In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Meloni in conferenza stampa: "Sala? Ha vinto sistema Italia. Su Starlink fase istruttoria"

©Ansa

La premier, nel consueto incontro organizzato dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e dall'Associazione stampa parlamentare, ha detto che per la liberazione della giornalista "c'è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa". Tante le domande su Starlink e Musk, che "non è un pericolo per la democrazia". Poi esclude un rimpasto di governo: "Salvini sarebbe un ottimo ministro dell'Interno ma anche Piantedosi è un ottimo ministro dell'interno"

Condividi:

LIVE

Cecilia Sala libera, Meloni: "Emozione unica per l'Italia". VIDEO

Vai al contenuto video

Meloni: "Carceri? la soluzione non è amnistia o indulto"

Interpellata poi sul problema del sovraffollamenro delle carceri, Meloni ha detto: "Secondo me il modo serio di risolvere il problema non è l'amnistia o l'indulto ma è un altro: da una parte ampliare la capienza delle carceri e poi stiamo lavorando per rendere più agevole ad esempio il passaggio dei detenuti tossicodipendenti nelle comunità". Poi  rispondendo a un passaggio che chiamava in causa Papa Francesco e il suo appello per un'amnistia, la premier ha  premesso: "Ascolto sempre con grande attenzione le parole di Papa Francesco che ringrazio. Quello che dice sull'amnista è nella bolla sul Giubileo ed è rivolto ai governi di tutto il mondo non riguarda specificatamente il nostro Paese". E sulle migliori condizioni di vita dei detenuti ha aggiunto: "La mia idea non è che questo si debba fare adeguando il numero dei detenuti o i reati alla capienza delle carceri, ma adeguare la capienza delle carceri alle necessità", ricordando che "perciò abbiamo nominato un commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria che ha l'obiettivo di realizzare 7000 nuovi posti in 3 anni a partire dal 2025".

Il tema dei Paesi sicuri

Sempre parlando del tema dei migranti, Meloni ha ricordato che la Corte di giustizia europea "dovrebbe pronunciarsi a febbraio" sul tema dei Paesi sicuri. "L'Italia ha depositato le proprie valutazioni. Dalle interlocuzioni con gli altri partner europei, so che la maggioranza dei Paesi europei sosterrà la posizione italiana davanti alla Corte. Le nostre motivazioni sono in linea con il patto di immigrazione e asilo. Aspetterei a vedere cosa accade". "Mi preoccupa di più - ha aggiunto - se in Italia non si tenesse conto di ciò, come non si tenesse conto della Cassazione (da parte dei magistrati ordinari ndr), il che è paradossale, un po' preoccupante e bizzarro. Questo configura uno scenario molto più complesso, di palese volontà di disapplicare i provvedimenti del governo. Ma questo, non lo capirebbero neanche i cittadini". "Poi ci sono 11 mafiosi legati a Messina Denaro che vengono messi in libertà per scadenza dei termini cautelari. Forse bisognerebbe essere più concentrati su questi trattenimenti che non sulla disapplicazione dei decreti del governo", ha concluso.

"Cassazione ci dà ragione, centri Albania pronti"

Durante la conferenza stampa anche una domanda sul tema migranti e centri in Albania: "A me pare che le sentenze della Cassazione diano ragione al governo", in quanto dicono che "che spetta al governo stabilire i Paesi sicuri", ha detto Meloni, assicurando che i "centri in Albania sono pronti ad essere operativi". E ancora: "Lo scorso anno gli sbarchi sono diminuiti del 60%, negli ultimi anni giorni sono quasi azzerati", ma "i centri per quanto ci riguarda sono pronti ad essere operativi". Parlando della sentenza della Cassazione Meloni ha argomentato: "Conseguentemente il giudice non può sistematicamente disapplicare il trattenimento dei migranti che arrivano da quei Paesi, ma può motivare il caso specifico. Che è una cosa completamente diversa da quello che hanno fatto i magistrati del tribunale di Roma che non entrano nel merito del singolo caso".

"Dichiarazioni Trump su Groenlandia? Messaggio, non rivendicazioni"

A una domanda sulle dichiarazioni di Trump sulla Groenlandia, Meloni ha risposto: "Mi sento di escludere che gli Usa nei prossimi anni si metteranno a tentare di annettere con la forza altri territori. Abbiamo già visto Trump presidente, io penso che le sue dichiarazioni siano più un messaggio ad alcuni altri grandi player globali piuttosto che rivendicazioni ostili nei confronti di quesi Paesi".

