Confermata la condanna a 22 anni di reclusione per il 35enne accusato di aver contagiato a Roma 32 partner tacendo la sua sieropositività. Ci sarà un appello-bis per rideterminare la pena al rialzo in relazione ad altri quattro casi di contagio
I giudici della Cassazione hanno confermato la condanna a 22 anni di reclusione per lesioni gravissime inflitta a Valentino Talluto, il trentacinquenne accusato a Roma di aver trasmesso l’Hiv a 32 persone, alle quali aveva nascosto il fatto di essere sieropositivo. E’ stato disposto inoltre, accogliendo la richiesta del pg della Cassazione Pasquale Fimiani, un appello-bis volto a rideterminare la pena al rialzo in relazione ad altri quattro casi di contagio. I giudici inoltre hanno respinto il ricorso presentato dalla Procura di Roma, che chiedeva la condanna anche per il reato di epidemia dolosa.
Le condanne
In primo grado la terza corte d'Assise di Roma aveva deciso di condannare Talluto a 24 anni di reclusione per il reato di lesioni aggravate dal vincolo della continuazione, ma non per quello di epidemia dolosa che, se riconosciuta, avrebbe comportato la pena dell'ergastolo, come chiesto dal pm Elena Neri. In secondo grado la prima Corte d'Assise d'Appello di Roma aveva concesso uno sconto di pena di due anni, in relazione al fatto che Talluto era stato assolto, con la formula dubitativa "per non aver commesso il fatto", in quattro degli episodi contestati.
L'accusa
Talluto sapeva di essere sieropositivo e dal marzo 2015 sapeva anche di essere indagato, ma fino al giorno prima del suo arresto - avvenuto il 23 novembre del 2015 - ha continuato ad avere rapporti non protetti, provocando "danni immensi" con "volontà pianificatrice", aveva sottolineato in Corte d'Assise d'appello il Pg Simonetta Matone nella sua requisitoria. La pubblica accusa, sia in primo che in secondo grado, aveva insistito per condannare Talluto per epidemia dolosa. Il Pg Fimiani, invece, non ha condiviso questa impostazione e si è fermato alle lesioni gravissime.
Le vittime
Talluto chiedeva espressamente alle vittime di avere rapporti non protetti. Nel corso dei suoi incontri ha contagiato anche ragazze giovanissime e inesperte e donne incinte. Un bambino è venuto al mondo sieropositivo. Su 57 donne identificate per aver avuto rapporti sessuali con lui, 32 hanno contratto la malattia, mentre altre 25 si sono salvate grazie agli anticorpi. All'indagine ha molto contribuito l'ospedale Spallanzani, che cura l'Hiv, a cui si sono rivolte le vittime del contagio. Talluto è stato identificato anche grazie alle intercettazioni, che hanno consentito di rintracciare altre donne abbordate via chat.