Roma, proteste davanti all’impianto dei rifiuti Tmb di via Salaria

Lazio
Immagine di archivio

Circa tremila persone si sono ritrovate davanti all’ingresso dell’impianto di trattamento biologico dell’Ama per chiederne la chiusura e lamentare la puzza che si espande per chilometri

Circa tre mila persone si sono ritrovate davanti all’ingresso dell’impianto di trattamento biologico di rifiuti dell’Ama, in via Salaria a Roma, per chiederne la chiusura e lamentare la troppa puzza che, chi vive nelle vicinanze, è costretto a sentire. La manifestazione arriva a pochi giorni dalla decisione di fermare il Tmb entro il 2019 e riconvertirlo.

Una puzza giudicata insopportabile

Alla protesta hanno preso parte comuni cittadini, comitati e associazioni. Al centro dell'attenzione “la puzza che arriva dall’impianto e si espande per chilometri”. I contestatori, attraverso slogan urlati e scritti su cartelli, hanno chiamato in causa l’amministrazione della Capitale. I presenti hanno anche denunciato che in corrispondenza della manifestazione, l'Ama avrebbe provveduto a spruzzare sostanze deodoranti per coprire le emissioni odorigene.
Il presidente del municipio, Giovanni Caudo, ha parlato di ferita aperta e si è appellato “alla responsabilità della sindaca Raggi" affinché si istituisca un'unità di crisi che prenda in considerazione la chiusura dell'impianto con un programma in più tappe. Tra i dimostranti, era presente anche la deputata di Liberi e Uguali, Rossella Muroni, che ha osservato come “chiudere questo impianto significhi costringere Roma a entrare finalmente nella modernità e affrontare la gestione dei rifiuti in modo serio. E, soprattutto, liberare i cittadini da questo scempio”.

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