Riccardo Turrini Vita, chi è il nuovo Garante nazionale dei detenuti

Politica
Ministero della Giustizia

Magistrato di Corte d'Appello e dirigente del Ministero della Giustizia dal 1994, ha svolto un ruolo di primo piano nell'amministrazione penitenziaria dal 1997. Dubbi sulla sua nomina da parte dell'Unione delle Camere penali e di Magistratura democratica

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Riccardo Turrini Vita è il nuovo Garante nazionale dei detenuti. La nomina è stata deliberata ieri in Consiglio dei ministri, come rende noto il Guardasigilli Carlo Nordio. “Ho proposto al presidente del Consiglio la nomina del consigliere Riccardo Turrini Vita come Garante nazionale dei detenuti, in sostituzione del compianto Maurizio D’Ettore. La proposta - ha dichiarato Nordio in una nota - è stata accolta e deliberata oggi in Consiglio dei ministri. Questa alta carica è ora ricoperta da una persona di elevata cultura, grande esperienza e particolare sensibilità per il mondo carcerario. Al nuovo Garante formulo, unitamente alle congratulazioni, gli auguri di buon lavoro anche a nome dell’intero ministero della Giustizia". 

Le esperienze professionali di Turrini Vita

Riccardo Turrini Vita è nato a Roma l'8 agosto 1961, è entrato in magistratura il 22 dicembre 1987, è stato magistrato di corte d'appello e dirigente generale dell'Amministrazione della giustizia. ha avuto incarichi di docenza presso le università di Roma Tor Vergata e di Roma La Sapienza. Ha iniziato la carriera come giudice del Tribunale di Pordenone e successivamente al tribunale di Roma, nelle sezioni civili. Dal primo luglio 1994 presta servizio al ministero della Giustizia, prima come capo della segreteria del sottosegretario di stato, poi come direttore dell'ufficio affari legislativi dell'organizzazione giudiziaria, direttore dell'Ufficio rapporti con il Parlamento del gabinetto del ministro, addetto al dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, ove ha presieduto il Comitato ministeriale di studio sui circuiti penitenziari. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 giugno 2002 è stato nominato direttore generale dell'esecuzione penale esterna, con incarichi rinnovati nel 2004 e nel 2006. Con decreto 16 aprile 2010, del Ministro della Giustizia, è stato nominato direttore generale del personale e della formazione.

Gli incarichi internazionali

E' stato rappresentante del Governo italiano nel Consiglio D'Europa, all'Assemblea plenaria del comitato direttivo per i problemi penali e penitenziari e consulente giuridico presso l'Onu, Alto Commissariato dei diritti umani. Tra i suoi impegni, ha svolto quello di esperto del Consiglio d'Europa e vicepresidente dell'Organizzazione europea della Probation, termine ampio che comprende le varie forme di 'libertà vigilata'. Quale membro del comitato sulle misure alternative in Europa, ha elaborato la proposta di raccomandazione sulle misure alternative, accolta dal Consiglio dei Ministri presso il consiglio e divenuta Raccomandazione 29 novembre 2000, n. 22. Presso l'Onu, Alto Commissariato dei diritti umani, è stato consulente giuridico della posizione comune dell'Unione Europea per un protocollo contro la tortura ed i trattamenti inumani. Sempre per l'Onu è stato consulente internazionale del Piano per l'Algeria. Tra le sue pubblicazioni, i volumi 'Civiltà della pena' edito nel 2006, e 'Le trasformazioni del probation in Europa' scritto insieme a Michele Ciarpi e pubblicato nel 2015.

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Dubbi su terzietà e indipendenza da parte dei Penalisti e di Magistratura democratica

La nomina non ha mancato di sollevare critiche. L’Unione delle Camere Penali e Magistratura Democratica hanno espresso perplessità sulla scelta, evidenziando problemi di terzietà e indipendenza. L’Osservatorio Carcere dell’Unione delle Camere Penali ha sottolineato come la sua lunga carriera all’interno del Dap possa compromettere l’obiettività necessaria per monitorare e segnalare eventuali criticità nel sistema carcerario. Inoltre, viene messo in discussione il metodo di nomina, affidato al Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro della Giustizia, senza il coinvolgimento diretto del Parlamento, limitando così l’indipendenza dell’autorità. Anche Magistratura Democratica ha espresso riserve, ricordando che la legge prevede che i garanti non debbano essere dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Pur riconoscendo la competenza di Turrini Vita nel settore carcerario, Md ha ribadito che il suo attuale ruolo al Ministero della Giustizia potrebbe compromettere il principio di autonomia funzionale dell’ufficio del Garante.

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