Roma, al Campidoglio la camera ardente per Bernardo Bertolucci

Lazio
Stefania Sandrelli alla camera ardente di Bernardo Bertolucci (ANSA)

La camera ardente allestita nella sala della Protomoteca. A rendere omaggio al grande regista anche Vittorio Storaro, Walter Veltroni e Francesco Rutelli

Allestita a Roma presso la sala della Protomoteca al Campidoglio la camera ardente per Bernardo Bertolucci. Accanto alla bara aperta, con le corone del presidente della Regione Lazio e della sindaca di Roma, Virginia Raggi, si sono radunati gli amici, i colleghi e i famigliari del grande regista.
I primi ad arrivare sono stati Vittorio Storaro, Walter Veltroni, Ignazio Oliva, Piergiorgio Bellocchio, Valentina Cervi, Pappi Corsicato, Mimmo Calopresti e una prima classe del liceo scientifico Avogadro di Roma. Presente anche il vicesindaco e assessore alla Cultura, Luca Bergamo, che ha parlato all'uscita della camera ardente: "Stiamo lavorando concretamente per ricordare la sua vita e la sua opera il 6 dicembre con una giornata al teatro Argentina di Roma. Lo confermeremo tra qualche giorno", le sue parole.
Presenti anche Francesco Rutelli, Maria Sole Tognazzi, Regina Orioli, Marina Cicogna e Amedeo Pagani. 

Il ricordo di Vittorio Storaro

Vittorio Storaro, grande amico del regista e autore della fotografia premio Oscar dei suoi capolavori, ha ricordato così Bertolucci: "All'inizio è stato un compagno di lavoro, poi un fratello ma quasi subito anche un maestro per me".
"Lo shock grande l'ho avuto subito, sul set di Prima della rivoluzione - ha spiegato - dove ero solo un assistente, vedendo lui che cercava di scrivere con la macchina da presa non un racconto ma una poesia. Ho capito che aveva un grande bisogno di seguire le orme del padre. Mi ha colpito molto, eravamo giovani tutti e due, lui aveva 22 anni e io 23".
E ancora: "Avendo fatto molta psicanalisi non diceva apertamente tutto nel suo cinema - ha concluso Storaro - suggeriva molto con simboli e metafore. Io d'istinto ho messo sulla sua parte cosciente un certo tipo di luce e sulla sua parte incosciente un certo tipo di ombra. Credo che questo ci abbia legato subito".

Bertolucci secondo Mario Martone

"Bernardo era un grande amico. C'è innanzitutto il grande dolore per la perdita di una persona specialissima e unica'". Lo ha ricordato così Mario Martone, anche lui venuto a omaggiare il regista. "La sua libertà artistica era pari alla libertà del suo pensiero - ha aggiunto -. Poi c'è l'artista, il regista, un uomo che ha inventato il cinema. Chi poteva mettere insieme la dimensione autorale legata alla sua terra d'origine, all'Italia, riuscendo a renderla universale. L'ultimo imperatore io l'ho visto in un cinema di Caracas, che era incredibile, un po' come i nostri cinema degli anni '50. Pieno di famiglie, bambini, che stavano assistendo con gli occhi sgranati a bocca aperta alla vicenda dell'ultimo imperatore cinese raccontata da un regista emiliano con una produzione internazionale. Nessun altro al mondo ha potuto fare qualcosa del genere".

Tornatore ricorda il 'maestro' regista

Toccante anche il ricordo del regista premio Oscar, Giuseppe Tornatore: "Anche stando lontano dalla cronaca del momento, è sempre riuscito a raccontare noi stessi. Il suo sguardo, il suo tocco, hanno fatto scuola e faranno sempre scuola. Poi era anche una persona straordinaria, molto generosa", le sue parole all'uscita della camera ardente.
Secondo alcuni esperti del settore, proprio Tornatore potrebbe essere l'unico in grado di realizzare il film a cui Bertolucci stava lavorando: "Non so, non credo di essere all'altezza di cogliere la sua specialità stilistica", la replica del regista premio Oscar.

"Il più grande della sua generazione"

"Avevamo lavorato insieme. Erano molti anni che non lo vedevo. Ma penso sia rimasta la nostra amicizia perenne. È stato il più grande regista della sua generazione e forse uno dei più grandi che ci siano mai stati". Con queste parole, un commosso Dario Argento ha voluto ricordare il cineasta scomparso. "Durante il lavoro per il film di Leone eravamo molto giovani, imparavamo l'uno dall'altro - ha aggiunto Argento -. Andavamo al cinema insieme e imparavamo molto soprattutto da Sergio Leone che ci aveva sostenuto. Bernardo conosceva il cinema molto bene sin da ragazzo".  

La commozione di Nanni Moretti

Anche il collega Nanni Moretti ha reso omaggio a Bernardo Bertolucci presso la camera ardente allestita nella Sala della Protomoteca, in Campidoglio. Il regista si è soffermato alcuni minuti prima di allontanarsi visibilmente commosso, senza fermarsi per parlare con i cronisti presenti. Poco prima, erano arrivati anche Saverio Costanzo e la compagna Alba Rohrwacher. L'attrice si è allontanata tra le lacrime mentre Costanzo, a chi gli chiedeva un ricordo del cineasta, ha preferito rispondere solamente: "Scusate, non me la sento".

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