Meloni: "Alle prossime elezione vorrei arrivare con premierato"

"Io vorrei arrivare alle prossime elezioni con la riforma del premierato approvato ed una legge elettorale tarata su questo. Penso che la questione sia materia di competenza parlamentare, ma se il premierato non dovesse arrivare in tempo ci si interrogherà se questa legge elettorale sia la migliore o no", ha detto la presidente del Consiglio interpellata sulle riforme. "Le tempistiche non dipendono da me, il mio intento è di andare avanti con le riforme con determinazione e velocità - ha proseguito - Le riforme sono costituzionali ed hanno dele tempistiche ampie e c'è un lavoro parlamentare. Io ho promesso che avrei consegnato un'Italia migliore di quella che ho trovato e queste riforme sono necessarie. Sulla riforma del fisco puntiamo a chiudere tutti i testi unici in materia tributaria e se riusciamo a fare anche il codice tributario. vogliamo procedere spediti". Poi ha aggiunto: Se riusciamo io vorrei fare in questa legislatura anche i referendum, ma per me l'importante è portare a casa le riforme e consentire agli italiani di esprimersi su queste materie. Sulla giustizia ci sono state aperture anche da alcuni partiti dell'opposizione ma non credo si arriverà ai due terzi".

"Il successore di Belloni sarà Vittorio Rizzi"

La presidente del Consiglio ha poi risposto a una domanda sulle dimissioni di Elisabetta Belloni: "Ho letto molte ricostruzioni che non rispondono a verità. L'ambasciatrice Belloni ha deciso di anticipare di qualche mese la scadenza naturale del suo incarico per evitare di finire nel tritacarne che di solito accompagna nomine così importanti. Ho una stima enorme per Elisabetta Belloni, che ringrazio ancora una volta del lavoro straordinario che insieme allo staff e al mio consigliere diplomatico ha fatto per la presidenza del G7. La mia stima e il mio rapporto personale con lei sono assolutamente inalterati. Elisabetta Belloni ha consegnato a me le sue dimissioni prima di Natale, quindi le vicende di questi giorni non c'entrano niente, abbiamo deciso insieme di aspettare a diffondere la notizia". Poi la premier ha annunciato: "Vi confermo che il successore sarà il prefetto Vittorio Rizzi, attuale vicedirettore Aisi. La nomina verrà formalizzata nel prossimo Consiglio dei ministri previsto oggi".

Meloni su Starlink: "Non ho parlato con Musk"

"Non ho mai parlato personalmente con Elon Musk di queste vicende. Space X ha illustrato al governo una tecnologia di cui dispone che permette di comunicare in sicurezza a livello nazionale e soprattutto planetario, e per noi significa soprattutto garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le sedi diplomatiche e con i contingenti militari all'estero, che sono molto delicate. Si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità. Decine di aziende si propongono per cose più disparate, poi si fa l'istruttoria, e se la cosa è di interesse si pone nelle sedi competenti. In questo caso gli ambiti con cui confrontarsi sono molti, dal Consiglio supremo di difesa fino al Parlamento. Ma siamo nella fase istruttoria, non capisco tutte le accuse che sono state rivolte", ha spiegato Meloni rispondendo a una domanda sul caso Starlink che nei giorni scorsi è stato al centro del dibattito politico. "Sono abbastanza colpita da come alcune notizie false rimbalzino e continuino ad essere discusse anche dopo essere state smentite, come il contratto smentito con SpaceX, usare il pubblico per fare favore agli amici non è mio costume, io valuto l'interesse nazionale". Poi ha proseguito: "Neanche io personalmente ho le idee chiare si questa vicenda, si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate, parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato per questo lavoro, perché non ci sono alternative pubbliche. L'Italia e l'Europa non sono arrivate in tempo a immaginare tecnologie pubbliche che fossero in grado mettere in sicurezza queste comunicazioni. Oggi ci si sta lavorando, domani magari ci saranno soggetti pubblici in grado garantirle. L'alternativa - ha continuato - non è un soggetto pubblico, ma è non avere la protezione di questi dati. Questo in un dibattito serio sarebbe il tema, ossia quale è lo scenario preferibile. Io sono laica su questo dibattito, però devo porre la questione, perché se domani quelle comunicazioni finiscono nelle mani sbagliate, il governo è responsabile: non posso fare finta che il problema non esiste".

Meloni su Abedini: "Dialogo con Usa, lavoro non è finito ieri"

Sempre rispondendo sul caso Sala, Meloni ha detto: "Per quello che riguarda Abedini il caso è al vaglio della ministero della Giustizia, c'è un vaglio tecnico e politico, e secondo il trattato con gli Stati Uniti. È una vicenda che bisogna continuare a discutere con gli amici americani: avrei voluto parlarne con Biden - che è ha dovuto annullare il viaggio e a cui mandiamo la nostra solidarietà. Le interlocuzioni ci sono e ci saranno: il lavoro ancora complesso non è terminato ieri e penso si debba discutere nei dettagli nelle sedi opportune".

