Come eravamo 40 anni fa, i dati e i protagonisti delle elezioni europee del 1984

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Ludovica Passeri

Ludovica Passeri

Un voto storico per l'exploit comunista in Italia, ma anche per l'affacciarsi di nuovi soggetti politici, come il francese Front National. Ricostruiamo quella fase attraverso i dati e i protagonisti

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Il 17 giugno 1984 si chiudevano i seggi della seconda elezione diretta del Parlamento europeo. “Una democrazia ci unisce: l’Europa”: così recitava lo spot della Comunità europea per portare alle urne i cittadini degli allora 10 Stati membri - l’ultimo a entrare fu la Grecia nell’81. Che Italia era quella fotografata dalla tornata elettorale, di cui ricorrono i 40 anni, e che aspetto aveva l’emiciclo dell’epoca? A pochi giorni dalle elezioni 2024, torniamo a quel giugno dell’84 tra corsi e ricorsi storici.

 

L’Italia 

Per la prima volta il Partito comunista italiano era il partito più votato. Un risultato senza precedenti nella storia dell’Italia repubblicana, messo a segno a pochi giorni dalla morte del “Segretario” Enrico Berlinguer che, colpito da un ictus durante un comizio alle battute finali della campagna, morì l’11 giugno in ospedale. Proprio dalla fine degli anni Settanta Berlinguer si era impegnato in un processo di ancoraggio agli ideali di integrazione comunitaria e di abbandono delle pregiudiziali anti-europeiste. Le speranze che l'esito favorevole preludesse anche a un “sorpasso” nazionale della Democrazia cristiana si infransero nell’87 e ancora prima alle amministrative dell'85. Quell’appuntamento elettorale segnò anche il debutto europeo della Liga Veneta, embrione della futura Lega Nord, che però non raggiunse il quorum.

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I volti noti

Furono elezioni certamente segnate dal trionfo comunista - un’impresa sfiorata alle Politiche dell’anno precedente e che non si sarebbe più ripetuta - ma furono anche elezioni rese vivaci dai tanti candidati illustri, provenienti da vari ambiti della società civile e dal mondo dello spettacolo. La grande letteratura venne rappresentata da Alberto Moravia, che fu eletto come indipendente nelle liste del PCI e che raccontò poi quell’esperienza politica in Diario europeo, e da Giorgio Bassani, autore de Il giardino dei Finzi-Contini, per la lista PRI-PLI. Diversi anche i giornalisti scesi in campo: da Enzo Bettizza, in quota PLI-PRI, a Emilio Fede, tra le file del PSDI, che già nel ‘79 aveva tentato il salto in Europa, ma che anche nell’84 non venne eletto. Tra tutti i volti e i nomi noti spiccava però quello di Enzo Tortora, il popolarissimo conduttore televisivo che a partire del 1983 fu al centro di un emblematico e doloroso caso di malagiustizia. Tortora fu accusato di traffico di stupefacenti e di essere affiliato alla Nuova Camorra Organizzata sulla base di un debolissimo impianto accusatorio. Dopo sette mesi di carcere, gli furono concessi gli arresti domiciliari. Convinti della sua innocenza, i radicali gli proposero di candidarsi alle elezioni del Parlamento europeo e ne fecero un simbolo della loro battaglia per una "giustizia giusta". Tortora fu eletto al Parlamento europeo con 485mila voti, ma si dimise già nell'85, rinunciando all’immunità parlamentare, quando fu raggiunto da una condanna a 10 anni. Dovette aspettare la Corte di Appello per essere assolto in formula piena.

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Oltre l’Italia

Il Gruppo socialista uscì vincente guadagnando seggi aggiuntivi rispetto al quinquennio precedente. Nel nuovo emiciclo si formarono nuovi gruppi come il Gruppo Arcobaleno, in cui confluirono gli ambientalisti e che per questo fu un antesignano del Gruppo verde. Non fu l’unica novità: nell’84 nacque anche il GDE (Gruppo delle destre europee) che raccoglieva le destre radicali e nazionaliste. Particolarmente significativo il risultato francese. Il Front National di Jean-Marie Le Pen, che era nato nel 1972, incassò oltre il 10% e assicurò così l'ingresso di una pattuglia di 10 eurodeputati. Come scriveva all'indomani del voto il quotidiano di riferimento della sinistra francese "Libération", il Front National, oggi denominato Rassemblement National, fu "le seul véritable vainqueur", il solo vero vincitore.

 

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