Usura e droga a Roma: a giudizio 69 membri del clan Gambacurta

Lazio

Il processo riguarda la maxi operazione che nel giugno 2018 portò all'arresto di 58 persone, tra cui Franco Gambacurta, il boss che sarebbe stato in rapporti con la Banda della Magliana e il gruppo Carminati 

Sono 69 le persone rinviate a giudizio con l'accusa di avere costituito a Roma un'associazione a delinquere finalizzata a reati di usura, estorsione, riciclaggio, intestazione fittizia dei beni, traffico e spaccio di droga aggravati dal metodo mafioso. Il gup di Roma, Ezio Damizia, accanto al provvedimento di rinvio a giudizio, ha emesso sentenza nei confronti di quattro imputati che hanno patteggiato condanne entro i tre anni di reclusione.

L'indagine

Il processo riguarda la maxi operazione dei carabinieri, coordinata dalla Dda di Roma, che nel giugno 2018 portò all'arresto di 58 persone (l'inchiesta originaria, però, interessò 14 persone). L’inchiesta aveva portato alla luce un sodalizio criminale basato a Montespaccato, periferia capitolina, e capeggiato da Franco Gambacurta, detto zio Franco, al centro di una rete di rapporti con elementi apicali della 'ndrangheta, della camorra e di altri sodalizi della criminalità organizzata romana. Gambacurta, considerato dagli inquirenti il boss di Montespaccato, avrebbe avuto anche contatti anche con Salvatore Nicitra, già considerato uno dei boss della Banda della Magliana. Il nome di ‘zio Franco’ ricorrerebbe anche in diverse intercettazioni relative ad indagini sulla criminalità romana, tra cui conversazioni del gruppo Carminati, in cui Gambacurta verrebbe indicato come riferimento per quel territorio.

I sequestri

Nel corso della maxi operazione furono sequestrati beni per un valore di circa 7 milioni di euro (12 esercizi commerciali, 14 immobili, diversi rapporti finanziari e quote societarie, numerosi veicoli); tra questi, anche un circolo sportivo e un bar, considerato il quartier generale dell'organizzazione.  

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