La TikTokizzazione delle elezioni regionali

A grandi e veloci passi la politica e la comunicazione elettorale anche in Italia stanno marciando verso TikTok. Appena cinque anni fa, in occasione delle precedenti elezioni regionali, si contavano sulle dita di una mano quei candidati che utilizzano il social media di Bytedance per promuovere i propri contenuti o per amplificare la portata delle possibili conversioni da follower a votanti. Dal 2020 a oggi, invece, il contesto è radicalmente mutato. Per la verità, un primo assaggio di quanto TikTok rappresentasse per i leader politici la nuova frontiera del coinvolgimento digitale l’abbiamo avuto con le Politiche del 2022, allorquando da Berlusconi a Calenda, da Renzi a Conte ci fu un primo pellegrinaggio di massa dai canali tradizionali verso la piattaforma che stava progressivamente abbandonando l’etichetta di social dei balletti e dell’intrattenimento infantile. Ma, dopo le elezioni americane dello scorso anno e la valanga di visualizzazioni ottenute dai video di Donald Trump, oltre 1,5 miliardi di views con soli 83 contenuti pubblicati, TikTok si è affrancato definitamente da quelle riserve e perplessità che nei primi anni avevano tenuto a debita distanza tanti leader politici. Così, le prossime elezioni regionali in Campania, Veneto e Puglia, come in parte quelle nelle Marche e in Toscana, si distinguono per un nuovo e massiccio approdo di massa dei candidati sull’isola felice dell’audience e del coinvolgimento, considerando le percentuali medie di engagement che si incassano su TikTok rispetto a quelle che gli account ottengono invece su Facebook, Instagram e X. Da un censimento effettuato dagli studenti della cattedra di Theories of War and International Security dell’Università degli Studi di Salerno, coordinati dalla professoressa Alessandra Petrone, emerge un dato sorprendente che ci restituisce la misura esatta di questa tiktokizzazione della campagna elettorale: in Calabria, come in Puglia e in Campania la media di candidati che hanno aperto o che utilizzando TikTok per diffondere i loro contenti è del 19,34%. In Campania, su 981 candidati al Consiglio Regionali, ben 189 sono attivi sulla piattaforma, in Puglia, dei 558 candidati che si sfidano sono 108 quelli che postano su TikTok, mentre in Calabria sono stati censiti 88 account su 458 candidati. Attenzione, questo processo di politicizzazione del social media – che ha raggiunto in Italia i 23,9 milioni di utenti attivi mensili - non è legato esclusivamente all’apertura degli account da parte dei candidati, a partire ovviamente dai candidati presidente, ma più in generale è riferito alla crescita di contenuti a tema politico. Basti qui pensare, ai video della tiktoker partenopea Rita De Crescenzo impegnata in un social endorsement a favore di quel candidato che qualche mese fa l’aveva accolta nel suo ufficio nella sede del Consiglio Regionale della Campania. Solo che quello della De Crescenzo, e degli account impegnati a ricondividere i suoi contenuti, non è un caso isolato. Anzi, a scorrere il feed di TikTok è diventato, rispetto al recente passato, assai facile incappare in post in cui utenti, con poche centinaia di follower o creator con platee di follower molto più ampie, pubblicano contenuti elettorali per far conoscere ai rispettivi fandom i volti, i nomi e i simboli in campo e spingerli così, a volte in modo esplicito, a recarsi alle urne per sostenerli con il voto. In conclusione, possiamo certamente dire che queste elezioni regionali anticipano un trend che troverà la sua consacrazione definitiva con le prossime elezioni politiche del 2027, a maggior ragione se Meta e Google confermeranno la volontà di vietare le sponsorizzazioni a tema politico ed elettorale.

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Domenico Giordano