Roma, sequestro sede CasaPound: pm indaga per odio razziale e occupazione abusiva

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"Un momento storico, una vittoria per la città", ha scritto su Twitter la sindaca di Roma commentando la notizia della notifica del sequestro preventivo dell'immobile di via Napoleone III, sede storica del movimento

Sono state avviate le procedure per la notifica del provvedimento di sequestro preventivo dell'immobile in via Napoleone III, sede del movimento di estrema destra CasaPound. Il provvedimento è stato preso nell'ambito di una inchiesta della procura di Roma su istigazione all'odio razziale e occupazione abusiva. A rendere note le procedure di notifica è stata la Questura di Roma, dopo gli annunci di ieri su Twitter della vice ministra dell'Economia e delle Finanze, Laura Castelli, e della sindaca di Roma, Virginia Raggi. Il provvedimento è stato chiesto dalla Procura della Repubblica capitolina e concesso dal Gip al termine di un'indagine condotta dalla Digos. I reati contestati ai sedici indagati, tra cui Gianluca Iannone, Andrea Antonini e Simone Di Stefano, leader del movimento, sono associazione a delinquere finalizzata all'istigazione all'odio razziale e occupazione abusiva di immobile. A quanto si apprende, la notifica del provvedimento del gip di Roma, che ha accolto le richieste del pm Eugenio Albamonte, verrà completata all'inizio della prossima settimana. L'edificio passerà ora nella disponibilità del tribunale, mentre l'eventuale programmazione dello sgombero della struttura dovrà essere decisa in seno al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza che dovrà coordinarsi con la Procura.

Raggi: "Una vittoria per la città"

"Un momento storico, una vittoria per la città", ha scritto su Twitter la sindaca di Roma commentando la notizia della notifica. Poi ha aggiunto, intervistata da La7: "Se procederemo in modo 'bipartisan' sugli sgomberi? C'è un elenco che ha la prefettura, che procede secondo il criterio degli immobili pericolanti o dei provvedimenti di sgombero. In questo caso la Procura si è mossa: noi diamo assistenza per assistere le fragilità che non hanno colore politico".
La sindaca, più tardi, ha scritto un post su Facebook: "Penso che la criminalità non si sia nascosta, io però vado avanti a testa alta e la contrasto. Non ultimo, e devo ringraziare la procura che ha fatto un ottimo lavoro, notificando un provvedimento di sequestro per l'immobile di via Napoleone III, quello occupato da oltre 18 anni da Casapound, e quindi anche lì si va a ristabilire la legalità. Abbiamo buttato giù i villini dei Casamonica, una famiglia purtroppo storica della criminalità romana che ha iniziato con estorsione, usura, rapine, racket, droga, spaccio. Penso che la criminalità vada contrastata facendo vedere che lo Stato c'è, che lo Stato è forte e non arretra. Si fa tutti insieme, ci si mette la faccia a difesa dei cittadini onesti".
Anche capogrupo M5S in Campidoglio, Giuliano Pacetti, è intervenuto con un post su Facebook: "Dopo ogni azione massiccia di ripristino della legalità arrivano puntuali le minacce alla sindaca Virginia Raggi. Siete solo dei vigliacchi e dei vigliacchi non si può avere paura". 

Le lettere inviate dalla sindaca nei giorni scorsi

Nei giorni scorsi Virginia Raggi aveva inviato due lettere al ministro della Difesa Lorenzo Guerini e a quello dell'Economia Roberto Gualtieri chiedendo lo sgombero di due occupazioni abusive di CasaPound Italia. Si trattava appunto della "storica" sede di via Napoleone III, nel cuore del quartiere Esquilino, e di una nuova occupazione di un complesso edilizio di Ostia, in via delle Baleniere, gestita da un'associazione spalleggiata da CasaPound Italia. Al Ministero dell'Economia, proprietario dell'edificio all'Esquilino, la sindaca aveva chiesto lumi circa l'iter di sgombero dell'immobile "occupato illegalmente da 15 anni". A Guerini la prima cittadina ha chiesto "di ripristinare la legalita' negli immobili di Ostia" di proprietà dell'Aeronautica Militare.

Danno da 4,6 milioni di euro secondo la Corte dei Conti

Contro la sede di CasaPound, occupata dal 2003, è in piedi una procedura di sgombero avviata lo scorso 19 luglio dal Demanio, accompagnata da una denuncia alla procura di Roma. La Corte dei Conti ha calcolato un danno erariale di 4,6 milioni per omessa disponibilità del bene e mancata riscossione dei canoni da parte del Demanio stesso e del Miur.

