Liguria, il leghista Rixi: "Non mi candido". Tajani: "Voto condizionato dai giudici"

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Si infiamma il dibattito politico dopo le dimissioni di Giovanni Toti. Le elezioni sono previste entro i prossimi tre mesi. Il viceministro alle Infrastrutture si chiama fuori. Il vicepremier e segretario nazionale di Forza Italia: "È stato sbattuto il mostro in prima pagina. E se venisse assolto al processo?". Lunedì intanto verrà presentata la richiesta di revoca della misura cautelare per l'ex presidente ligure che entro metà della settimana potrebbe tornare libero dopo quasi 3 mesi ai domiciliari

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Si anima il dibattito politico dopo le dimissioni di Giovanni Toti da presidente della Liguria. Il voto è previsto in autunno, entro i prossimi tre mesi. Ma il leghista Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture, già si sfila: "Non mi candido, e non cambierò idea a riguardo". Interviene anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che è il segretario nazionale di Forza Italia: "Mettere Toti nella condizione di scegliere tra le dimissioni e l'uscita dagli arresti domiciliari è un tentativo di condizionare il voto dei liguri" (L'AUTUNNO ELETTORALE CHE PREOCCUPA IL CENTRODESTRA).

Tajani: "Sbattuto il mostro in prima pagina"

"Se Toti al processo sarà assolto? Cosa accadrebbe? Dinanzi all'idea che un arrestato è automaticamente colpevole, noi ribadiamo il nostro essere garantisti. Invece in questo caso si è deciso di sbattere il mostro in prima pagina", ha affermato Tajani. Il vicepremier poi si associa ai rilievi del ministro della Giustizia Carlo Nordio: "Doloso o colposo non lo so, ma la magistratura in questo modo ha provocato le elezioni anticipate. Sono d'accordo con Nordio quando dice che si tratta di un'anomalia. Non è Toti a dover dimostrare di essere innocente, ma i giudici che devono dimostrare che è colpevole. In questo caso mi sembra che ci troviamo davanti a una forzatura". Poi guarda alla partita del voto: "Dobbiamo trovare un candidato vincente. A me non dispiacerebbe un civico ma non ho certo pregiudizi nei confronti di candidati politici". Il leader azzurro si è concentrato anche sulla partita dell'autonomia differenziata, su cui ha espresso perplessità in Consiglio dei ministri: "Non ho litigato con nessuno, ma è vero che ho insistito sul tema dei Livelli essenziali di prestazioni e sulla necessità di assicurare le giuste garanzie a ogni territorio".

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Rixi: "Fallimento della democrazia"

"Non mi candido. E non cambierò idea al riguardo", ha detto intanto il leghista Rixi. "Io rappresento un governo in carica, che deve andare avanti in ogni caso. Non posso essere sempre l'unico nome sul tavolo", ha aggiunto. Con le dimissioni di Toti, "siamo davanti a una situazione pensata per creare a freddo un problema Liguria che prima non c'era. Una campagna elettorale difficile e avvelenata come quella ligure, va fatta partendo dal basso. Per favorire questo processom mi tiro fuori". E continua: "Noi come Lega non sempre abbiamo condiviso le sue decisioni, ma lo abbiamo sempre appoggiato. Altri, meno. Credo che si sia sentito solo". Al leader della Lega Matteo Salvini "ho detto quello che penso, e ci siamo confrontati". Ora, "dopo quel che è successo a Toti, ci vuole una svolta, e ci vuole un candidato civico. Non bisogna pensare in termini di centrodestra contro centrosinistra. Se così sarà, il nostro destino sarà già scritto". Per il viceministro, quanto accaduto è "un fallimento della democrazia. Un presidente di Regione costretto a dimettersi senza neppure essere stato rinviato a giudizio. La richiesta della Procura ha creato un vulnus nell'equilibrio democratico. Obbligare qualcuno a scegliere tra la propria libertà personale e il ciclo amministrativo di un ente, è una cosa barbara".

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Toti, attesa la decisione del Gip su revoca domiciliari

Dopo le dimissioni, l'ex presidente ligure attende ora la decisione del Gip per la revoca degli arresti domiciliari, scattati il 7 maggio scorso. Lunedì la richiesta sarà depositata dal suo avvocato Stefano Savi, nel giorno in cui la Procura chiuderà ufficialmente le indagini. Nei mesi scorsi il giudice aveva negato la revoca della misura cautelare perché il governatore avrebbe potuto usare la sua carica politica per reiterare i reati di cui è accusato: corruzione, falso, voto di scambio e violazione della legge sul finanziamento ai partiti. Con le dimissioni e la prospettiva di tornare in libertà, dopo quasi 3 mesi, per Giovanni Toti si apre ora una nuova fase. In autunno affronterà il giudizio immediato mentre la Regione sarà chiamata al voto anticipato.

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