La guardia, approfittando della sua posizione e dietro compensi in denaro, avrebbe portato all'interno della struttura penitenziaria ingenti quantitativi di hashish e numerosi telefoni cellulari di ridotte dimensioni
Corruzione e traffico di sostanze stupefacenti destinate allo spaccio all'interno del carcere di Viterbo. Con queste accuse, sono state eseguite oggi tre ordinanze di custodia cautelare su disposizione del Gip di Viterbo, Rita Cialoni, a carico di altrettanti soggetti in concorso tra loro: si tratta di un detenuto italiano, già ristretto per altri motivi, di sua moglie, da oggi agli arresti domiciliari, e di un agente di Polizia Penitenziaria in servizio nella casa circondariale.
L’attività investigativa
Le indagini, condotte da personale di Polizia penitenziaria dell'istituto e coordinate dal sostituto procuratore di Viterbo Stefano D'Arma, hanno consentito di ricostruire tutta una serie di attività illecite avvenute fra il dicembre 2018 e tutto il 2019. Secondo l'accusa, l'agente, approfittando della sua posizione e dietro compensi in denaro, avrebbe portato all'interno della struttura penitenziaria ingenti quantitativi di hashish e numerosi telefoni cellulari di ridotte dimensioni, completi di schede SIM intestate a soggetti fittizi. Il diffuso e consistente operato del poliziotto sarebbe dimostrato dal numero di telefoni cellulari di ridotte dimensioni che nel solo anno solare 2019 il reparto di Polizia penitenziaria di Viterbo ha sequestrato a vari detenuti: 35 apparecchi telefonici, rispetto ad una media annuale che precedentemente aveva raggiunto i 5 o 6. I telefoni cellulari così illecitamente portati in carcere venivano poi rivenduti dal detenuto ai suoi compagni e lo stesso avveniva con la sostanza stupefacente, da lui spacciata all'interno delle sezioni detentive.
Il commento
"L'arresto di un appartenente al Corpo, all'esito di una complessa attività di indagine - scrive gnews, quotidiano del Ministero della Giustizia - dimostra la capacità del reparto di Polizia penitenziaria della casa circondariale di Viterbo, guidato dal comandante Daniele Bologna, di intervenire a difesa e a tutela dei valori di quegli stessi uomini e donne impegnati quotidianamente nel garantire l'ordine, la sicurezza e la disciplina dell'istituto penitenziario con senso del dovere e di responsabilità".