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Draghi a Bruxelles: "Per far fronte alle sfide l'Ue deve agire come fosse un unico Stato"

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Draghi: "Parlamento Ue dev'essere protagonista"
00:00:36 min

L'ex presidente della Bce è intervenuto all'Eurocamera in quanto autore del Rapporto sulla Competitività Ue. L'Unione europea, ha detto, deve "abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull'equity". Per Draghi l'Ue "deve essere focalizzata sui settori che guideranno l'ulteriore crescita. Velocità, scala e intensità saranno essenziali"

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L’Unione europea deve essere veloce e compatta. Questo il senso del discorso di Mario Draghi al Parlamento europeo di Bruxelles di questa mattina. L’ex presidente della Bce è l’autore del Rapporto sulla Competitività Ue e durante il suo intervento all’Eurocamera ha spiegato come la risposta dell’Unione europea di fronte al nuovo contesto che la circonda debba “essere rapida”. Il tempo, ha detto Draghi, “non è dalla nostra parte, con l'economia europea che ristagna mentre gran parte del mondo cresce. Deve essere commisurata all'entità delle sfide. E deve essere focalizzata sui settori che guideranno l'ulteriore crescita. Velocità, scala e intensità saranno essenziali". L’ex numero uno della Banca centrale europea ha ricordato che i Paesi dell’Ue, per far fronte alle sfide che li attendono, devono essere in grado di "agire sempre più come se fossimo un unico Stato. La complessità della risposta politica che coinvolge la ricerca, l'industria, il commercio e la finanza richiederà un grado di coordinamento senza precedenti tra tutti gli attori: governi e parlamenti nazionali, Commissione e Parlamento europeo". “Abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull'equity": ecco le vere sfide dell’Ue secondo Mario Draghi.

 

Appello all'unità

"Contiamo sul fatto che il Parlamento agisca da protagonista", ha poi invitato Mario Draghi. "Per costruire l'unità politica, per creare lo slancio per il cambiamento, per chiedere conto ai politici delle loro esitazioni e per realizzare un ambizioso programma d'azione. Possiamo far rivivere lo spirito innovativo del nostro continente. Possiamo recuperare la capacità di difendere i nostri interessi. E possiamo dare speranza ai nostri popoli". Tutti, governi, parlamenti nazionali, vertici Ue, "sono chiamati a essere i custodi di questa speranza in un momento di svolta nella storia dell'Europa. Se uniti, saremo all'altezza della sfida e avremo successo", ha concluso. 

I dazi Usa

Nel momento in cui Mario Draghi ha redatto il rapporto sulla Competitività Ue non c’era ancora la preoccupazione per i possibili dazi imposti dal nuovo presidente Usa Donald Trump. “Il tema geopolitico principale - ha spiegato infatti Draghi nel suo discorso - era l'ascesa della Cina. Ora, nei prossimi mesi l'Ue dovrà affrontare i dazi imposti dalla nuova amministrazione statunitense, ostacolando l'accesso al nostro principale mercato di esportazione”. Inoltre, l’aumento dei dazi statunitensi sulla Cina “reindirizzerà l'eccesso di capacità produttiva cinese in Europa, colpendo ulteriormente le imprese europee”, ha detto Draghi spiegando come di fatto “le grandi aziende dell'Ue sono più preoccupate di questo effetto che della perdita di accesso al mercato statunitense".

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L’espansione degli Usa

"Potremmo anche trovarci di fronte a politiche ideate per attirare le aziende europee a produrre di più negli Stati Uniti, basate su tasse più basse, energia più economica e deregolamentazione”, ha spiegato Mario Draghi commentando l’effetto che i dazi Usa sulla Cina potrebbero avere anche sui Paesi dell’Unione europea. “L'espansione della capacità industriale negli Stati Uniti  - ha spiegato - è una parte fondamentale del piano del governo per garantire che le tariffe non siano inflazionistiche. E, se le recenti dichiarazioni delineano il nostro futuro, possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte da soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa".

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Draghi: “Frammentazione difesa rende Ue vulnerabile”

Mario Draghi è poi tornato a ribadire la necessità di compattezza e unità in Ue anche per quanto riguarda il sistema di difesa che, ha affermato, è una delle nostre diverse vulnerabilità dove la frammentazione della capacità industriale lungo le linee nazionali impedisce la necessaria scala". Nonostante “siamo collettivamente il terzo paese al mondo per spesa, non saremmo in grado di soddisfare un aumento della spesa per la difesa attraverso la nostra capacità produttiva", ha puntualizzato, sottolineando che i "nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura. Questo è uno dei tanti esempi in cui l'Ue è inferiore alla somma delle parti".

Draghi: “Ridurre prezzi energia”

Presentando il rapporto sulla competitività dell'economia europea, Mario Draghi ha parlato anche di energia, affermando la necessità di ridurne i prezzi: “Questo - ha detto - è diventato imperativo non solo per le industrie tradizionali, ma anche per le tecnologie avanzate: ma la decarbonizzazione può essere sostenibile solo se i suoi benefici vengono anticipati". Il rapporto suggerisce di dar vita a una riforma "del mercato dell'energia, maggiore trasparenza nel commercio dell'energia, maggiore utilizzo di contratti di fornitura a lungo termine e acquisti a lungo termine di gas naturale, massicci investimenti nelle reti e nelle interconnessioni" oltre a puntare sullo sviluppo di energie rinnovabili". Allo stesso tempo, ha aggiunto, "dobbiamo garantire condizioni di parità per il nostro settore innovativo delle tecnologie pulite, in modo che possa beneficiare delle opportunità della transizione. La decarbonizzazione non può significare la perdita di posti di lavoro verdi, perché le aziende dei Paesi con un maggiore sostegno statale possono conquistare quote di mercato".

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Settori chimici e siderurgici

Parlando all'Eurocamera in occasione della European Parliamentary Week 2025 Mario Draghi ha poi ricordato l'importanza strategica di sostenere settori come quello chimico e quello siderurgico. "Dal 2012, i primi 10 settori con la crescita più rapida della produttività sono quasi interamente costituiti dai cosiddetti settori mid-tech, come l'industria automobilistica e i macchinari. Il settore manifatturiero impiega inoltre circa 30 milioni di persone, contro i 13 milioni degli Stati Uniti. In un mondo in cui le relazioni geopolitiche si evolvono e il protezionismo aumenta, è diventato strategico mantenere industrie come quella siderurgica e chimica, che forniscono input all'intera economia e sono fondamentali per la difesa".

Fondi Ue

Parlando dei fondi necessari all'Ue Mario Draghi ha parlato dell'importanza che "la Commissione riceva tutto il sostegno necessario sia per l'attuazione del programma che per il suo finanziamento. Il fabbisogno finanziario è enorme: 750-800 miliardi di euro all'anno è una stima prudente. Per aumentare la capacità di finanziamento, la Commissione propone un'apprezzabile razionalizzazione degli strumenti di finanziamento dell'Ue. Ma non sono previsti nuovi fondi Ue. Il metodo proposto è quello di combinare gli strumenti dell'Ue con un uso più flessibile degli aiuti di Stato coordinati da un nuovo strumento europeo". Poi in sede di replica ha specificato che il dato dei 750-800 miliardi può anche scendere alla luce della messa in campo delle riforme necessarie in Ue. Per soddisfare queste stime, ha chiarito, è necessario emettere titoli di debito, "e questo debito comune deve essere, per definizione, sovranazionale, perché alcuni Paesi non dispongono di spazio fiscale sufficiente nemmeno per i propri obiettivi, non hanno alcuno spazio fiscale". 

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