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Medioriente, Tajani a commissioni Esteri e Difesa: "Si rischia guerra su larga scala"

Politica
©Ansa

È massima allerta dopo che Israele ha lanciato una nuova “invasione limitata” in Libano e dopo che l’Iran ha risposto attaccandolo sul suo territorio. Il ministro degli Esteri, insieme a quello della Difesa Crosetto, riferisce della situazione ricordando che "l'obiettivo primario è la de-escalation, a partire da un cessate il fuoco in Libano e a Gaza"

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Massima allerta per la situazione in Medioriente, dopo che Israele ha lanciato una nuova “invasione limitata” in Libano e dopo che l’Iran ha risposto attaccando il suo territorio. "L'apertura del fronte libanese e l'intervento diretto dell'Iran hanno inevitabilmente accresciuto il rischio di un conflitto regionale su larga scala", ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato riunite, insieme al ministro della Difesa Guido Crosetto. Pur ricordando che "Israele ha diritto di difendersi da Hezbollah", l'ipotesi di una "guerra generalizzata", ha continuato Tajani, sarebbe "una catastrofe che nessuno sarebbe in grado di controllare, che porterebbe morte e devastazione per anni". Ma "c'è ancora la possibilità di scongiurare una guerra che coinvolga l'intero Medioriente: facciamo appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali". L'obiettivo primario, ha sottolineato Tajani, resta quindi "la de-escalation, a partire da un cessate il fuoco in Libano e a Gaza". Per raggiungerlo si intensificano gli sforzi diplomatici con tutti gli Stati coinvolti, Iran compreso: "Non abbiamo mai nascosto le nostre preoccupazioni per la postura regionale di Teheran, che ha un effetto destabilizzante in un contesto già molto precario. Riteniamo tuttavia che, ancor più in questo momento, sia importante mantenere un canale di dialogo con l'Iran".

Gli italiani in Libano

C'è preoccupazione per i circa "3.200 connazionali che si trovano attualmente in Libano, in gran parte doppi cittadini", ha ricordato Tajani. Per garantire la loro sicurezza, ha aggiunto, "siamo pronti ad assumere ogni iniziativa". Per questo, da tempo sono stati invitati "a lasciare il Libano con i voli commerciali disponibili". Si sta anche "lavorando per venire incontro alle loro richieste attraverso un aumento dei collegamenti, inclusi voli charter e altre modalità, che stiamo esaminando insieme al ministero della Difesa". Crosetto ha precisato che il Ministero è pronto "a fare la sua parte e qualora necessario è in grado di condurre operazioni di estrazione dei nostri connazionali in Libano, anche in modo autonomo". Per quanto riguarda i militari, ha aggiunto, "il livello di rischio per i nostri militari non è aumentato, perché non sono obiettivo di attacchi diretti". Non nasconde però che "la situazione è molto difficile e preoccupante per la possibilità di incidenti non voluti che non possono essere esclusi".

"Evitare che ai civili in Libano succeda come a Gaza"

L'Italia invita tutti i soggetti coinvolti nel conflitto - "Israele compreso", precisa Tajani - a far sì che non aumenti ancora il numero di vittime, "soprattutto tra la popolazione civile". Tajani ha riferito di un "colloquio che ho avuto col ministro israeliano Katz" in cui ha "insistito non solo sulla tutela dei nostri militari, ma anche sulla necessità di evitare che si ripeta quello che è successo a Gaza con la popolazione libanese".

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Si chiede poi alle Nazioni Unite, di rivedere e "rafforzare" il mandato della missione Unifil, a cui partecipano circa 1200 militari italiani, per "assicurare la sicurezza del confine tra Israele e Libano". "Abbiamo segnalato la necessità di una incisiva e rapida azione Onu perché Unifil eserciti una reale deterrenza all'uso della forza, contemplando la possibilità di operare anche autonomamente anche senza le forze libanesi. Non vi sfuggirà: o ci sono le forze Onu nel sud del Libano o ci sono i soldati israeliani e la differenza è chiara a tutti", ha detto Crosetto.

Tavolo di governo convocato in forma permanente

Nella serata di ieri, 1°ottobre, la premier Giorgia Meloni ha convocato d'urgenza un vertice a Palazzo Chigi, subito dopo l'attacco missilistico di Teheran su Israele, che - ha evidenziato Tajani - "è stato fermamente condannato". Il tavolo di governo è stato "convocato in forma permanente per monitorare costantemente l’evolversi della situazione e adottare tempestivamente le misure necessarie".

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