Papa Francesco: “La proclamazione di Roma Capitale fu un evento provvidenziale”

Lazio
Le celebrazioni (ANSA)

Sono le parole del Pontefice riportate nel messaggio, inviato in occasione delle celebrazioni dei 150 anni di Roma Capitale, letto questo pomeriggio dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, al Teatro dell'Opera di Roma 

"La proclamazione di Roma Capitale fu un evento provvidenziale, che allora suscitò polemiche e problemi. Ma cambiò Roma, l'Italia e la stessa Chiesa: iniziava una nuova storia", ha detto Papa Francesco nel messaggio inviato in occasione delle celebrazioni dei 150 anni di Roma Capitale, il cui testo è stato letto questo pomeriggio dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, al Teatro dell'Opera di Roma.

Il messaggio di Papa Francesco

"In 150 anni, Roma è tanto cresciuta e cambiata, da ambiente umano omogeneo a comunità multietnica", sottolinea il Papa citando Giovanni Paolo II, e "la Chiesa, in questa vicenda, ha condiviso le gioie e i dolori dei romani", aggiunge ricordando "tre momenti di questa ricca storia comune". "Il pensiero – ricorda Papa Francesco – va ai nove mesi dell'occupazione nazista della città, segnati da tanti dolori, tra il 1943 e il 1944. Dal 16 ottobre 1943, si sviluppò la terribile caccia per deportare gli ebrei. Fu la Shoah vissuta a Roma. Allora, la Chiesa, fu uno spazio di asilo per i perseguitati: caddero antiche barriere e dolorose distanze". "Da quei tempi difficili – prosegue Bergoglio – traiamo prima di tutto la lezione dell'imperitura fraternità tra Chiesa cattolica e Comunità ebraica, da me ribadita nella visita al Tempio Maggiore di Roma. Inoltre siamo anche convinti, con umiltà, che la Chiesa rappresenti una risorsa di umanità nella città. E i cattolici sono chiamati a vivere con passione e responsabilità la vita di Roma, specie i suoi aspetti più dolorosi". Papa Francesco ricorda poi gli anni del Concilio Vaticano II, dal 1962 al 1965, quando "Roma brillò come spazio universale, cattolico, ecumenico. Divenne città universale di dialogo ecumenico e interreligioso di pace. Si vide quanto la città significhi per la Chiesa e per l'intero mondo". Infine il cosiddetto convegno sui "mali di Roma" del febbraio 1974, voluto dall'allora cardinale vicario Ugo Poletti: "ci si pose in ascolto dell'attesa dei poveri e delle periferie. Lì, si trattò di universalità, ma nel senso dell'inclusione dei periferici. La città deve essere la casa di tutti. È una responsabilità anche oggi: le odierne periferie sono segnate da troppe miserie, abitate da grandi solitudini e povere di reti sociali".

Papa Francesco: “Roma potrà essere una città d'incontro”

"Roma avrà un futuro, se condivideremo la visione di città fraterna, inclusiva, aperta al mondo", prosegue il messaggio del Papa. "Nel panorama internazionale, carico di conflittualità, Roma potrà essere una città d'incontro: 'Roma parla al mondo di fratellanza, di concordia e di pace', diceva Paolo VI", aggiunge il Pontefice. "C'è una domanda d'inclusione scritta nella vita dei poveri e di quanti, immigrati e rifugiati, vedono Roma come un approdo di salvezza – sottolinea Bergoglio – Spesso i loro occhi, incredibilmente, vedono la città con più attesa e speranza di noi romani che, per i molteplici problemi quotidiani, la guardiamo in modo pessimista, quasi fosse destinata alla decadenza. No, Roma è una grande risorsa dell'umanità! 'Roma è una città di una bellezza unica'". "Roma può e deve rinnovarsi nel duplice senso dell'apertura al mondo e dell'inclusione di tutti – insiste il Pontefice – A questo la stimolano anche i Giubilei, e quello del 2025 ormai non è più lontano".

“Roma città fraterna”

"Non possiamo vivere a Roma 'a testa bassa', ognuno nei suoi circuiti e impegni – prosegue il Papa – In questo anniversario di Roma Capitale, abbiamo bisogno di una visione comune. Roma vivrà la sua vocazione universale, solo se diverrà sempre più una città fraterna. Sì, una città fraterna!". "Abbiamo bisogno di riunirci attorno a una visione di città fraterna e universale, che sia un sogno proposto alle giovani generazioni. Tale visione è scritta nei cromosomi di Roma", ribadisce Bergoglio, secondo cui "Roma sarà promotrice di unità e pace nel mondo, quanto sarà capace di costruirsi come una città fraterna".

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