Anpi: "Viva soddisfazione per il procedimento"

"Siamo contenti che questa iniziativa sia stata assunta. Ora aspettiamo l'evoluzione dal punto di vista giudiziario", commenta l'Anpi. "Esprimiamo viva soddisfazione per il provvedimento che era stato richiesta dalla procura sulla base della nostra denuncia", sottolinea il vicepresidente, Emilio Ricci.

Inno nazionale e tricolore in risposta al provvedimento

In risposta al provvedimento i leader di CasaPound hanno diffuso stamani l'inno nazionale dalla finestre dello stabile di via Napoleone III, quartier generale del movimento, e hanno appeso una bandiera tricolore. In un post sulla propria pagina Facebook, CasaPound Italia ha annunciato un presidio: "Per tutti coloro che vogliono mostrare solidarietà e vicinanza a CasaPound dopo gli ultimi attacchi strumentali, per gli amici, i rappresentanti delle istituzioni, gli esponenti del mondo della cultura, per tutti gli uomini liberi, l'appuntamento è oggi alle ore 17.30 in via Napoleone III numero 8".

Di Stefano: "Minacce a Raggi? Chi minaccia persone è un matto"

"Minacce a Raggi su Twitter? E' pieno di matti. Non ci dobbiamo dissociare perché non siamo associati. Chi va in giro a minacciare le persone è un matto, lo diciamo chiaramente. Noi preghiamo che a Raggi non venga torto un capello. Chi minaccia le persone è un sociopatico, mettetegli la camicia di forza. Non è una questione politica". Così il vicepresidente di CasaPound, Simone Di Stefano, ai piedi del palazzo di via Napoleone III: "I social danno voce a tanti imbecilli, anonimi potrebbe essere chiunque, anche uno dei centri sociali mascherato da CasaPound che minaccia. Di che parliamo? Il sindaco è in campagna elettorale, e il governo gli va appresso. Non ci sono atti: è come i miliardi di Conte.‎ Non si capisce perché si debba cominciare da qui e non da altri cento in lista stilata dalla prefettura e dalla questura. Nessuno è stato sgomberato, si deve cominciare da qui. Perché? Forse la Raggi è in campagna elettorale e deve ricominciare a prendere voti sul Pd?"

"Sgombero coatto? Noi vogliamo restare"

Di Stefano ha proseguito: "Se in caso di sgombero coatto opporremo resistenza? Noi siamo qui da 16 anni. Ovviamente abbiamo intenzione di restare ancora. Se qualcuno ha intenzione di fare uno sgombero vediamo cosa succede quel giorno. Noi abbiamo intenzione di mantenere l'occupazione e il palazzo. Questo è un palazzo pubblico, lo si può assegnare alle famiglie che vivono qui. Il problema non è affittare una sede legale: il movimento è nato sulle barricate di questa occupazione, è un simbolo. Non costa all'erario: era stato abbandonato. Qui c'erano 18 uffici sgangherati che chi ha occupato ha mantenuto. Se vogliono un introito lo affittassero a fitto calmierato alle famiglie. Loro sono ben disposte a pagarlo. Lo spazio di CasaPound qua dentro è la sala conferenze, l'unico punto di aggregazione culturale di questo quartiere allo sfacelo. In 16 anni abbiamo fatto 200 conferenze invitando tutti, anche Paola Concia, gente di destra, sinistra,centro, artisti. Tutti".

"Qui ci sono una sessantina di persona, rifiutiamo strutture Comune"

Ha poi concluso: "In questo momento nel palazzo ci sono come sempre una sessantina di persone, anziani, bambini, disabili, da anni. Se saranno sgomberate non andranno a Ostia: quella occupazione non è di CasaPound, ma di cittadini che hanno chiesto a noi un appoggio per sistemare l'area. Ma è già piena di famiglie. Dove andranno se sgomberate non lo sappiamo: l'ultima volta che è stata sgomberata una palazzina che difendevamo a via del Colosseo, le famiglie sono state mandate in campeggio o in campo nomadi. Non so che strutture abbia il Comune di Roma, noi comunque le rifiutiamo. Non abbiamo intenzione di ascoltare Raggi e le sue offerte"‎.

La sede di Casapound a Roma, in una immagine del 06 agosto 2019. ANSA/ANGELO CARCONI

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