sviluppo Economico, su parere dell'Autorità di sicurezza nucleare (Isin) e delle altre istituzioni competenti. 

La tecnica di demolizione

"Da oggi in poi - ha spiegato Agostino Rivieccio, responsabile Sogin (società pubblica che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari italiani) per la disattivazione della centrale di Latina - parte il piano per aggredire l'edificio esterno della centrale. Abbasseremo parzialmente l'edificio reattore. Resterà la parte che custodisce in sicurezza la grafite fino a che in Italia non entra in esercizio il deposito nazionale". In particolare, l'attività sull'impianto di Latina è unica in Italia, in quanto - ha spiegato Rivieccio- questa centrale appartiene alla prima generazione di impianti nucleari con un reattore a gas grafite, GCR-Magnox, differente dagli altri impianti nucleari come Caorso, Garigliano e Trino che sono ad acqua bollente e ad acqua in pressione. Gli schermi su cui si concentra questa prima parte del piano sono le strutture in calcestruzzo armato che isolavano dall'esterno le condotte superiori di collegamento fra i sei boiler e l'edificio reattore. Ogni schermo è costituito da due parti: un elemento superiore orizzontale, collegato all'edificio reattore, di circa 145 tonnellate e uno inferiore verticale, in uscita dai boiler, di circa 50 tonnellate. La tecnica adottata da Sogin per la loro rimozione è la demolizione controllata con taglio in quota, a circa 50 metri d'altezza, mediante disco diamantato, e la successiva movimentazione a terra dei blocchi sezionati, di circa 2 tonnellate ciascuno, con gru a torre appositamente installata. In seguito è previsto il trasferimento dei singoli blocchi in un'area attrezzata per separare il ferro dal calcestruzzo. Il materiale verrà poi inviato a recupero. "Questa soluzione ingegneristica - sottolineano gli esperti Sogin - garantisce la massima sicurezza nello svolgimento dei lavori e il minimo impatto per le strutture".

Il 93% del materiale sarà inviato a recupero

Complessivamente lo smantellamento della centrale di Latina produrrà circa 319mila tonnellate di materiali. Di queste saranno inviate a recupero circa 297mila tonnellate, pari al 93%, per la maggior parte composte da metalli e calcestruzzo. È uno dei dati che emerge dal maxi piano di demolizione. Piano di recupero che utilizza "soluzioni ingegneristiche per garantire la massima sicurezza" e prevede un capitolo ad hoc per una strategia di "economia circolare". "Sogin - si legge nel piano per la centrale di Latina - è impegnata nell'implementazione di una strategia di riduzione dell'impatto ambientale delle attività di decommissioning nucleare fin dalla fase di progettazione", anche con la separazione, il riutilizzo e l'invio a recupero dei materiali metallici (ferro e rame) e del calcestruzzo.

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