"Su caso Sala triangolazione con Usa e Iran"

"C'è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa per quello che riguarda una svolta nel caso, non direi che c'è stato un momento di svolta perchè la questione è stata seguita dall'inizio - ha detto Meloni sempre rispondendo alla domanda sul caso Sala - Le interlocuzioni con l'Iran sono di natura diplomatica e di intelligence, il governo è tenuto alla riservatezza in questi casi. Mantovano è stato al Copasir ed è pronto a tornare nel caso in un'ulteriore audizione, ricordiamo che in Iran sono presenti altri 500 italiani e bisogna essere molto cauti".

La prima domanda su Cecilia Sala

Interpellata sulla liberazione di Cecilia Sala, Meloni ha risposto: "Ieri è stata sicuramente una bella giornata. Non ho provato un'emozione più grande in questi due anni di quella che ho provato chiamando un madre per dirle che sua figlia stava tornando a casa".

Meloni: "Sulle ordinanze cautelari non limitiamo l'informazione"

"In attuazione della direttiva europea del 2016 che riguarda il pieno rispetto della presunzione di innocenza, il Parlamento ha delegato il Governo ad approvare un decreto legislativo secondo cui non può essere pubblicata per intero o per estratto l'ordinanza di custodia cautelare in carcere - ha detto Meloni -  È consentito al giornalista di avere l'ordinanza, si chiede al giornalista di una fare sintesi. Si può continuare a dare notizia dei fatti di cronaca rilevanti, si chiede di non fare copia e incolla dell'ordinanza perché sono contenuti dati sensibili e stralci di intercettazioni. Non c'è nessuna limitazione del diritto di informare e essere informati. E il governo non ha ritenuto di inserire pene per chi dovesse violare le prescrizioni".

Meloni: "Non sono limite per libertà di stampa o democrazia"

"Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa o per la democrazia", ha detto la premier Giorgia Melon in conferenza stampa dopo l'intervento di Bartoli. "Mi stupisce che si metta insieme nello stesso intervento l'idea che il governo intenda comprimere i diritti per la stampa e l'opera attenta di sostegno" al settore svolta dal sottosegretario "Barachini", perché "tutto quello che fa Barachini è una scelta del governo e non del sottosegretario" singolo.

Bartoli: "Allarme per provvedimenti contro la libertà di stampa"

"Per il quarto anno consecutivo torniamo a lanciare l'allarme su una serie di provvedimenti legislativi che restringono in maniera preoccupante la libera informazione in materia di cronaca giudiziaria e cronaca nera. Tutti conveniamo sulla necessità di trovare un bilanciamento tra due diritti costituzionali: il rispetto della persona e il diritto a essere correttamente e compiutamente informati. Oggi, in Italia, il rispetto della privacy sta però oscurando il diritto dei cittadini a conoscere quanto accade", ha proseguito Bartoli. "Se una persona viene accoltellata per strada e non se ne dà notizia, gli abitanti di quel quartiere a buon diritto possono chiedersi quali altre notizie simili, o più gravi, vengono nascoste - ha proseguito - E, a buon diritto, possono chiedersi cosa fanno le forze di polizia per contrastare la criminalità. Se una persona viene arrestata e non è possibile sapere quali accuse le vengono mosse e quali prove sono state acquisite, non si genera un sentimento di profonda inquietudine? Come possiamo essere rassicurati che non ci sia un esercizio arbitrario e persecutorio della giustizia se non è possibile conoscere per quali motivi un cittadino viene privato della propria libertà? Non sono esempi astratti: ho citato due casi concreti e molti altri ne potrei aggiungere. Mi appello alle istituzioni, ma anche a chi ci ascolta: difendendo il giornalismo non si protegge una corporazione, ma la democrazia, il nostro diritto ad essere cittadini informati e consapevoli". "L'Italia, del resto, è da anni sotto osservazione delle istituzioni europee per il numero record di azioni giudiziarie intimidatorie, sia penali che civili, contro i giornalisti - ha sottolineato ancora -. Per questo chiediamo di ripensare totalmente la riforma della diffamazione in discussione al Senato; speriamo inoltre che il Parlamento voglia correggere una norma disastrosa, quella sulla cosiddetta presunzione di innocenza. Oggi ogni Procuratore decide in maniera arbitraria se dare o non dare una notizia. In ogni circondario vale una regola diversa, anche se siamo cittadini della stessa Repubblica. Ci sostengono e ci confortano i ripetuti messaggi a difesa della libertà di stampa del Presidente della Repubblica Sergio Matterella, le riflessioni straordinarie di Papa Francesco su comunicazione e Intelligenza artificiale. Confidiamo nell'Europa, nella Corte europea dei diritti dell'Uomo, nella Corte Costituzionale, nella Corte di Cassazione, anche se alcuni politici ci descrivono come speculatori che lucrano sulle disavventure altrui".

