Alessandria, Mattarella: "Memoria tragedie per richiamare senso comunità"

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"Il tema non può ridursi alla rapidità ed efficacia dell'intervento durante le calamità. Bisogna guardare alla prevenzione dei rischi, con una visione di lungo periodo, analoga all'andamento della evoluzione degli eventi naturali", ha detto il presidente della Repubblica parlando ad Alessandria nel trentennale dell'alluvione

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"Le tragedie lasciano tracce irreversibili nel cuore e nella mente delle persone, nei luoghi. Dopo una catastrofe nulla è più come prima. Fare memoria non è soltanto un esercizio di sensibilità e di rispetto nei confronti delle vittime e di coloro che sono rimasti segnati da quelle esperienze. È anche un esigente appello al senso di comunità e alla responsabilità di quanti ne hanno titolo". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad Alessandria in occasione del trentesimo anniversario dell'alluvione che colpì il Piemonte mel novembre del 1994.

Il discorso del Presidente

"Il tema non può ridursi alla rapidità ed efficacia dell'intervento durante le calamità. Bisogna guardare alla prevenzione dei rischi, con una visione di lungo periodo, analoga all'andamento della evoluzione degli eventi naturali.  Non basta proporsi di "mitigare" le avversità. Non sarebbe un proposito all'altezza delle attese e delle esigenze. La storia ci consegna sovente tragedie. Appare poco previdente evocare, ogni volta, la straordinarietà dei fatti - che tendono, invece, prepotentemente, a riproporsi - per giustificare noncuranza verso una visione adeguata e progetti di lungo periodo", ha detto il presidente della Repubblica. "I due momenti dedicati in questa città di Alessandria, con il monumento alle vittime e quello al volontariato, esprimono con efficacia -ha sottolineato il Capo dello Stato- il senso di ciò che siamo chiamati a evocare e a fare. Un evento, quello del 1994, che si è rivelato determinante per la storia della città e dell’intero Paese. Con protagonisti come Marco Bologna, pioniere della Protezione civile. Come il Vescovo dell’epoca, Fernando Charrier, il 'vescovo con gli stivali', che non fece mancare sostegno e stimolo. Il Piemonte seppe riprendersi -come ha ricordato il presidente Cirio- a partire dalla salvaguardia delle fabbriche, dei posti di lavoro. Come avvenne dopo l’alluvione del Biellese Orientale nel 1968. Ci si immerse, alacremente, nel lavoro anche qui, ad Alessandria, dove venne, in quelle settimane, il Presidente della Repubblica, Scalfaro". 

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