Un anno di moda: il 2025 tra lusso, cambiamenti, tendenze e consumi

Fine anno, tempo di bilanci. Mentre le passerelle hanno già mostrato in che direzione andrà il 2026, è tempo di riavvolgere il nastro e ripercorrere i principali momenti della moda del 2025 per capire che stagione è stata quella che si sta concludendo. L'anno della moda non coincide del tutto con quello solare perché siamo già con più di un piede nella nuova stagione, ciò vale soprattutto per le celebrità attese ai Golden Globes subito dopo le feste . Se ci limitassimo alle news dovremmo registrare i dati, i report di vendite e consumo , cambi di proprietà , addii e nuove nomine alla direzione creativa delle maggiori case di moda . Tutto ciò conta, eccome, ma la moda non è solo numeri, per fortuna: è espressione dello spirito del tempo, è sogno e rifugio in una stagione caotica, piena di disordini e incertezze. È bisogno di bellezza che resiste, nonostante tutto. Vediamo cosa ci mettiamo alle spalle, mentre guardiamo l'orizzonte. La moda guarda al passato Dalle fiamme di Los Angeles che hanno fatto slittare alcuni degli annuali appuntamenti di Hollywood più glamour, ai funerali di Giorgio Armani , passando per gli echi delle sirene che raccontano le difficoltà sempre maggiori per le aziende del lusso, penalizzate soprattutto dalla contrazione dei consumi da parte del ceto medio, alla crisi degli influencer, sembra proprio che per la moda sia finito il tempo delle soluzioni semplici. Non basta vendere, non basta creare, non basta raccontare. Anche lo storytelling, fondamentale da quando internet e i social hanno vinto la partita col reale, deve stare al passo con un'offerta sempre più frammentata che riflette un mondo e una società a dir poco complessi. Tra chi denuncia disparità ed ecoansie, c'è ancora il sogno e chi vuole vestirlo e si affretta a lanciare tendenze, molte delle quali recuperate da un passato nemmeno troppo remoto, l'inizio del nuovo millennio, che oggi ci sembra eccezionale nel suo essere la vigilia dell'epoca in cui la rete l'engagement, l'algoritmo, avrebbero dominato tutto. Lo stilista dell'anno, Jonathan Anderson, fresco di nomina da Christian Dior, guarda all'aristocrazia francese del XVIII e XIX secolo proponendo la mantella come capo chiave della stagione. Haider Ackerman e Demna si ispirano a Tom Ford eleggendo l'americano, che ha riempito di una carica sensuale la moda alle soglie del Duemila, a punto di riferimento insuperabile per l'attualità. Chi più, chi meno, tutti gli stilisti guardano all'indietro, e lo fanno anche gli stylist che fanno a gara a tirar fuori dagli archivi il capo più sensazionale per le celebrità di cui si occupano. Da Ariana Grande, che per promuovere Wicked - For Good ha scelto abiti della vecchia Hollywood, a Sabrina Carpenter, che ha costruito il suo personaggio partendo da un immaginario rétro, il passato resta sempre il posto migliore per rifugiarsi, specie quando i tempi sono mostruosi e carichi d'angoscia. E non è affatto un caso che l'anno è inziato e finito sotto l'infusso di due potenti opere gotiche: da Nosferatu a Frankenstein, che hanno portato alla riscoperta del gothic style. Le nuove icone di stile maschili Le preoccupazioni generali non hanno impedito a nessuno di brillare. La quantità di red carpet, première, appuntamenti glamour , fa del 2025 uno degli anni migliori di sempre per la moda, una stagione in cui quest'ultima ha trovato l'incastro perfetto con le altre arti: musica, cinema, e spettacolo in generale. Nelle rose dei meglio vestiti i volti maschili sono tantissimi, perchè lo stile non è più appannaggio delle dive, delle starlette e delle donne, in generale. Accanto alle icone di sempre - nelle quali Kate Middleton spunta a rubare posizioni alle star dello schermo e del palcoscenico - c'è una frangia di nuovi divi che incanta ad ogni apparizione, portavoci di una personalità gentile, di una mascolinità spogliata di ogni tratto tradizionale, che si riflette in un guardaroba distintivo. Abbiamo visto gli stivali alti sulla coscia su Alexander Skarsgård, il tank top su Pedro Pascal, i colori pastello su Josh O 'Connor, Timothée Chalamet, Jonathan Bailey . Non è solo moda. Al pubblico questi uomini piacciono perché sono diversi da quelli che li hanno preceduti: sono interpreti di personaggi vulnerabili, umani. E quando si parla di moda non si pongono limiti. Debutti e prime collezioni memorabili Le collezioni più belle dell'anno coincidono con dei debutti, prime prove di stilisti passati da una casa di moda all'altra, che hanno avuto più o meno il tempo di presentare al pubblico le loro idee per i brand che gli hanno dato fiducia. C'è stata la prima sfilata di Ackermann per Tom Ford, poi quella di Anderson per Dior, quella di Piccioli per Balenciaga, quella di Glen Martens per la Couture di Margiela , quella di Louise Trotter per Bottega Veneta, quella di Dario Vitale per Versace . Quella di Matthew Blazy da Chanel. Tanti debutti che corrispondono ad altrettanti cambi di scenario nelle Maison. Vogue ha parlato di “Hurricane Season”, una ondata di cambiamenti nelle aziende fashion che ha spazzato via il sistema moda cambiandogli il volto in 24 mesi. Una stagione di grandi capovolgimenti che non sembra ancora finita. Perché succede? Come mai non viene data la possibilità a un creativo di trovare la propria voce? Tutto finisce davvero con un momento virale destinato a scomparire nel giro di qualche ora? Se niente è durevole cosa è rilevante? Chi lo è? Chi è rilevante? Che la moda stia cabiando pelle è sotto gli occhi di tutti, complici le mille spinte che arrivano da ogni parte e che il sistema recepisce, adattandosi. Il 2025 ha segnato lo storico cambio alla guida di Vogue America con Anna Wintour intenta a trasformare il suo impegno in Condé Nast dopo quasi quattro decenni. La veterana dell'editoria continua a manifestare la sua centralità occupandosi di tante cose a partire dal Met Gala, evento di primo piano per la moda le cui figure chiave, diverse ad ogni edizione, sono sempre più personaggi fuori dalla moda in senso stretto. Nel 2026 tra i co-chair c'è Venus Williams. Sua sorella Serena era sul palco con Kendrik Lamar durante l'halftime show del Super Bowl di febbraio. Tra le personalità che hanno dato il meglio per la moda ci sono tantissimi cantanti, da Charli XCX a Taylor Swift , a Lady Gaga, maestra del connubio tra stile e spettacolarità. E poi tanti che con la moda c'entrano poco, almeno in partenza. Da Papa Leone, attento a vesti e paramenti molto più del suo predecessore Francesco, a Miranda Priestly aka Meryl Streep, protagonista di un cortocircuito tra fiction e realtà alla Fashion Week di Milano che vedremo nel 2026 sul grande schermo. Nell'aprire nuove strade, la moda nel 2025 ha smesso di seguire molte strade battute. Il 2026 sarà una scoperta emozionante anche per questo.

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Vittoria Romagnuolo