A Palazzo Madama è partito l'iter della seconda lettura per un esame praticamente blindato. In mattinata è arrivato il parere positivo della commissione Bilancio. La vicepresidente Licia Ronzulli ha letto le comunicazioni della presidenza. Il termine per gli emendamenti è fissato per le 17 e il mandato al relatore dovrebbe arrivare già in serata. Approdo in Aula venerdì 27 dicembre e il giorno dopo il voto finale
Si è aperto questa mattina in Senato l'iter della Manovra 2025. La legge di Bilancio è arrivata in seconda lettura a Palazzo Madama per un esame praticamente blindato. La commissione Bilancio si è riunita per dare il parere sul testo approvato venerdì dalla Camera. Poi in Aula la vicepresidente e presidente di turno Licia Ronzulli, sentito il parere positivo della commissione, ha letto le comunicazioni della presidenza: "Alla luce del predetto parere il ddl bilancio è deferito alla quinta commissione in sede referente con il parere di tutte le commissioni permanenti. I rapporti delle commissioni in sede consultiva dovranno essere trasmessi alla quinta in tempo utile affinché quest'ultima possa riferire all'assemblea nella seduta 27 dicembre alle ore 14. Le commissioni sono autorizzate a convocarsi immediatamente per l'esame del disegno di legge". Il mandato al relatore dovrebbe arrivare già in serata. L'approdo in Aula è previsto per venerdì, con il via libera finale il giorno dopo, sabato 28 dicembre.
Emendamenti in commissione al Senato entro le 17
È fissato alle 17 il termine per presentare alla commissione Bilancio del Senato gli emendamenti alla manovra, ha stabilito l'ufficio di presidenza. Il relatore Guido Liris non esclude l'ipotesi di non ricorrere alla fiducia qualora gli emendamenti fossero pochi. "Noi stiamo aspettando l'orario delle 17 per verificare la capacità della minoranza di fare emendamenti. C'è l'invito da parte del presidente Meloni, lo ha fatto in aula, a fare pochi emendamenti. Nel caso ci fossero pochi emendamenti si potrebbe anche pensare di discuterli ed affrontarli", ha detto Liris. Se invece "ci fosse un clima di ostruzione da parte della minoranza di 1.000 emendamenti evidentemente non si prenderebbero neanche in considerazione per motivi di tempo".
Il via libera alla Camera tra le scintille
La Legge di Bilancio approda al Senato dopo il via libera della Camera di venerdì 20 dicembre con 204 voti a favore e 110 contrari. In quell'occasione ci sono state scintille tra Fratelli d'Italia e il Movimento Cinquestelle durante le dichiarazioni di voto. La deputata meloniana Ylenja Lucaselli, durante il suo intervento, aveva infatti puntato il dito contro "le Leggi di Bilancio del Pd e del M5s" in cui, aveva affermato, "c'erano solo vergognosi provvedimenti spot, come il bonus divano che serviva a lasciare gli italiani seduti sul divano, pagati per non fare nulla". Affermazioni che hanno suscitato le urla di dissenso tra i parlamentari di opposizione, in particolare pentastellati.
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I principali punti della Manovra
Tra i principali provvedimenti contenuti nella Manovra, l'accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni: 23% fino a 28mila euro, 35% fino a 50mila euro e 43% oltre i 50mila euro. Avanti anche con il taglio del cuneo fiscale, con l'ampliamento della platea di lavoratori interessati: sale infatti a 35mila a 40mila euro la soglia di reddito che permette di aver accesso al taglio. Il meccanismo sarà tuttavia diverso da quello in vigore al momento: ci sarà un'indennità esentasse per i redditi fino a 20mila euro (una sorta di bonus non tassabile che varia in funzione del guadagno, dal 7,1% per i redditi fino 8.500 euro al 4,8% di quelli a ridosso dei 20mila), mentre a salire si va su un sistema di detrazioni fiscali, che va pian piano ad azzerarsi progredendo verso i 40mila euro. Arriva, inoltre, un taglio degli sconti fiscali per chi guadagna più di 75mila euro lordi all'anno (circa 1,2 milioni di contribuenti Irpef). Nel testo votato alla Camera presenti misure per incentivare la natalità e contribuire alle spese per i figli, anche per le attività extrascolastiche. C'è l'Ires premiale: le imprese che accantonano almeno l'80% degli utili dell'esercizio 2024 e ne reinvestono in azienda almeno il 30% (e non meno del 24% degli utili dell'esercizio 2023) pagheranno una Ires ridotta di 4 punti. E poi ancora stretta agli abusi della Naspi, proroga del fondo di garanzia per le Pmi, risorse per gli indigenti (con la Carta "Dedicata a te"). E per quanto riguarda i bonus, la Manovra ridisegna in modo sostanziale le agevolazioni sulla casa per il 2025 con poche conferme e tanti tagli. Questione previdenziale: molto ha fatto discutere l'aumento delle pensioni minime previsto, dato che gli assegni saliranno di appena 3 euro (da 614,77 a 617,9 euro).
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La spending review per chi riceve contributi pubblici
Tra le ultimissime novità sulla Manovra, spunta tra i commi una spending review per enti, società, organismi e fondazioni che ricevono contributi pubblici "di entità significativa" (che andrà definita da un Dpcm). Su di essi gli organismi interni di controllo dovranno fare una verifica e inviare una relazione annuale al Mef. Questi soggetti "a decorrere dall'anno 2025, non possono effettuare spese per l'acquisto di beni e servizi per un importo superiore al valore medio sostenuto per le medesime finalità negli esercizi 2021, 2022 e 2023. Per le fondazioni lirico-sinfoniche e i teatri di tradizione, "gli esercizi finanziari di riferimento sono gli anni 2022 e 2023", escluso il periodo Covid.