Bartoli: "Parlamento approvi la riforma della professione"

"Dopo 61 anni, abbiamo nuovamente chiesto al Parlamento una riforma della professione e, a tal proposito, abbiamo avanzato all'unanimità una proposta seria e articolata. Nell'epoca dell'Intelligenza artificiale siamo ancora legati a norme della metà del secolo scorso. Una riforma che non può però essere il pretesto per mettere le mani, come qualcuno vorrebbe, sulle norme che regolano l'autogoverno della professione", ha detto il presidente dell'Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli in apertura della conferenza stampa della premier Giorgia Meloni. "Gentile presidente, tutto il mondo dell'informazione ha una richiesta da farle - ha proseguito - Che venga applicata anche ai giornalisti la legge sull'equo compenso che porta il suo nome come prima firmataria. Da oltre un anno il Consiglio nazionale ha inviato al Ministero della Giustizia, come dispone la legge, le proprie proposte, dopo un dibattito attento, documentato, responsabile, frutto anche dell'analisi delle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Siamo fiduciosi in un suo interessamento; non vogliamo pensare che il diritto a reclamare una retribuzione dignitosa valga in Italia per tutti i lavoratori, ma non per i giornalisti. Al tempo stesso, non sarebbe giusto tacere l'opera attenta e tenace di sostegno all'impresa giornalistica svolta dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria guidato dal sottosegretario Alberto Barachini. - ha proseguito -. Le consegniamo oggi il nuovo Codice deontologico che il Cnog ha recentemente approvato. Un Codice agile, aggiornato e sintetico che indica con chiarezza non solo i diritti, ma anche i doveri che abbiamo nei confronti dei cittadini. Un Codice che non si limiti a essere il riferimento per il giornalismo, ma uno strumento nelle mani dei cittadini. Non per tutelare interessi corporativi, ma per continuare a svolgere a testa alta il ruolo che la Costituzione ci assegna: assicurare ai cittadini una informazione seria e verificata". ''Nell'epoca della manipolazione, della disinformazione, della distorsione della realtà, dei messaggi di odio e discriminazione c'è ancor più bisogno di giornalismo. Da decenni, i giornalisti non esitano a rischiare la vita, e talvolta a perderla, per raccontare i delitti di mafia, il malaffare, i soprusi e le violenze, i crimini di guerra, gli stermini. Anche se qualcuno oggi cerca di dimenticarlo''. "Proprio in questi giorni - ha concluso Bartoli - ricorre l'anniversario dell'omicidio di due giornalisti, diversi, ma uniti dalla determinazione nel combattere la mafia: Giuseppe Fava e Beppe Alfano a cui va il nostro commosso pensiero. E il nostro pensiero va anche agli altri 552 giornalisti reclusi nel mondo e ai 54 reporter uccisi nel 2024. Molti dicono che oggi i giornali non godono di buona salute, ma non è questa la domanda giusta. Non chiedetevi come sta il giornalismo, chiedetevi come sta la democrazia. Perché non c'è democrazia senza una informazione capace di far vivere ogni giorno i valori della Costituzione della nostra Repubblica".

Il presidente dell'Ordine dei Giornalisti ringrazia per Cecilia Sala

Nel suo intervento di apertura, il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli ha ringraziato quanti hanno lavorato per la liberazione di Cecilia Sala. Poi ha rinnovato al presidente degli Stati Uniti Joe Biden la richiesta di grazia a Julian Assange.

Fra mezz'ora la conferenza stampa

Manca poco più di mezz'ora alla conferenza stampa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dove è probabile che verrà toccato anche il tema della liberazione di Cecilia Sala.

Gli ospiti

Alla conferenza stampa sono 82 gli ospiti istituzionali, tra i quali hanno confermato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il sottosegretario all'Informazione ed Editoria Alberto Barachini, la prima presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano, il Procuratore Generale della Corte di Cassazione Luigi Salvato, la vice presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Valentina Grippo e la Garante dell'Autorità dell'Infanzia Carla Garlatti. Saranno inoltre presenti i vertici degli organismi di categoria: Fnsi, Inpgi, Casagit salute, Fondazione Casagit e Fondo complementare giornalisti, Ucsi e il presidente dell'Associazione Stampa Estera Maarten Van Aalderen.

Domande e stampa estera

Sono 160 i giornalisti accreditati per la conferenza stampa. Al Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti sono giunte 95 richieste per porre una domanda a Giorgia Meloni, e di queste ne sono state sorteggiate 40. Per la stampa estera sono state sorteggiate quattro testate: ERT Tv Greca, The Times di Londra, Politico di Bruxelles e Rossiya Segodnya di Mosca.

La conferenza stampa di Meloni alle 11

È previsto alle 11 - nell'Aula dei gruppi parlamentari alla Camera - l’inizio della conferenza stampa con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, organizzata dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e dall'Associazione stampa parlamentare.