Si tratta di un 35enne, incastrato dal Dna trovato sui vestiti e sul corpo della 21enne violentata a maggio nei pressi della discoteca Factory. È stato individuato ieri dagli agenti della squadra mobile all’aeroporto di Fiumicino
Gli agenti della squadra mobile di Roma hanno arrestato ieri il secondo presunto responsabile dello stupro perpetrato, lo scorso maggio, da tre persone ai danni di una ragazza 21enne in un sgabuzzino di pertinenza della discoteca Factory, nella Capitale. Si tratta di un tunisino di 35 anni, che quella notte lavorava come addetto alla sicurezza. L’uomo è stato incastrato dal Dna trovato sui vestiti e sul corpo della vittima.
Dopo i fatti, il 35enne aveva lasciato l’Italia e proprio ieri sera aveva fatto ritorno a Roma, ma ad attenderlo all’aeroporto di Fiumicino c’erano gli uomini della squadra mobile e della polizia di frontiera.
Le indagini e l'arresto
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, nella notte tra sabato 18 e domenica 19 maggio l’uomo sarebbe entrato all'interno dello sgabuzzino proprio mentre la violenza era in atto, intorno alle 4 del mattino. La ragazza, come ha raccontato, vedendolo vestito con la divisa della security, sperò che fosse giunto in suo aiuto ma, al contrario, anche lui iniziò ad abusare di lei.
Partendo dalla descrizione data dalla vittima, gli investigatori hanno identificato tutto il personale di sicurezza e di servizio presente nel locale, "con molte difficoltà - ha reso noto la Questura - dovute alle incongruenze nelle dichiarazioni degli organizzatori della serata". Le informazioni sono state incrociate con le testimonianze di alcuni giovani presenti quella sera, che hanno fornito agli inquirenti foto e video in loro possesso, grazie ai quali è stato possibile risalire al buttafuori tunisino. La conferma è poi arrivata dalla comparazione del Dna. Ieri sera, gli agenti hanno quindi dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Roma e hanno portato il 35enne a Regina Coeli.
Ancora ricercato il terzo responsabile
La ragazza, di origini etiopi ma da 15 anni in Italia, si era presentata in lacrime alla direzione del locale, dicendo di essere stata picchiata e violentata da tre persone in uno sgabuzzino a pochi metri dalla discoteca, situata nei pressi dello Stadio Olimpico. Sul posto era intervenuta un'ambulanza del 118, che aveva trasportato la giovane in ospedale dove i medici del pronto soccorso le avevano riscontrato ferite compatibili con quelle di una violenza sessuale. A seguito della vicenda il questore di Roma aveva ritirato la licenza al locale, facendo riferimento anche ad altri interventi della polizia per liti, aggressioni e irregolarità da parte della discoteca.
A luglio, la polizia aveva arrestato un romeno, ritenuto uno dei responsabili, ora in carcere. Ora le indagini continuano per individuare il terzo uomo coinvolto nella violenza.