Sanità, sicurezza e fine vita: su cosa si gioca il voto nelle Marche

Le Marche come l’Ohio, l’ago della bilancia negli Stati Uniti. Chi vince nello Stato orientale, secondo la vulgata, ha la strada spianata verso la Casa Bianca. Ma in Italia, è tutto diverso. La maggioranza che sostiene Meloni appare solida e per nuove elezioni nazionali, se la legislatura giungerà al suo termine naturale, dovremo attendere il 2027. Eppure, il voto nelle Marche conta molto anche fuori dai confini regionali, per almeno due motivi: apre un fitto autunno elettorale e offre indizi sulle preferenze degli italiani in una Regione dove l’elettorato è spaccato . In vista del voto del 28 e 29 settembre Francesco Acquaroli, presidente uscente e candidato del centrodestra, e Matteo Ricci, candidato del centrosinistra, si sono sfidati in un duello elettorale negli studi di Sky TG24. Ecco i programmi e le intenzioni. Sanità: rinuncia alle cure e ospedale unico Quasi una famiglia su 10 , nelle Marche, ha rinunciato a una o più prestazioni sanitarie, contro il 7,6% della media nazionale . Per Ricci, è solo l’ultimo dei sintomi di una sanità “peggiorata drasticamente negli ultimi 5 anni”. “Stiamo parlando di una popolazione – commenta il candidato di centrosinistra – pari a quella delle città di Fano e Ancona sommate. Sono persone che non hanno risposte dal pubblico e non hanno soldi per rivolgersi al privato. Per questo, vogliamo chiedere subito al Governo di finanziare la spesa per la sanità pubblica almeno al 7% del Pil. Questa è la nostra battaglia”. Il presidente uscente, però, difende l’operato della sua amministrazione: “Abbiamo ricevuto dall’amministrazione di sinistra una regione che aveva il progetto dell’ospedale unico per tutta la Regione – puntualizza Acquaroli – e abbiamo dovuto riformare tutto il modello, costituendo diverse Asl provinciali per dialogare con il territorio. Era una sanità smantellata quella che abbiamo ereditato”. Le Marche avranno una legge sul fine vita? La scelta sul fine vita è tra quelle che divide più chiaramente i due candidati. Il tema è caldo: da anni la Corte costituzionale raccomanda al Parlamento di legiferare sul tema, ma il legislatore non ha ancora risposto. Così, due Regioni quest’anno si sono mosse in autonomia per dotarsi di una legge sul fine vita. Cosa faranno le Marche all’indomani delle elezioni? Se continuasse a governare Acquaroli, la legge non si farà: “Il tema è molto importante e riguarda la coscienza di ogni individuo, non appartiene a un partito – sostiene – Ma deve essere affrontato a livello nazionale: il Parlamento deve darci una cornice unitaria e non serve agire di Regione in Regione”. Di parere opposto, Ricci: “La vita è sacra – premette il candidato di centrosinistra – ma dobbiamo essere rispettosi della sofferenza insostenibile. Per questo, se il Parlamento non farà la legge, saranno le Regioni a dover fare la loro parte”. Economia: le Marche nella Zona economica speciale Il Consiglio dei ministri ha approvato ad agosto un disegno di legge che amplierà la Zes unica per il Mezzogiorno anche a Umbria e Marche. L’obiettivo? Rilanciare l’economia concedendo agevolazioni amministrative e investimenti. Sullo stato di salute delle industrie e dell’economia marchigiana, però, i due candidati hanno idee diverse. “L’economia marchigiana è ferma – contesta Ricci – e per l’introduzione della Zona economica speciale, che non stanzia un euro, serviranno ancora mesi di tempo. Andrò io stesso a Palazzo Chigi a chiedere la Zes. Ma, intanto, dobbiamo orientare bene le nostre risorse: basta con i click day, che danno soldi a chi spinge prima un bottone”. Per Acquaroli, invece, la Zes è “un’opportunità concreta”. “In ogni caso, la Regione sta crescendo – aggiunge – Sull’occupazione le Marche crescono più della media nazionale”. Aeroporto delle Marche o aeroporto del Centro? Sui trasporti, il fronte più dibattuto è quello aeroportuale. “Il nostro è stato tra i primi dieci aeroporti italiani per crescita di passeggeri – commenta Acquaroli – Dobbiamo far uscire le Marche dal Medioevo infrastrutturale”. Per lo sfidante di centrosinistra, però, le Marche non possono agire da sole nel trasporto aereo: “In cinque anni la destra non ha inaugurato neppure un’opera e portato nessun soldo portato alle Marche – ribatte – L’aeroporto ha cinque voli al giorno. Dobbiamo stringere accordi con Rimini, Perugia e Pescara per rafforzare i collegamenti con l’area centrale”. Sui trasporti, Ricci propone anche biglietti gratuiti per gli studenti su treni e autobus, ma Acquaroli contesta che “le proposte della sinistra non sono sostenibili sul bilancio”. Giustizia: cosa succede in caso di rinvio a giudizio? Il candidato di centrosinistra Matteo Ricci a luglio ha ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito di un’indagine su presunte irregolarità di affidi del comune di Pesaro, di cui Ricci è stato sindaco. Il candidato si dice sereno e fiducioso per l’archiviazione, ma la sua vicenda apre l’ipotesi di un eventuale rinvio a giudizio del prossimo governatore regionale. Basterebbe a far dimettere i due candidati? “Sono garantista – spiega Ricci, senza rispondere direttamente alla domanda – Il Paese deve concentrarsi sulla certezza della pena e non sulla guerra tra governo e magistratura”. Acquaroli ribatte: “Fino al giudizio finale si è innocenti ma, quando si rappresenta un’istituzione, bisogna fare valutazioni attente anche in base al tipo di reato. Valutazioni da fare con la maggioranza e la giunta”. Palestina, salario minimo e alluvioni: le altre proposte Il candidato all’opposizione, ha le idee chiare sui primi giorni di governo: “Al primo consiglio – annuncia Ricci – riconosceremo lo stato di Palestina e faremo un gemellaggio regionale con la città di Rafah. Poi imporremo un salario minimo regionale a 9 euro all’ora. Infine, chiederemo altre forze dell’ordine a Roma per migliorare la sicurezza nella Regione, installando videocamere per guardare alle targhe delle auto in entrata e uscita dalla città. Serve una strategia contro il reato dei furti negli appartamenti”. Per Acquaroli, però, i problemi sono altri: “Siamo la Regione con meno furti d’Italia”, ribatte. E, per tutte le proposte del contendente, “mancano i soldi”. “Dobbiamo continuare a instaurare un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni – conclude – e lavorare per dare altre risposte alla popolazione alluvionata”.

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Andrea Ceredani