Se i politici di oggi fossero personaggi di Shakespeare

Vi viene naturale paragonare Trump, Putin e – in minor misura – alcuni nostri politici machiavellici a Iago, il losco figuro contrapposto a Otello? Sbagliereste. In apparenza villano, Shakespeare lo usa per mostrare la debolezza umana. Iago è l’unico nella tragedia a pensare chiaramente, a dire le cose come stanno e non come vorremmo che fossero. Chi – quando vicino ai politici - ha il coraggio di dir loro oggi come stanno le cose? A volte non riusciamo a farlo anche con il nostro responsabile al lavoro. Trump e le similitudini con Giulio Cesare Trump in verità, dopo il 31 luglio del 2023, giorno in cui subì l’attentato a Butler, è stato paragonato dai suoi anche a Giulio Cesare, personaggio assai complesso della tragedia shakespeariana. L’ambizione e l’arroganza di Giulio Cesare erano smisurate; non ascolta e mancherà completamente i segnali della cospirazione che gli avrebbe tolto la vita; ama circondarsi di adulatori che lo allontanano dalla realtà. Trump poi – anche in questo ricorda Cesare, adorato come i molti che dopo avrebbero portato il suo nome – a Butler diventa una sorta di divinità agli occhi di chi lo ha sempre sostenuto. Leggendo Coriolano e Giulio Cesare impariamo che Roma non era una singola città ma costituita da due: quella dei ricchi e quella dei poveri. Due città sbilanciate, come le due facce degli Usa odierni. Forse Shakespeare avrebbe compreso meglio Trump dato che non era proprio un democratico. Simpatizzava con i poveri ma era convinto che certe importanti virtù fossero possedute dai pochi e richiedessero una speciale formazione. Anche il tycoon sembra privilegiare i ricchi ma manca l’aspetto dell’istruzione e delle particolari virtù, fortemente sottolineato dal Bardo. Giulio Cesare era anche l’uomo che aveva infranto ogni sacra legge credendo di essere Dio. Shakespeare vede qui il paradosso e qualcosa di gretto: capace delle più grandi ambizioni e delle più infime azioni. In tal senso, al netto dell’intelligenza e competenza di Cesare, il paragone vien da farlo con dittatori quali Putin o Erdogan. Ricorda anche il potere che si è auto concesso Xi Jinping. È il martirio di Cesare ad aver creato la memoria di un impero quasi eterno e la possibilità per gli imperatori di essere onorati col suo nome. In questo senso è imparagonabile a Trump nonostante la reazione di pancia della gente dopo l’attentato – esacerbata da quel pugno rivolto verso l’alto e dal martirio evitato - gli abbia portato ulteriori consensi: gli ingredienti della tragedia shakesperiana ci sono tutti. Bruto e Cassio ricordano Navalny Bruto e Cassio, da noi snobbati, sono per il Bardo simboli eterni della libertà contro la tirannia. Ricordano in questo senso Navalny. Modelli per coloro che sarebbero arrivati dopo e avrebbero ristabilito lo spirito del governo libero. Anche in altri Paesi si è guardato a loro come ai difensori della libertà di Roma e – per esteso – dell’umanità. Shakespeare aveva capito che i tempi erano contro Bruto e Cassio ma la loro causa era giusta. Cameron come il Duca di Misura per Misura, Bojo è Re Lear Anche guardando al Regno Unito non mancano ingredienti shakespeariani e in questo ci aiutano le ricerche di Orlaith Dargling, docente al Trinity College di Dublino. David Cameron, abbandonato il governo dopo il referendum su Brexit, venne ripreso mentre canticchiava. Cosa che sembrò svelare poca cura della res publica. Come non pensare a Misura per Misura quando il Duca, guardando ai suoi sudditi lascivi e ubriachi, non avendo capacità di cambiare le cose scappa? Boris Johnson è Re Lear. La sua corte è nutrita di adulatori. Questo, badate bene, per Shakespeare è sempre l’inizio di qualcosa che non andrà a finire bene: circondarti di persone che non sono capaci di dirti la verità e ti impediscono di vedere il pericolo arrivare. Nella tragedia poi Lear, allontanato dal castello, sperimenta la vita come farebbe qualsiasi suddito. In una scena, che ha una agghiacciante somiglianza con l’inverno che molti cittadini britannici hanno vissuto a cavallo tra il 2022 e il 2023 sotto la morsa dell’inflazione, si pentirà di non aver ascoltato il suo popolo. Merkel? Rievoca Porzia. Truss e Kwarteng come Antonio e Cleopatra Angela Merkel ricorda Porzia, scaltra e che dosa bene l’arma della parola. Liz Truss invece, dopo il grande privilegio storico del dire addio alla regina nel suo ultimo viaggio, è riuscita a scatenare una crisi finanziaria degna – in quel principio d’autunno 2022 – di Lehman Brothers. Con il suo cancelliere dello scacchiere Kwasi Kwarteng annunciò una manovra finanziaria di 45 miliardi di sterline di tagli alle tasse. Antonio e Cleopatra è una storia in cui l’amore arriva a spese della buona leadership. Pur con delle differenze - Truss e Kwarteng non erano una coppia - i due commettono l’errore fatale: l’amore incontrollato e incompetente per il libero mercato a spese della realtà. Dalla tragedia, alla fine della quale Antonio e Cleopatra muoiono in agonia, impariamo che idolatrare una persona superando razionalità e capacità di guardare ai fatti, può ucciderti, letteralmente o metaforicamente. Nel breve regno Truss l’economia e la sua credibilità sono affondate. Va detto che cacciare Kwarteng in quello che sembrò un tentativo di salvare il suo premierato è molto shakespeariano. La modernità, l’allontanarsi da tempi così distanti dai nostri, non ha cambiato la natura umana. Abbiamo nuovi mezzi, strumenti e un altro tipo di istruzione ma quello che gli uomini e le donne erano una volta possono esserlo ancora. E’ precisamente perché la natura umana non è cambiata che il passato è interessante. E’ ciò che ci insegna, ancora oggi, Shakespeare.

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