Roma, riciclaggio: la guardia di finanza sequestra beni a imprenditori

Lazio
Foto di Archivio (Agenzia Fotogramma)

Le Fiamme Gialle hanno requisito 1,8 milioni di euro, un immobile nel centro storico della Capitale del valore di 4,8 milioni di euro e alcune opere d'arte. Uno dei soggetti aveva contatti con il presidente venezuelano, Nicolas Maduro

Coordinati dalla Procura di Roma, i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria hanno sequestrato un immobile in via dei Condotti, nel centro storico di Roma, del valore di 4,8 milioni di euro, 1,8 milioni in contanti e alcune opere d'arte a imprenditori colombiani e italiani, uno dei quali aveva contatti con il presidente venezuelano, Nicolas Maduro. Nell'indagine, coordinata dal procuratore Michele Prestipino e dall'aggiunto Rodolfo Sabelli, si ipotizzano reati di riciclaggio e corruzione internazionale. Gli imprenditori avrebbero infatti corrotto funzionari venezuelani e sarebbero riusciti a costituire notevoli provviste di denaro che da diversi Paesi, alcuni dei quali inseriti nella black list, tra cui Panama, sono poi confluite in Italia sotto forma di investimenti e pagamenti. I pm contestano anche i reati di traffico illegale di oro, appropriazione indebita, importazione ed esportazione fittizia e truffa aggravata.

L'attività investigativa

I finanzieri hanno effettuato indagini nei confronti di alcuni imprenditori ritenuti, dalle autorità degli Stati Uniti, coinvolti in una vasta rete di corruzione internazionale finalizzata all'ottenimento di numerosi e ingenti contratti commerciali con il Governo del Venezuela tra cui quello relativo ai sussidi alimentari, comunemente noto come Clap (Comités Locales de Abastecimiento y Producciòn) e nel riciclaggio dei relativi proventi.
Gli accertamenti, in particolare, hanno riguardato due fratelli colombiani di origine libanese, di 43 e 48 anni, già al centro di indagini in diversi Paesi tra cui Usa, Bulgaria e Colombia. Da quanto emerge dalle carte dell'indagine, almeno uno dei soggetti aveva contatti con il presidente venezuelano, Nicolas Maduro. Nel decreto di sequestro si afferma, infatti, che "dagli approfondimenti investigativi sono emersi gravi e ripetuti elementi di rischio concernenti fenomeni riciclatori a carattere transnazionale riconducibili all'opera una serie di persone fisiche e giuridiche collegate all'imprenditore indagato". Quest'ultimo, continua il documento, "è stato inserito dal dipartimento del Tesoro Usa nelle liste Ofac (office of foreign assets control) in quanto destinatario di diversi procedimenti penali per reati economico-finanziari, da parte degli Usa e di altri Paesi in quanto soggetto legato al presidente del Venezuela Nicolas Maduro".

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