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Roma, nuova operazione contro il clan Casamonica: 32 indagati

Lazio

Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione, usura, intestazione fittizia di beni e spaccio di stupefacenti. Salvini: “Nessuna tregua ai criminali". Raggi: "Lo Stato reagisce"

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Nuovo blitz dei carabinieri contro presunti appartenenti al clan dei Casamonica. I militari del comando provinciale di Roma hanno eseguito 23 misure cautelari, nei confronti di membri delle famiglie Casamonica, Spada e Di Silvio (LE FOTO DEL BLITZ). Tra i destinatari dei provvedimenti, emessi dal Gip di Roma su richiesta della Procura, ci sono anche sette donne. In tutto sono 20 le persone raggiunte da un provvedimento di custodia cautelare in carcere. Inoltre il Gip, Gaspare Sturzo, ha disposto un arresto ai domiciliari e due obblighi di firma, oltre al sequestro di un immobile ad Anzio, di due auto e una società. Nel complesso, sono 32 le persone indagate per i reati, contestati a vario titolo, di estorsione, usura, intestazione fittizia di beni e spaccio di droga, commessi in alcuni casi con l'aggravante del metodo mafioso.

Le indagini

Le indagini che hanno portato al nuovo blitz sono la prosecuzione dell'operazione 'Gramigna', che la scorsa estate fece scattare 37 misure nei confronti di altrettanti appartenenti al clan. L'operazione è iniziata all'alba, e ha visto all'opera circa 150 carabinieri del comando provinciale di Roma, con l'ausilio di unità cinofile e del personale dell'ottavo reggimento Lazio. Perquisizioni e arresti sono stati effettuati a Roma, in provincia e in altre regioni italiane.

La sfida allo Stato

"Una sfida allo Stato" che si concretizza anche nell'occupare un'abitazione già confiscata: è questo il modus operandi del clan Casamonica. Nel provvedimento, firmato dal Gip, viene citata una nota dei carabinieri del 2 gennaio scorso, in cui viene ricostruita la vicenda di cui si è resa responsabile "Asia Sara Casamonica (raggiunta dal provvedimento di obbligo di dimora a Grottaferrata per violazione della normativa antimafia) convivente dell'indagato Emanuel Casamonica". "La donna - scrive il Gip - che già nelle fasi immediatamente successive all'esecuzione dell'operazione Gramigna del luglio scorso aveva favorito la latitanza di Guerrino Casamonica fornendogli ospitalità all'interno della sua abitazione, nell'autunno del 2018 ha occupato un'abitazione in vicolo di Porta Furba da anni oggetto di confisca definitiva e che era stata sgomberata il 17 settembre 2018". Il Gip spiega che "si trattava dell'abitazione che un tempo era di proprietà del boss Giuseppe Casamonica e che Asia Sara Casamonica ha occupato, allacciando anche le utenze telefoniche e forzando la serratura, nuovamente al chiaro fine di consentire al nucleo familiare del boss di riappropriarsene, dando anche un segale alle istituzioni" come "una sfida allo Stato".

Le vittime dei Casamonica

Sono almeno cinque le vittime del clan Casamonica che hanno avuto il coraggio di denunciare. Si tratta in primo luogo di un commerciante, titolare di numerosi punti vendita nella zona della Romanina, ma anche di soggetti che si erano avvicinati ad appartenenti al clan per chiedere aiuto per problemi economici legati al gioco d'azzardo o di tossicodipendenza. I magistrati sono arrivati a loro grazie ad una serie di conversazioni intercettate. Nell'ordinanza di custodia cautelare il Gip scrive che le vittime del metodo mafioso dei Casamonica hanno confermato agli inquirenti "il contenuto delle conversazioni captate, manifestando il timore di subire ritorsioni, ennesima conferma della forza intimidatrice che esprime il clan". "Dalle voci intercettate di molte vittime - sottolinea il giudice - emergeva un vero e proprio terrore per le conseguenze del tentativo di resistere alle prepotenze dei Casamonica, nonché della paura di denunciare certe ritorsioni e vendette consumate anche da altri appartenenti al clan rimasti liberi". Per il Gip, "in alcuni casi, certune di queste vittime (almeno otto), nonostante le chiarissime conversazioni, i riscontri oggettivi acquisiti e le dichiarazioni di alcune persone a conoscenza degli stessi fatti, hanno preferito negare tutto, preferendo favorire i noti criminali, con ciò dando prova oggettiva della forza intimidatrice espressa dal clan Casamonica".

