Carabiniere ucciso a Roma, confessa uno dei due giovani americani: "L'ho accoltellato io"
LazioAl termine di un interrogatorio fiume insieme al coetaneo ritenuto suo complice, il 19enne avrebbe ammesso le sue responsabilità. Mario Cerciello Rega aveva 35 anni, era sposato da 43 giorni. Lunedì i funerali a Somma Vesuviana
"L'ho ucciso io". Avrebbe confessato uno dei due studenti americani coinvolti nell'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega (IL RITRATTO). Al termine di un interrogatorio fiume, il 19enne ripreso dalle telecamere di sicurezza del quartiere Prati avrebbe ammesso le sue responsabilità: avrebbe ucciso con 8 coltellate il carabiniere di soli 35 anni che nella notte tra il 25 e il 26 luglio era in serizio nel centro di Roma. I funerali si terranno lunedì 29 luglio a Somma Vesuviana, Napoli, nella chiesa dove si era spostato solo 43 giorni fa.
"L'ho ucciso io"
Nel pomeriggio di venerdì 26 luglio, dopo una serrata caccia all'uomo, i carabinieri hanno sentito due studenti statunitensi che si trovavano in un hotel nei pressi di via Pietro Cossa, strada nel quartiere Prati dove è stato ucciso il vice brigadiere (L'OMAGGIO DELLA POLIZIA). Solo in tarda serata, uno dei due giovani ha confessato. Ma sono ancora tanti i punti da chiarire.
La dinamica
Mario Cerciello Rega, insieme a un collega, era in servizio nel quartiere Prati impegnato contro un presunto tentativo di estorsione: erano stati contattati da un uomo che sosteneva di aver subito un furto e di essere stato vittima di un "cavallo di ritorno"; gli avevano chiesto 100 euro per restituire un borsello che avevano rubato a Trastevere. I carabinieri però non sapevano che l'uomo che si era rivolto a loro era un pusher che era stato derubato dai due ragazzi americani perhé aveva venduto loro dell'aspirina al posto della droga. Come riferisce il procuratore facente funzioni Michele Prestipino i due giovani, dopo essersi accorti della truffa, hanno rubato la borsa del pusher nel tentativo di recuperare i soldi che gli erano stati sottratti poco prima.
L'incontro
L'uomo ha quindi contattato i due chiamando il suo numero di telefono, che era dentro il borsello, per organizzare uno scambio. E avrebbe poi chiamato il 112 per denunciare il furto e la richiesta di estorsione. A questo punto, all'orario stabilito i due carabinieri, in borghese, si sono recati in via Pietro Cossa. Lì hanno incontrato i due ragazzi con i quali è scoppiata una violenta colluttazione durante la quale il vicebrigadiere è stato colpito con otto coltellate, una alle spalle e una al cuore, risultate poi fatali.
Chi era il vice brigadiere
Trentacinque anni, originario di Somma Vesuviana (Napoli), suo padre, morto circa 10 anni fa, era un fabbro. La madre Silvia, casalinga, il fratello di 31 anni e la sorella di 19 ora lo piangono. Si era sposato da poco più di un mese, il 19 giugno scorso. Gli amici più stretti erano partiti con lui a festeggiare l'addio al celibato. Poi le nozze, le foto sui social mentre lui e la moglie Rosa Maria sorridono e mostrano fieri al fede nuziale al dito. Il viaggio in Madagascar e il ritorno per festeggiare il suo compleanno in Italia. Era tornato dal viaggio di nozze lunedì scorso, non aveva ancora nemmeno disfatto i bagagli. "Eravamo tutti insieme a festeggiare poco più di un mese fa il suo matrimonio - racconta Raffaele - e oggi siamo qui a piangerlo. Amava il suo lavoro, amava l'Arma, e credeva in Dio".
Il cordoglio
Il cordoglio è collettivo nel Paese: dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai ministri della Difesa Elisabetta Trenta e Matteo Salvini, e tutti gli altri ministri; il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli; rappresentanti di enti, istituzioni. Ma anche semplici persone. Basti pensare a questi cartelli affissi da alcuni cittadini del rione Trevi sulla facciata della stazione carabinieri di Piazza Farnese: "Eroe della patria, giustizia per Mario", "I cittadini hanno fiducia nei carabinieri, i cittadini perbene hanno rispetto dei carabinieri, onore al Carabiniere Mario. Onore a te, la citta' di Roma ti onora", "Un uomo di Stato non può morire così. Meno politica, meno chiacchiere e più Carabinieri".
L'omaggio della Polizia
E colpisce l'omaggio silenzioso, anzi no perché rotto dalle sole sirene, reso oggi da decine e decine di pattuglie della Polizia di Stato e della Guardia di finanza davanti alla sede del comando generale dei carabinieri, in viale Romania. (IL VIDEO)
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