Ieri Forza Italia ha votato contro l'emendamento del Carroccio per ridurre il canone da 90 a 70 euro. Poi la Lega ha bloccato una proposta dell'azzurro Lotito sulla sanità in Calabria. Tajani: "La maggioranza è solidissima, la sinistra non si faccia illusioni". Ma i toni restano accesi
C'è chi prova a minimizzare, ma i toni restano accesi: nell’aria c’è ancora tensione per lo scontro con la Lega andato in scena ieri, 27 novembre, in commissione Bilancio. Prima FI ha votato contro il taglio del canone Rai proposto dalla Lega (e appoggiata da Fratelli d’Italia). Poi il Carroccio ha ribattuto, con i senatori del partito di Matteo Salvini che hanno bloccato – astenendosi - una proposta dell’azzurro Claudio Lotito sulla sanità in Calabria. "In queste condizioni è inimmaginabile una crisi di governo: è una cera stampa che parla di questi scenari, è fantascienza", dice il deputato FdI e vicepresidente della
Camera Fabio Rampelli a Rai Radio1. "Nessuna ripicca, non litigo con nessuno e non c'è nessun problema, la maggioranza è solidissima, la sinistra non si faccia illusioni, andremo avanti fino a fine legislatura e continueremo a governare l'Italia bene", taglia corto anche Tajani all’indomani del caos. Più duro Raffaele Nevi, portavoce nazionale di FI: "Non serve una verifica di governo" ma la Lega dovrebbe "darsi una calmata", ha detto ad Affaritaliani.it. E tira una stoccata a Salvini: "Fa un po' il 'paraculetto' e dice che nel programma c'è anche la riduzione della pressione fiscale per difendere l'emendamento bocciato sul canone Rai. Ma quella mancetta di 0,50 euro a cittadino che avremmo regalato anche ai super-ricchi sarebbe costata 450 milioni di euro agli altri contribuenti". Ma resta il timore che l’impasse abbia lasciato un segno dentro la coalizione che metterà a dura prova l'iter della legge di Bilancio. Intanto, in prima lettura al Senato, il governo ha posto la questione di fiducia sul Dl Fisco collegato alla Legge di Bilancio "senza emendamenti né articoli aggiuntivi". Qui sarebbe dovuto entrare l'emendamento sul canone.
Forza Italia: "Utilizzare fondi taglio del canone per abbassare Irpef"
Forza Italia lancia quindi la proposta di utilizzare i fondi che sarebbero stati dedicati al taglio del canone - 430 milioni di euro - per "un fondo per tagliare l'Irpef, a tutela dei ceti medi in particolare", hanno dichiarato i capigruppo al Senato e alla Camera, Maurizio Gasparri e Paolo Barelli.
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Schlein: "Incapaci di governare il Paese". Conte: "Esiste ancora la maggioranza?"
Intanto, i leader dei maggiori partiti di opposizione non hanno perso tempo a sottolineare le difficoltà dell’esecutivo. Lo ha fatto la leader dem Elly Schlein. "Sono incapaci di governare il Paese, troppo presi a litigare tra di loro, a competere tra di loro, a farsi le reciproche ripicche", ha detto. Così anche il presidente dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte: "Divisi in Europa, sulla politica estera e oggi anche in Parlamento. L'unità professata da Meloni è un altro film di fantascienza girato a Chigi. La premier chiarisca se esiste ancora la maggioranza".
Meloni: "Sono solo schermaglie"
Fonti di Palazzo Chigi, dopo i tafferugli in Parlamento, hanno lanciato un monito chiaro. "L'inciampo della maggioranza sul tema del taglio del canone Rai non giova a nessuno", si è detto. Allo stesso tempo hanno sottolineato che il governo continua a impegnarsi "nel sostegno a famiglie e imprese, operando sempre in un quadro di credibilità e serietà". Però quanto successo rimane. Lasciando i Med Dialogues a Roma, la premier, nella serata del 27 novembre, ha parlato di "schermaglie". Nulla di "particolarmente serio". E ha provato a spostare l’attenzione su questioni più grandi: "Capite che mentre ci occupiamo di un cessate il fuoco in Libano e riusciamo pure a ottenerlo, penso che il canone della Rai pure lo possiamo risolvere", dice.
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Salvini: "Anche Berlusconi era contrario al canone"
Se la senatrice azzurra Licia Ronzulli ammette che lo scontro non è stato "una grande prova di unità", Salvini assicura che "non è successo nulla". Però non rinuncia a pungere Forza Italia e Tajani, con cui ammette di non avere comunicazioni quotidiane come con Meloni: "Anche l'amico Berlusconi riteneva che il canone Rai fosse una tassa, una gabella su cui riflettere e da limare". La "cosa curiosa - aggiunge il leader della Lega - è che oggi si è votato lo stesso testo votato l’anno scorso. Se andava bene l'anno scorso, perché ora no?".