Difesa europea, la Nato è ancora indispensabile?

Dopo la presentazione del piano di riarmo per l'Europa, avanzato dalla Commissione Ue, si è riacceso il dibattito sulla difesa del Vecchio Continente. In particolare, al centro dei riflettori è finita la questione relativa alle capacità militari dei singoli Stati membri e l'urgenza di rafforzare la difesa comune dell'Unione. A riportare questi temi al centro della discussione è stata soprattutto la “minaccia”, ventilata più volte dall'amministrazione statunitense di Donald Trump, di un possibile ritiro degli Stati Uniti dalla Nato. Uno scenario che avrebbe enormi ripercussioni sugli altri membri dell'Alleanza Atlantica. Sul tema si sono confrontati, durante la sesta puntata di Materia Grigia, il talk di confronto condotto da Fabio Vitale con la cura editoriale di Roberto Palladino, Luigi Chiapperini, generale di corpo d'armata in quiescenza dei lagunari e già comandante del contingente multinazionale Nato in Afghanistan nel 2012, e Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana Pace e Disarmo. Ritenete che la Nato serva ancora? Avrebbe senso un'alleanza atlantica senza gli Stati Uniti? Vignarca: Per prima cosa, noi non pensiamo alla Nato come un feticcio. Per noi sono problematiche le scelte che vanno a militarizzare, non per forza la Nato, anche altre scelte di militarizzazione che non fa la Nato. Non ci sentirete mai dire la Nato ha colpa di tutto. Negli ultimi anni abbiamo sempre più plasticamente visto che la Nato, più che un'alleanza, la possiamo definire un protettorato. Tanto è vero che gli Stati Uniti hanno basi da noi, ma noi non abbiamo basi negli Stati Uniti. Io credo che la Nato peraltro sia davvero un grosso limite, un grosso brocco all'idea di uno sviluppo della difesa comune europea, che è uno degli aspetti. Poi per noi la sicurezza comune va oltre quella solo militare. Però se l'Europa vuole dotarsi di una difesa comune - e come ho detto prima non si deve partire dalla fine, non si deve partire dalle armi, si deve partire da una scelta politica, gli Stati devono dare all'Unione Europea questa capacità - forse la Nato potrebbe essere davvero un ostacolo. Tanto è vero che qualcuno alla Brexit diceva: 'Finalmente forse si apre uno spiraglio'. Perché sappiamo bene quanto la Gran Bretagna sia stata un po' una quinta colonna - in un certo senso - all'interno dell'Europa, per evitare degli sviluppi di una difesa comune e di una presa di consapevolezza dell'Unione Europea dal punto di vista delle politiche, sia di difesa che dal punto di vista militare e anche estere. Secondo me la Nato andrebbe ripensata, anche all'interno: facciamola diventare una vera alleanza di sicurezza condivisa che non basa tutto sulle armi, addirittura le armi nucleari. Chiapperini: Io considero la Nato ancora un fattore stabilizzante: ha assicurato all'Europa anni di pace. Però da Washington continuano a pervenire diciamo dichiarazioni contrastanti. Si pensa ad un disimpegno statunitense e, in questo, concordo sul fatto che gli Stati Uniti siano stati e siano ancora i leader di questa organizzazione. Ma proprio per il fatto che gli Stati Uniti potrebbero a un certo punto disinteressarsi dell'Europa, credo che l'Europa debba darsi una propria identità. Prima di tutto con una politica estera e difesa comune effettiva, cosa che non ha ancora raggiunto probabilmente per motivi di governance o di contrasti tra Paesi e così via. L'altra questione è relativa proprio al ruolo degli Stati Uniti. Ho parlato di una nuova postura statunitense e della possibilità per gli Stati Uniti di allentare questi vincoli transatlantici: proprio in questa direzione va il piano europeo, per poter dare all'Europa gli strumenti giusti per sostituire eventualmente gli Stati Uniti che al momento posseggono tutte le capacità strategiche quasi in monopolio. L'Italia ospita diverse basi militari statunitensi. È ancora una presenza necessaria? Chiapperini: Gli Stati Uniti hanno attualmente la leadership nella Nato e assicurano tutte le capacità strategiche all'alleanza atlantica nel suo complesso, proprio per assicurare queste capacità a quelle basi. In quelle basi ci sono: ordigni nucleari, reparti, quindi soldati, equipaggiamenti di rapido impiego, ci sono droni per l'intelligence, per la ricognizione strategica e tutte quelle capacità strategiche che al momento hanno gli Stati Uniti. Torno quindi al discorso relativo all'Europa. Può accadere che queste basi siano abbandonate, che gli Stati Uniti si ritirino da queste basi. Già hanno pensato a qualche ritiro dall'est dell'Europa, credo dalla Polonia e dalla Romania. Potrebbero anche lasciare alcune delle basi che abbiamo visto, e lì deve subentrare l'Europa. Ma affinché l'Europa possa subentrare, l'Europa deve avere le capacità strategiche. Le basi servono o agli Stati Uniti in supporto alla Nato o, se dovesse andare male con la Nato, all'Europa. Vignarca: A me sembra che servano soprattutto gli Stati Uniti, che ovviamente hanno garantito la loro proiezione internazionale grazie anche alle basi nel nostro Paese, soprattutto quando il Medio Oriente era un pochino più al centro anche della loro strategia. Sappiamo che adesso si sono spostati sul Pacifico. Però in realtà non è così che dovrebbe funzionare un'alleanza. Mi possono “andare bene” le basi Nato finché stiamo nella Nato, finché c'è un accordo. Ma queste sono basi integralmente degli Usa, che possono decidere di utilizzare le capacità strategiche per il proprio tornaconto e non per il nostro. Noi davvero vogliamo che parta un attacco nucleare da Aviano? Davvero vogliamo che dei droni da Sigonella - e noi abbiamo un'azione legale in questo senso - vadano in Libia a uccidere delle persone che sono dei civili e non possiamo farci niente perché ci sono dei trattati segreti? Io credo che noi dovremmo avere, come Italia e come Europa, la capacità di essere sovrani nelle decisioni dal nostro territorio, alleati quanto si vuole, speriamo non solo dal punto di vista militare – perché le alleanze con i Paesi si possono fare anche in altre maniere - ma non per un discorso che avvantaggia gli Stati Uniti. Quando si dice che Trump sta abbandonando la difesa dell'Europa non è vero. Trump sta cercando di portare a casa dei fondi anche per la sua industria militare, ma non abbandonerà mai l'Europa finché gli servirà come proiezione. Oggi come oggi gli Stati Uniti sono egemoni solo in una cosa, quella militare. Non sono più così tanto egemoni nell'economia, nella cultura, come erano prima. E finché questo gli garantirà la primazia, loro terranno queste basi, che è un problema.

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