Abedini, presentata nuova istanza per domiciliari con il braccialetto

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Secondo il Wall Street Journal, dopo la liberazione della giornalista italiana Cecilia Sala, dovrebbe sbloccarsi la situazione legata a Mohammad Abedini Najafabadi, l'ingegnere iraniano bloccato a Malpensa lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Usa e ora in carcere a Opera. Arresti domiciliari con il braccialetto e in un appartamento di Milano diverso da quello proposto in precedenza. E' questa, per intanto, la modifica dell'istanza presentata alla Corte d'Appello, tramite il suo legale, dallo stesso Abedini

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Dopo aver rimesso in libertà la giornalista Cecilia Sala, l'Iran si aspetta adesso il rilascio dell'uomo d'affari iraniano Mohammad Abedini, per il quale gli Stati Uniti avevano chiesto l'estradizione. Lo segnala il “Wall Street Journal”, secondo cui nell'accordo tra Roma e Teheran ci sarebbe anche la liberazione dell'uomo accusato dagli Stati Uniti di aver fornito all'Iran componenti elettronici usati per droni militari che hanno provocato, in un attacco in Giordania, la morte di tre soldati americani. La premier Giorgia Meloni, ha sottolineato ancora il quotidiano finanziario newyorkese, era in attesa di informare alcuni rappresentanti del governo italiano riguardo l'avvio della seconda fase dell'accordo tra i due Paesi. Il rilascio di Abedini dal carcere Opera di Milano potrebbe avvenire nei prossimi giorni ma, al momento, aggiunge il Wall Street Journal, non è stato emesso nessun ordine dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

La nuova istanza

Arresti domiciliari con il braccialetto e in un appartamento di Milano diverso da quello proposto in precedenza. E' questa, per intanto, la modifica dell'istanza presentata alla Corte d'Appello, tramite il suo legale, dallo stesso Abedini. La modifica della richiesta è arrivata dopo parere negativo della procuratrice Generale di Milano Francesca Nanni rispetto all'istanza depositata a fine anno ritenendo non ci siano le condizioni per tutelare il pericolo di fuga anche perchè, tra l'altro, non contemplava il braccialetto elettronico. 

Le parole di Tajani

Quella di Abedini "è un'altra vicenda che non riguarda né la presidenza del Consiglio, né il ministero degli Esteri, né l'intelligence. Riguarda l'autorità giudiziaria sotto il controllo del ministro della Giustizia Nordio che ha la facoltà" di richiederne la scarcerazione. "Vedremo cosa accadrà, se verranno concessi gli arresti domiciliari o meno". Queste le parole di Antonio Tajani proprio nel giorno in cui è stata liberata Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta a Teheran, la cui vicenda era stata accostata, e poi smentita, a quella di Mohammad Abedini Najafabadi, l'ingegnere iraniano bloccato a Malpensa lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti e ora in carcere a Opera. Il 38enne ha chiesto gli arresti domiciliari e per decidere sul suo rilascio la Corte d’Appello ha fissato l’udienza al 15 gennaio. Tuttavia, l’uomo potrebbe essere scarcerato prima con una richiesta, come detto, del ministro della Giustizia Carlo Nordio: richiesta che al momento, comunque, non è arrivata. Da Teheran "hanno ribadito che non erano collegate le due vicende: una vicenda spinosa anche quella", ha proseguito Tajani e "tocca alla nostra giustizia indipendente, che non prende ordini dal governo: esaminerà le carte e poi deciderà se concedere i domiciliari".

La posizione degli Usa

Intanto gli Stati Uniti si sono felicitati per la liberazione della reporter di Chora Media dopo 21 giorni di prigionia, ma hanno anche confermato di non aver avuto nessun ruolo nella vicenda, né intendono commentare sull'estradizione dell'ingegnere iraniano Abedini. "Il caso di Cecilia Sala è stata una decisione del governo italiano dall'inizio alla fine ed è Roma che deve rispondere a domande specifiche", ha spiegato durante un briefing con un gruppo ristretto di giornalisti il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, qualche ora dopo l'arrivo a Ciampino della reporter. "Sfortunatamente - ha sottolineato il funzionario - il regime iraniano continua a detenere ingiustamente persone provenienti da molti altri Paesi, spesso per utilizzarle come leva politica e ognuno di loro dovrebbe essere rilasciato adesso". Quanto al caso Abedini, le cui sorti si sono intrecciate in questi giorni con quelle della giornalista italiana, sempre fonti del dipartimento di Stato hanno chiarito di non voler commentare. In attesa dell’udienza del 15, Washington ha già chiarito di essere contraria alla scarcerazione vista anche la precedente fuga del trafficante d'armi russo Artem Uss, evaso dai domiciliari in Italia nel marzo del 2023. Pur non commentando il singolo caso, gli Stati Uniti sottolineano di "rimanere piuttosto preoccupati per la proliferazione da parte dell'Iran di droni, sempre più avanzati e letali, e per il suo continuo sostegno a gruppi terroristici che rappresentano le principali minacce alla pace e alla stabilità nella regione".

Mohammad Abedini Najafabad

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