La paura delle vittime

"Dei Casamonica le persone hanno paura" afferma agli inquirenti una delle vittime che ha avuto il coraggio di raccontare le estorsioni subite da appartenenti al clan. Il verbale di audizione dell'uomo, un noto commerciante di mobili, è citato nell'ordinanza. "Questo non è un gioco. È la pura verità - ha raccontato il commerciante - i Casamonica oggi non fanno più usura con le minacce perché sanno di poter essere intercettati o di essere denunciati. Vi dico anche cosa fanno per farti avere timore: ti fanno assistere a delle scene di scazzottate tra loro, anche con l'uso di armi, per farti capire che possono essere anche violenti. Una di queste scene l'ho vissuta personalmente ed ho già riferito nel corso delle indagini che vi ho accennato in premessa e mi hanno visto vittima di usura ed estorsione. Questa è la tecnica, credetemi. Non è possibile uscirne vivi. Ultimamente sono arrivato al punto di fare cattivi pensieri relativamente alla mia vita", ha spiegato il commerciante.

I Casamonica e i legami con camorra e 'ndrangheta

"I Casamonica come possono mantenere il loro tenore di vita? Vi rispondo che di professione fanno i delinquenti". È quanto ha fatto mettere a verbale, il 28 luglio scorso, il collaboratore di giustizia Debora Cerreoni che con le sue rivelazioni ha aiutato i magistrati della Dda a scoperchiare le attività illecite del clan attivo nell'area est della Capitale. La pentita, inoltre, ha spiegato che per i Casmonica è "strategicamente importante stringere alleanze con le altre organizzazioni criminali" come la camorra e la 'ndrangheta "perché anche in tal modo possono dimostrare la propria potenza". "I Casamonica - afferma - sono malati di potere, hanno la necessità di dimostrare che sono potenti e questo, dal loro punto di vista, si dimostra mediante rapporti con le altre organizzazioni criminali e mediante l'ostentazione di un lusso sfrenato. Loro sono perfettamente consapevoli di avere un notevole potere intimidatorio, che esercitano nelle loro attività: incutono notevole timore e nessuno li denuncia mai".

Pentito: "Rapporti con i Piromalli"

Nell'inchiesta spunta anche un collaboratore di giustizia della 'ndrangheta, che ha raccontato ai magistrati della Dda di Roma dei suoi rapporti con il gruppo criminale attivo nel quadrante est della Capitale. Si tratta di Roberto Furuli, originario di Laureana di Borrello (Reggio Calabria), che ha ricostruito con il PM Giovanni Musarò il suo rapporto con Christian Casamonica, arrestato oggi. "Quando ancora era in Calabria, aveva sentito parlare dei Casamonica come di una famiglia di mafia, che aveva, nella capitale, lo stesso controllo del territorio che poteva avere una cosca di 'ndrangheta in un paese della provincia di Reggio Calabria. Mi risulta che abbiano rapporti anche con importanti famiglia di 'ndrangheta, fra cui i Piromalli di Gioia Tauro. Per quello che mi risulta i rapporti fra i Casamonica e i Piromalli riguardavano gli stupefacenti". Per il collaboratore di giustizia "i Casamonica a Roma sono una famiglia temuta e rispettata, non in ragione dei loro rapporti con la 'ndrangheta ma in ragione del fatto che si fanno rispettare. A Roma il nome Casamonica incute paura a tutti, così come il nome Bellocco incute paura a Rosarno".

Il pentito Fazzari: "Si vantano di essere mafiosi"

Nell'ordinanza viene citato anche un altro pentito, Massimiliano Fazzari, che nel corso delle sue audizioni ha affermato: "I Casamonica non si limitavano ad avere un atteggiamento costantemente intimidatorio, ma si vantavano anche di essere mafiosi, nonché del fatto che la prima condanna per reato associativo sul territorio romano ha riguardato soggetti appartenenti alla loro famiglia". E ancora: "Nella zona della Tuscolana, soprattutto in prossimità del vicolo di Porta Furba, i Casamonica hanno un controllo equiparabile a quello che può avere una locale di 'ndrangheta in un paese calabrese".

Il ministro Salvini: "Nessuna tregua ai criminali"

"Grazie alle forze dell'ordine e agli inquirenti, nessuna tregua ai criminali". Così il vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini ha commentato l'operazione condotta contro i Casamonica, sottolineando che presto sarà ad Anzio per "restituire una villetta confiscata ai cittadini".

Le parole della sindaca Raggi

Un sentito ringraziamento per quella che ha definito un’operazione "di ripristino della legalità" è stato rivolto ai carabinieri e ai magistrati anche dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, che ha commentato il blitz contro i Casamonica su Facebook, ribadendo il "grazie a nome di tutta la città" e sottolineando che "la reazione dello Stato c'è".