Competitività, Mario Draghi in Senato: “Sicurezza Ue messa in dubbio da svolta Trump”
Politica
L’ex premier ha detto che "la nostra sicurezza è messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera" degli Usa "rispetto alla Russia" che "ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l'Unione Europea". Inoltre "la difesa comune dell'Europa" è "un passaggio obbligato per utilizzare al meglio le tecnologie che dovranno garantire la nostra sicurezza". E "gli angusti spazi di bilancio non permetteranno ad alcuni Paesi significative espansioni del deficit" e "il ricorso al debito comune è l'unica strada”
"La nostra sicurezza è oggi messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera del nostro maggior alleato rispetto alla Russia che, con l'invasione dell'Ucraina, ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l'Unione Europea”: a dirlo è Mario Draghi, consulente speciale della presidente della Commissione Ue ed ex premier e presidente Bce, presentando il suo rapporto al Parlamento. "Gli indirizzi della nuova amministrazione hanno drammaticamente ridotto il tempo disponibile l'Europa è oggi più sola nei fori internazionali". L’ex premier è tornato in Senato per illustrare ai parlamentari italiani il suo Rapporto presentato a Bruxelles in cui si descrivono le tre sfide che attendono il Vecchio Continente per rilanciarsi: innovazione, decarbonizzazione e Difesa. Per vincere queste sfide l’ex governatore della Bce ha preventivato anche un investimento di 800 miliardi, la stessa cifra che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen vorrebbe venisse destinata al riarmo dei singoli Stati. E questo avviene nello stesso giorno in cui la premier Giorgia Meloni è attesa nell'Aula di Palazzo Madama per rendere le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Dopo l'audizione, Draghi ha avuto un colloquio con il presidente La Russa.
Draghi: “Per competitività priorità è ridurre le bollette”
"Costi dell'energia così alti pongono le aziende - europee e italiane in particolare - in perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri" mettono a rischio "la sopravvivenza di alcuni settori tradizionali dell'economia, ma anche lo sviluppo di nuove tecnologie ad elevata crescita”, ha detto ancora Draghi, spiegando che "una seria politica di rilancio della competitività europea deve porsi come primo obiettivo la riduzione delle bollette - per imprese e famiglie".
Draghi: su riforme energia non possiamo solo aspettare l'Ue
In Italia "non possiamo unicamente aspettare le riforme a livello europeo", sono disponibili "decine di gigawatt di impianti rinnovabili in attesa di autorizzazione o di contrattualizzazione. È indispensabile semplificare e accelerare gli iter autorizzativi, e avviare rapidamente gli strumenti di sviluppo". Lo ha detto Mario Draghi: il problema dei prezzi all'ingrosso dell'energia, pari in Europa a due o tre volte i livelli Usa, è "ancora più marcato in Italia, dove i prezzi dell'elettricità all'ingrosso nel 2024 sono stati in media superiori dell'87% rispetto a quelli francesi, del 70% rispetto a quelli spagnoli, e del 38% rispetto a quelli tedeschi.
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Draghi: “Ordine internazionale sconvolto dai dazi Usa”
"La nostra prosperità, già minacciata dalla bassa crescita per molti anni, si basava su un ordine delle relazioni internazionali e commerciali oggi sconvolto dalle politiche protezionistiche del nostro maggiore partner. I dazi, le tariffe e le altre politiche commerciali che sono state annunciate avranno un forte impatto sulle imprese italiane ed europee”, ha aggiunto ancora l’ex premier, spiegando che oggi "sono posti in discussione" i valori fondanti dell'Ue, e cioè "pace, prosperità, solidarietà e, insieme all'alleato americano, sicurezza, sovranità e indipendenza".
Draghi: su difesa Ue serve una catena di comando continentale
Per la difesa europea "occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei" e che "sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali operando come sistema della difesa continentale". Lo ha detto Mario Draghi, secondo cui "occorrerebbe che l'attuale procurement europeo per la difesa - pari a circa 110 miliardi di euro nel 2023 - fosse concentrato su poche piattaforme evolute invece che su numerose piattaforme nazionali". Un frazionamento "deleterio": a fronte di investimenti complessivi comunque elevati, i Paesi Ue alla fine acquistano gran parte delle piattaforme militari dagli Stati Uniti.
Draghi: “Difesa Ue passaggio obbligato, serve debito comune”
"La difesa comune dell'Europa" è "un passaggio obbligato per utilizzare al meglio le tecnologie che dovranno garantire la nostra sicurezza". Un processo nel quale "gli angusti spazi di bilancio non permetteranno ad alcuni Paesi significative espansioni del deficit" e dunque "il ricorso al debito comune è l'unica strada”, ha detto ancora Mario Draghi, secondo cui interventi nazionali a scapito della spesa sociale e sanitaria sarebbero "la negazione" dell'identità europea che vogliamo proteggere difendendoci dalla minaccia dell'autocrazia.
