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Talpa in Campidoglio: "Informa CasaPound sulle case agli stranieri"

Lazio
La sede di Casapound a Roma (ANSA)

La vicenda coinvolgerebbe una donna, maestra d'asilo, e altri dipendenti comunali dai quali lei avrebbe ottenuto le informazioni, poi fornite all'organizzazione di estrema destra, sull'assegnazione degli alloggi comunali

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Ci sarebbe una 'talpa', una dipendente 'infedele' del Campidoglio, che avendo accesso a informazioni privilegiate degli uffici comunali, segnalerebbe a CasaPound nome e nazionalità degli assegnatari delle case popolari alla periferia di Roma, in modo che l'organizzazione possa poi fare dei blitz mirati. E lei stessa sarebbe un'inquilina abusiva dell'edificio occupato da CasaPound nel quartiere Esquilino, nel centro della Capitale: ora nei suoi confronti potrebbe scattare una denuncia penale.

Le indagini sulla presunta 'talpa'

Il caso è stato portato alla luce da diversi giornali (tra i quali il Corriere della Sera) che si stanno occupando della vicenda, un caso al centro di un'inchiesta della procura regionale della Corte dei conti e su cui stanno indagando i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e gli uomini della Digos: gli investigatori potrebbero a breve depositare un'informativa alla Procura del Tribunale di Roma relativa alla rivelazione di notizie da parte della dipendente del Comune. La vicenda, sempre secondo quanto riportato dagli organi di stampa, potrebbe coinvolgere oltre alla donna, maestra d'asilo, anche altri dipendenti comunali dai quali lei avrebbe ottenuto le informazioni da passare all'organizzazione di estrema destra. Parallelamente procedono gli accertamenti da parte della magistratura contabile. L'edificio all'Esquilino occupato da CasaPound è di proprietà del Demanio e lo ha in carico al ministero dell'Istruzione.

La risposta di CasaPound

"Non esiste alcuna nostra talpa in Campidoglio, le ricostruzioni mediatiche di queste ore sono totalmente inventate. Vere e proprie fake news", la replica in una nota di CasaPound.
"Le proteste nascono spontaneamente dai cittadini - si legge nel comunicato - noi veniamo contattati solamente in seguito. Sono le stesse agenzie e i quotidiani locali a riportare l'arrivo di nostri rappresentanti ad ore di distanza dalle prime mobilitazioni dei residenti. Così è accaduto a Torre Maura, così a Casal Bruciato nei giorni successivi. La nostra presenza si spiega con il radicamento territoriale, in quelle zone noi facciamo attività da anni per 365 giorni l'anno, tra distribuzioni alimentari e cortei anti degrado". E ancora: "Il fatto che nello stabile di via Napoleone III figuri tra i residenti una maestra d'asilo cosa dovrebbe provare? E' uno dei 25 mila dipendenti del Comune di Roma - prosegue la nota -, perché dovrebbe avere accesso ad informazioni riservate riguardo le assegnazioni delle case? Senza contare che il nostro consigliere in X Municipio, Luca Marsella, sono mesi che chiede l'accesso agli atti per consultare le graduatorie per le case popolari, che invece restano inaccessibili", conclude CasaPound.

Le parole della maestra

"Io esco per andare a scuola e basta. Faccio da anni il mio lavoro con amore e passione dedicandomi anima e cuore. Queste dichiarazioni mi sembrano veramente assurde". È il messaggio, reso noto da CasaPound, della maestra d'asilo sospettata di aver fornito all'organizzazione di estrema destra le informazioni sugli assegnatari della case popolari.

L'affondo del Pd

"Quanto tempo ancora dovrà durare l'occupazione abusiva di CasaPound? Che fine ha fatto l'inchiesta della Corte dei conti che nello scorso ottobre aveva visto la guardia di finanza cercare inutilmente di entrare nello stabile occupato ormai da più di 15 anni? Che provvedimenti sono stati presi nei confronti dei militanti dell'organizzazione neo fascista che in quell'occasione minacciarono i finanzieri? Il sindaco Raggi, il ministro Salvini, il ministro Tria e il vice presidente del consiglio Di Maio non hanno nulla da dire a riguardo neanche oggi che si viene a sapere che alcuni componenti di CasaPound agiscono indisturbati all'interno degli uffici comunali perseguendo finalità xenofobe nella gestione dell'edilizia popolare della Capitale?", sono queste le domande che si è posto il deputato del Partito Democratico, Emanuele Fiano, che sottolinea "se l'antifascismo dei Cinque Stelle è cosa vera, allora Luigi di Maio faccia sentire la sua voce".