Un numero inferiore di deputati, più elettori rappresentati da ognuno, una maggioranza diversa per l'elezione del presidente della Repubblica. Ecco cosa succede con la sforbiciata appena approvata
Come cambia il Parlamento della Repubblica italiana dopo il taglio ai parlamentari? Per farci un’idea, anche visiva, del mutamento possiamo chiedere aiuto ad una serie di grafici interattivi.
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Meno parlamentari vuol dire anche che ogni membro del Parlamento italiano rappresenterà più elettori. Ovvero, il rapporto numerico tra eletti e votanti cresce. Alla Camera si passa da 96.006 a 151.201. In sostanza, il numero di cittadini rispetto a un deputato aumenta del 57%. Al Senato si passa da 188.424 a 302.420 cittadini per ogni senatore, con un incremento del 60%.
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I nuovi rapporti numerici fanno sì che, almeno per quanto riguarda il ramo basso del parlamento, l’Italia diventi il Paese nel quale il maggior numero di elettori sono rappresentati da un singolo deputato, almeno rispetto a nazioni come Spagna, Germania, Francia. Il che significa anche un bel salto rispetto alla situazione attuale nella quale lo Stivale si distingue per essere quello con il numero di elettori più basso in relazione agli eletti.
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Ovviamente il taglio avrà un impatto anche sui numeri necessari ad eleggere il presidente della Repubblica. La maggioranza qualificata, quella necessaria per eleggere il Capo dello Stato nei primi tre scrutini, passa da 673 grandi elettori a 439. Quella assoluta, richiesta dal quarto scrutinio in poi scende da 505 a 330.