Elezioni, sfuma l’election day per le regionali in Liguria, Emilia-Romagna e Umbria

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Le regioni guidate dalla presidente facente funzioni Irene Priolo e da Donatella Tesei escludono sia tecnicamente possibile anticipare il voto a ottobre, e non è possibile posticipare a novembre la consultazione ligure perché va rispettato il limite dei tre mesi dalle dimissioni dell'ex presidente Giovanni Toti

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Per una serie di ostacoli, che per il momento sembrano insormontabili, le elezioni regionali d’autunno non saranno unite in un unico election day. La Liguria voterà il 27 e il 28 ottobre, mentre l'Emilia-Romagna il 17 e il 18 novembre, molto probabilmente insieme all'Umbria, che però non ha ancora fissato una data e che, in linea teorica, potrebbe anche sceglierne una successiva dando vita addirittura a un terzo tempo.

La richiesta del governo e i nodi

Ieri il governo aveva invitato le Regioni a convergere su una data unica, facendo arrabbiare l'Emilia-Romagna che chiedeva un decreto. Ma trovare una data che vada bene a tutti non sembra possibile: Emilia-Romagna e Umbria, infatti, hanno detto all’esecutivo che anticipare le regionali alla fine di ottobre non sarebbe stato tecnicamente possibile. La soluzione sarebbe potuta essere rinviare la Liguria a metà novembre, ma anche in questo caso c'è un ostacolo che non si può aggirare: si deve infatti rispettare il limite dei tre mesi dalle dimissioni dell'ex presidente Giovanni Toti, così come previsto dall'articolo 5 della legge costituzionale numero 1 del 22 novembre 1999. E la previsione di una legge costituzionale non si può modificare con un decreto del governo.

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Il governo non è intenzionato ad aprire un conflitto su questo tema, rispettando l'autonomia delle singole Regioni e limitandosi ad auspicare che almeno in Emilia-Romagna e Umbria si voti lo stesso giorno. Non è, peraltro, nemmeno una questione di risparmio (come lo è stato a giugno, quando vennero accorpate europee e comunali) anche perché ogni regione nella pratica organizza in proprio le elezioni e non ci sarebbero economie di scala. Quello che poteva porsi era, semmai, un problema politico, anche se non è per nulla facile determinare a priori chi possa avere un vantaggio e chi uno svantaggio diretto da una situazione piuttosto che da un'altra. Il dato di fatto è che l'autunno, in piena discussione della Manovra, sarà un periodo che vedrà i partiti impegnati in una campagna elettorale semi-permanente: a fine ottobre con le elezioni in Liguria, anticipate dopo la vicenda delle dimissioni di Toti, tre settimane dopo, con la rivincita in Emilia-Romagna e, forse, in Umbria.

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