Prescrizione: cos’è, come è cambiata e cosa prevede la riforma Cartabia

Politica

Giuliana De Vivo

Il ddl si propone di ridurre del 25% i lughi tempi del processo penale italiano. Per farlo, ricorre al concetto di improcedibilità. Cosa cambierà 

È il nodo attorno al quale, nonostante l’approvazione in Consiglio dei ministri a inizio luglio, la riforma Cartabia continua a dividere i partiti che sostengono la (fragile) coalizione di governo: la prescrizione, cioè - in ambito penale - il tempo massimo entro il quale un reato è punibile. Trascorso il tempo della prescrizione senza che si sia arrivati a una sentenza, la possibilità di punire il presunto reato si estingue. 

Come funziona la prescrizione oggi e la lunghezza dei processi in Italia 

Attualmente vige la riforma Bonafede, varata dal governo giallo-verde ed entrata in vigore il 1 gennaio 2020: questa legge, la cosiddetta “Spazzacorrotti”, ha abolito la prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Nessun termine, o “fine processo mai”, dopo la prima sentenza di condanna o di assoluzione. Che i tempi lunghi dei processi italiani siano un problema è noto: le stime più recenti oscillano tra 1.500 e 2.500 giorni per il completamento di un procedimento penale, una media molto più alta di Francia, Spagna, Germania. L’obiettivo di Cartabia è ridurre del 25% la durata dei processi penali. 

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La riforma Cartabia e l'improcedibilità

La riforma che da venerdì 30 luglio approda in Aula in realtà non reintroduce la prescrizione ma ricorre al concetto di improcedibilità: tempi fissi - due anni dal ricorso in appello e uno dal ricorso in Cassazione - oltre i quali il processo non sarà, appunto, più procedibile e dunque si estinguerà. I termini sono prorogabili rispettivamente di un anno e di sei mesi per reati gravi o processi complessi. 

 

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La riforma Orlando, la ex Cirielli e come funzionava la prescrizione prima 

Si tratta in ogni caso di tempi molto più brevi non solo rispetto alla legge Bonafede ma anche rispetto alla “vecchia” prescrizione, quella modificata nel 2005 da un’altra legge molto discussa, la ex Cirielli: la prescrizione veniva calcolata in base alla pena massima prevista per ciascun reato, ma per i delitti non poteva comunque mai essere inferiore a 6 anni. I tempi della ex Cirielli erano stati poi raddoppiati dalla riforma Orlando, varata nel 2017 ma subito sostituita dalla Bonafede. 

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Le fake news e i processi per mafia, terrorismo, reati gravi

È vero che la riforma Cartabia farebbe estinguere processi come quello per il ponte Morandi? No, perché la riforma si applicherebbe solo a reati commessi dopo il 1 gennaio 2020, e il ponte di Genova è crollato il 14 agosto 2018. 
È  vero che la riforma si applicherebbe anche a molti reati di mafia e terrorismo? In linea teorica sì, perché l’ improcedibilità non scatta solo per i reati imprescrittibili, come quelli puniti con l’ergastolo; ma non in tutti i processi di mafia si discutono capi d’imputazione puniti con l’ergastolo. Il famoso processo sulla trattativa Stato-Mafia, per esempio, applicando le regole della riforma Cartabia non sarebbe andato avanti (l’imputazione è minaccia a corpo politico dello Stato). E anche un processo come quello per i 29 morti all’hotel Rigopiano in seguito a una valanga - dove le ipotesi di reato vanno dal disastro colposo all'omicidio e lesioni colpose, all'abuso di ufficio e falso ideologico - si estinguerebbe. Ma questo è uno dei punti su cui la ministra Cartabia si è già detta disponibile a modifiche, chieste da più parti e che dunque quasi certamente saranno accolte nel testo del ddl.  

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